Genocidio in Palestina, bavagli in TV e manganelli per i manifestanti

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Oggi a Napoli si è tenuto un presidio pacifico davanti alla sede della Rai, chiamato dalla “Rete Napoli per la Palestina”.

Circa un centinaio persone si sono recate di fronte ai cancelli come risposta alle polemiche suscitate dal comunicato letto in prima serata su Rai 1 da Mara Venier, conduttrice di Domenica In.

Dopo aver accolto sul palco Ghali, uno dei pochi artisti ad essersi esposto durante il Festival di Sanremo in merito al genocidio palestinese, la Venier ha preso voce recitando le parole dell’amministratore delegato Roberto Sergio.

“Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. La conduttrice poi ha aggiunto “Sono le parole che ovviamente condividiamo tutti”.

La palese presa di posizione unilaterale, da parte del palinsesto pubblico, ha rapidamente suscitato scalpore. In molte città, infatti, si sono organizzati vari presidi con lo scopo di contestare questo tipo di informazione filtrata e super partes.

Nonostante chi fosse presente avesse come unico intento quello di comunicare dissenso in modo pacifico e mettendoci la faccia, ha assistito all’ennesima reazione brutale e autoritaria da parte delle forze dell’ordine. In tenuta antisommossa hanno caricato chiunque si trovasse davanti a loro, ferendone almeno 5.

Le voci collettive che negli ultimi mesi vanno contro l’unica corrente ammessa, cioè quella dettata dal Governo, vengono sedate in qualsiasi modo dalle denunce, fino ai manganelli.

 

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Sofia Bani

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