Dal 5 al 7 aprile la seconda edizione del Festival di Letteratura Working Class, per raccontarsi e immaginare un futuro diverso.
Cosa avete pensato quando Margaret Thatcher è salita al potere? E quando chiuse la Trw di Livorno, lasciando a casa 450 operai, ve lo ricordate? Sono passati anni. Ve lo ricordate come le avete lette, allora, quelle storie? Con quale lente: quella della stampa borghese o quella politicamente scorretta delle vittime? Al secondo Festival di Letteratura Working Class, in programma dal 5 al 7 aprile al presidio ex Gkn, con un prequel il 4 aprile al Teatro Dante di Campi Bisenzio, queste storie potrete sentirle raccontare dal punto di vista di chi quegli eventi li ha subiti, di chi ha provato a ribellarsi, di chi ha immaginato un futuro diverso.
Non è un caso che tutto questo venga fatto a Campi Bisenzio, territorio sfruttato, alluvionato, licenziato, lasciato in balia della speculazione.
Non è un caso che, per il secondo anno consecutivo, questo festival, organizzato dalle Edizioni Alegre, il Collettivo di Fabbrica Gkn e la SOMS Insorgiamo, con la collaborazione di Arci Firenze, parta dal presidio ex Gkn, in quella comunità ancora in lotta, che da quasi tre anni la storia non solo la racconta, ma la costruisce pezzo dopo pezzo, attorno alla fabbrica pubblica e socialmente integrata. Quel futuro che la classe dominante non vuole farci nemmeno immaginare, fatto di riconversione ecologica e pacifica dell’economia, di mutualismo e servizi pubblici, di globalizzazione dei diritti, di equità sociale, di lotta alle disuguaglianze. Quel futuro che non è possibile senza un intervento pubblico che sia all’altezza di questa fase storica, finanziando progetti innovativi e di rilancio e non, come è avvenuto fino ad ora, coprendo con soldi pubblici le perdite di privati incapaci.
È proprio quel futuro lì, quello immaginato, a far paura, tanto da trasformare il festival nell’azione di lotta più odiata e attaccata. Eppure fa parte delle legittime attività della Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo, che affianca le attività culturali al mutualismo, contribuendo a tenere viva questa comunità operaia, fiaccata dal ricatto continuo e da quasi tre mesi senza alcun reddito. Ancora una volta.
Nella prima settimana di aprile i confini della fabbrica metalmeccanica di Campi Bisenzio si allargano ancora di più, arrivando ad abbracciare i romanzi noir spagnoli e i memoir danesi, le graphic novel di classe e la poesia operaia degli anni Settanta, passando dalla letteratura working class francese, inglese, statunitense, svedese, fino alla poesia operaia cinese. Il prequel invece, il 4 aprile alle 21, sarà dedicato allo spettacolo teatrale “Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto” di Kepler 452, scritto e recitato insieme alle operaie e agli operai della Gkn, vincitore del premio UBU 2023.
Un programma ampio, che supera i confini dell’Italia e spazia nella letteratura working class di tutto il mondo, nelle sue varie forme: geografie e linguaggi, sono i filoni dell’edizione 2024. Con questo programma, la tavola rotonda finale, dedicata a “La fabbrica dei sogni”, della sottoscritta, mi fa sentire ancora di più una formichina nella grande prateria della letteratura più alta che io abbia mai letto e gustato, quella che esce dalla melma del neoliberismo, si scuote di dosso il fango e comincia a salire. E si fa spazio e voce, lotta e speranza, amore e visione. “Che forse è solo un sogno. O forse no”.
Programma completo su www.edizionialegre.it
Valentina Baronti
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