La base di Camp Darby è stata costruita nella tenuta del Tombolo (Pisa) nel 1951 grazie a un accordo tra l’Italia e gli Usa. Avrebbe dovuto rimanere per 40 anni (poi 45), invece è attualmente ancora attiva e si avvale dello scalo navale del porto di Livorno e della stazione aeroportuale di Pisa. Da sempre la sua funzione specifica è di deposito per gli armamenti e i mezzi da guerra: tra le più grandi e importanti fuori dal territorio Usa, è stata possibile tramite degli accordi segretati.
Nell’arco del tempo la base è stata molto contestata, non solo dagli attivisti per la pace, ma anche dalla popolazione, alla quale non è mai stato chiesto né il consenso, né alcun parere su Camp Darby che quindi è stato vissuto – per lo più – come un’imposizione dall’alto. Senza contare la preoccupazione dei cittadini per le operazioni che si svolgono nella base, tutt’altro che sicure.
Ed è ancora senza il consenso della popolazione che attualmente nel territorio stanno ampliando le zone ad utilizzo militare: il governo sta organizzando la costruzione di una nuova base italiana a Coltano. La sua funzione sarà l’addestramento a operazioni di antiterrorismo. Nella base avranno sede il GIS (Gruppo Interventi Speciali) dei Carabinieri e i Paracadutisti “Tuscania”.
Il progetto dopo il via libera del governo Conte nel 2022 è diventato legge con l’attuale governo Meloni grazie al decreto “Infrastrutture” di giugno scorso. Oltre alla complicità del Governo, della Regione -sia centrodestra che PD- in quest’ultimo passaggio ha pesato anche il ruolo del presidente dell’Ente Parco Lorenzo Bani, che ha firmato in piena estate -negli ultimi giorni di luglio- un accordo per la costruzione nonostante le partecipate contestazioni.
Inizialmente i finanziamenti stanziati erano 190 milioni di euro, ma sono improvvisamente aumentati a 520 milioni. 90 sono stati già presi dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione destinato alle spese sociali, e dal Ministero delle Infrastrutture. Inoltre raddoppia l’estensione dell’area che passerà dai 70 ettari iniziali a 140 ettari. La maggior parte del sito toccherà il Parco naturale di San Rossore, a San Piero a Grado, nell’area Ex-Cisam per la gran parte delle strutture, e a Pontedera nell’area della tenuta Isabella, per la costruzione di un poligono di tiro e di una pista addestrativa. I lavori dureranno 10 anni e inizieranno entro la fine del 2024, passando dall’abbattimento di migliaia di alberi.
Continuano le proteste di migliaia di abitanti e di molte associazioni per difendere un ambiente naturale già troppo sacrificato e danneggiato da impianti e costruzioni artificiali, per un futuro di pace, per richiedere investimenti alternativi in sanità, pensioni, istruzione, salari, contro un’economia che si sta prestando a una conversione bellica, da spartirsi esclusivamente in modo predatorio senza tenere in considerazione le difficoltà in cui stanno versando i popoli.
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