L’epoca dell’intranquillità

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“Il caos, la distruzione, l’orizzonte minaccioso per noi sono le condizioni in cui sviluppare il nostro agire. […] Ed è proprio partendo da qui con Teo e altri amici del Collettivo Malgré Tout ci poniamo la domanda: come agire in questo caos?” Da qui parte il messaggio in bottiglia per le nuove generazioni, ma non solo, del nuovo libro di Miguel Benasayag e Teodoro Cohen: L’epoca dell’intranquillità.

Messe di fronte alla complessità dall’orizzonte minaccioso che caratterizza questi tempi, le giovani generazioni si trovano ad affrontare una concezione dell’esistenza cinica, utilitaristica, caratterizzata ‘dal non c’è tempo da perdere’, dalla competizione, dall’efficienza a tutti i costi, che è foriera di attacchi di panico, di ansia generalizzata, del sentimento di non essere mai all’altezza, della percezione di non avere tempo. Il tutto aggravato dalla colonizzazione algoritmica, dall’uso quotidiano delle tecnologie, che formattano i cervelli, il pensiero, il modo di vivere e percepire, cui è molto complicato sottrarsi:

“ Il cervello sembra indebolirsi e l’umano entrare in un funzionamento che diminuisce la sua potenza di agire e di pensare.”

Oggi è necessario accettare la fragilità, come dimensione ontologica dell’umano, stare insomma dalla parte della vita con tutti i rischi che comporta, senza rinunciare all’azione:

“ Oggi diventa necessario “guardare dentro di sé”, come cantava il poeta Atahualpa Yupanqui, e sperimentare nuove forme di dissidenza esistenziale e politica. […] Prendetevi tempo per vivere e, per conoscervi, per farvi ‘toccare’ dal mondo e dagli altri, rischiate, fallite, esplorate. […] [Sperimentate] pratiche d’ibridazione gioiosa, in cui le macchine siano al servizio della cultura, della vita, dei legami. […] [Rifiutate] il desiderio pericoloso di controllare la negatività dell’esistenza attraverso un funzionamento performante favorito dalle stesse macchine digitali.”

Oggi è necessario trovare sia livello individuale, che a livello politico modalità diverse, che:

“Non si orientino più verso un modo d’agire obsoleto, che punta allo scontro frontale con un potere centrale da rovesciare. Non è più l’epoca della presa del Palazzo d’Inverno, semplicemente perché il Palazzo da conquistare non c’è più e il potere si presenta nella sua microfisica come diffuso in ogni situazione concreta, come un tutto che esiste solo all’interno delle parti, non in un qualche luogo centrale e trascendente in cui potrebbe essere raggiunto […] L’emergenza della complessità e la ristrutturazione materiale del mondo richiedono di abbandonare il dogma della presa del potere, per pensare e agire sempre e soltanto in situazione […] più che opporre quindi ad una globalità (‘il capitalismo’) un’altra globalità (‘il comunismo’) […] occorre agire nelle fessure e nelle crepe che già esistono al suo interno [del capitalismo], creando alternative vivibili, sviluppando quindi la potenza multidirezionale della base che potrà in seguito, influenzare i luoghi di potere e di gestione (come abbiamo visto con l’esempio delle lotte femministe) […] un consiglio pratico: spesso, i problemi tra i diversi gruppi resistenti a una dittatura nascono proprio dalla loro visione del ‘dopo’, dalla società che si vuole costruire una volta raggiunto il potere. Intrappolati nell’idea di un futuro astratto, si finisce per restare impotenti ad agire nel presente. […] Senza voler fornire il libretto delle istruzioni da applicare, è importante riscoprire l’importanza di agire in gruppi ristretti, le cui dimensioni non superino una certa soglia”, per non farsi intrappolare dalle questioni burocratiche di gestione interna.

“Il vivente è sempre intranquillo [attitudine a stare allerta che permette di assumere le sfide situazionali che via via si presentano], deve continuamente agire per continuare ad essere, senza l’attività metabolica permanente, ogni vivente morirebbe.”

Miguel Benasayag-Teodoro Cohen, L’epoca dell’intranquillità, VP, 2023 Lavis (TN)-P.141, 16 euro

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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