La prima volta che ho avuto occasione di confrontarmi col Sindaco uscente è stata proprio a proposito del progetto della discoteca in piazza Grande.
Era il 12 luglio 2021 e in Sala Consiliare, insieme a cittadini attivi di vari quartieri, c’erano anche il Questore, la Vicesindaca, l’Assessora all’Ambiente e la Comandante della Polizia Municipale, visto che l’incontro verteva sulla “malamovida”.
Ricordo che il dott. Salvetti provò a incassare i ringraziamenti dei residenti della Venezia, chiedendogli conferma che l’apertura notturna della Fortezza Nuova avesse ridotto il loro disagio. Gli risposero di no e che anzi aveva comportato un’ulteriore protrazione del problema, visto che quando cessavano gli schiamazzi degli avventori iniziava il caos di chi usciva dalla Fortezza.
Non molto felice di questa risposta, il Sindaco non sembrò gradire molto neanche la mia successiva domanda: se cioè c’era del vero nell’articolo di stampa che preannunciava l’apertura di una discoteca nel Palazzo Grande.
“È un accordo fra imprenditori” affermò, rinviando il tutto ad ulteriori incontri.
Ci ritrovammo quindi un paio di altre volte in Comune con due Assessori (Ambiente e Turismo) e con i tre impresari interessati, i quali provarono a convincerci che non si trattava di una vera discoteca, ma di un locale per eventi culturali e artistici. Ad una domanda secca dovettero però rispondere che… beh, avrebbe ospitato 800 persone, con chiusura alle 4,00 del mattino. Nessuno stupore, visto che l’ “imprenditore senior” (così lo definì successivamente il Sindaco, in altro incontro) gestisce come noto la discoteca estiva di Calafuria.
Piuttosto, poiché sembrava che schiamazzi notturni, caos di auto e motorini, effetti dannosi di sovraeccitazioni varie e problematiche igieniche non interessassero più di tanto agli amministratori, decidemmo di tutelarci da soli. Così ci mettemmo a raccogliere firme fra residenti e negozianti del centro, tirandone su 1.540 in tre mesi scarsi: il triplo di quello che serviva per portare la petizione in Consiglio Comunale.
Ne nacque addirittura una mozione, votata da varie forze della minoranza ma bocciata a seguito della contro-mozione votata dal Partito Democratico ed alleati. Che non raccoglieva la nostra istanza più significativa (la ZTL notturna estesa a tutto il centro) ma riconosceva comunque in buona parte la gravità delle preoccupazioni espresse, impegnando la Giunta a imporre una serie di prescrizioni a tutela della salute e dell’ordine pubblico.
Bene, nulla di tutto questo è stato poi fatto, ma in compenso i lavori sono andati avanti: nel corso del tempo, sono stati scaricati almeno tre TIR di attrezzature, montate una dopo l’altra all’interno del Palazzo. Sul tetto, in probabile violazione dei regolamenti urbanistici (c’è un esposto in corso) è stato collocato un enorme condizionatore d’aria visibile da strada e piazza.
Il tutto pur in attesa dell’autorizzazione all’apertura da parte della Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo, che deve tuttora pronunciarsi (manca la regolarizzazione di un documento sulla sicurezza statica dell’ultimo piano).
Per la verità mancherebbe anche un altro passaggio, visto che il Questore cessato e la Questora subentrante hanno giustamente chiesto agli imprenditori la redazione di un piano di sicurezza, non ancora prodotto.
In questo momento, quindi, l’apertura di una enorme discoteca fra il Duomo e il Comune, in mezzo a centinaia di abitazioni e in un tessuto urbanistico già fragile, è una spada di Damocle sulla testa dei residenti, sulla qualità del loro sonno (7 ore continuative a notte è il minimo richiesto dai medici) e della loro vita. Lo confermano gli annunci periodici sulla stampa di una prossima apertura in autunno.
E il sindaco uscente? Beh, io mi sbaglierò, ma credo che un amministratore autorevole (e non autoritario) sappia usare quella che in politica si chiama “moral suasion”: la capacità di far comprendere agli interlocutori se un progetto commerciale che impatta sul benessere dei cittadini sia o meno praticabile.
Troppo facile nascondersi dietro le “intese fra privati”, quando si è per legge i principali responsabili sanitari locali e si deve tutelare la salute di migliaia di persone.
Io credo che abbiamo bisogno di un sindaco o di una sindaca che si faccia carico delle preoccupazioni dei cittadini, anche su questi temi. Con un’idea di città in cui le megadiscoteche, così come qualsiasi locale che arrechi grave disturbo, si aprono lontano da chi chiede solo di dormire la notte.