Non c’è più tempo né spazio! Lettera dalle detenute del carcere di Torino

  • Tempo di lettura:2minuti

Le detenute del carcere di Torino hanno iniziato uno sciopero della dame a staffetta. A comunicarlo è Nicoletta Dosio che ha ricevuto la lettera.

A fronte del crescente sovraffollamento e di tutti gli eventi critici riguardanti gli istituti di pena, e viste le inefficaci misure adottate fino ad oggi da parte delle istituzioni competenti in materia penitenziaria per ridurre il numero dei reclusi, garantendo così, condizioni di vita dignitose e percorsi trattamentali e di reinserimento così come è scritto in Costituzione ed anche nell’ordinamento penitenziario del 1975. La sezione femminile del carcere di Torino, con l’adesione di 57 donne ivi ristrette

 DICHIARA

che a partire dal 5/9/24 comincerà lo sciopero della fame a staffetta e ad oltranza. Tale iniziativa e scelta pacifica ha lo scopo di richiamare più attenzione possibile sulle condizioni detentive affinché venga concessa la liberazione anticipata speciale di 75 giorni e/o qualsiasi misura concreta ed immediata che riduca il sovraffollamento e faccia fronte all’emergenza umanitaria che vive tutta la comunità penitenziaria.

Seguono 57 firme della 1, 2 e 3 sezione femminile

Non c’è più tempo, né spazio. In queste strutture fatiscenti ed insalubri si fa fatica a gestire “un’esistenza”.

Dopo il susseguirsi di suicidi, eventi critici, roghi, detenuti ed agenti feriti e la costante crescita del sovraffollamento.

Al termine di un’estate “rovente” non solo per il clima, dal 5/9/24, 57 donne ristrette nel carcere di Torino, hanno deciso di portare avanti lo sciopero della fame ad oltranza e a staffetta.

Questa scelta pacifica ha lo scopo di richiamare l’attenzione pubblica, del Parlamento e delle istituzioni sulla situazione d’emergenza totale delle carceri ed affinché venga concessa qualsiasi misura che riduca il sovraffollamento e/o la Liberazione Anticipata Speciale di 75 giorni.

A causa del sovraffollamento questi magazzini di corpi stanno per esplodere.

L’unico crimine che vediamo e subisce tutta la comunità penitenziaria fatta di detenuti e detenenti e l’indifferenza. Chiediamo attenzione e concretezza, che tutti mettano da parte le strumentalizzazioni e si decidano.

Ci rivolgiamo ai parlamentari e ministri facendo leva sulla Costituzione, e quindi sui diritti fondamentali, sul senso utile della pena, che invece in queste condizioni e del tutto inefficace in prospettiva futura.

Ci rivolgiamo nuovamente al Presidente Mattarella, in quanto garante del rispetto della Costituzione: convinca coloro che insediandosi al governo hanno giurato proprio sulla Costituzione a ridurre il numero dei reclusi rispondendo con soluzioni logiche ed umane.

Non c’è più tempo né spazio!

The following two tabs change content below.
L’Osservatorio Repressione è una associazione antifascista, antirazzista e antisessista, nata nel 2007 con l'obiettivo di promuovere e coordinare studi, ricerche, dibattiti, seminari, sui temi della repressione, della legislazione speciale, della situazione carceraria, e di raccogliere, conservare materiali e documenti inerenti questi temi anche con la pubblicazione dei materiali delle proprie ricerche. Promuove infine progetti indipendenti o coordinati con altre associazioni e movimenti che operano nello stesso ambito. Per info e contatti con l’Osservatorio sulla Repressione 335/8191842 - info@osservatoriorepressione.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *