Prefazione
Questa storia potrebbe essersi davvero svolta in questo modo, dopo la Notte dei Cristalli, l’ondata dei pogrom antisemiti nella Germania nazista tra il 9 e 10 novembre del 1938.
Ho cercato di raccontare il periodo più buio della comunità ebraica tedesca di Mittelsinn, il paesello limitrofo al mio paese d’origine nella Bassa Franconia, al confine con la regione dell’Assia. E’ stata una comunità fiorente che all’inizio del 1938 contava 105 componenti, molti dei quali provenienti dalla regione del Reno-Meno. Rappresentava circa il 10% della popolazione. La stragrande maggioranza della popolazione era protestante, esisteva anche una minoranza cattolica.
Ma come mi è venuto in mente di scrivere questa storia?
Circa 20 anni fa, durante una visita al mio paese d’origine, ho visitato il cimitero ebraico poco lontano. Sono rimasto molto colpito da ciò che ho trovato lì: ad esempio la storia del cimitero, le lapidi degli ebrei del paese limitrofo Mittelsinn, compreso il cognome Strauß.
Quando ho chiesto ad una mia zia, che proveniva da questo paese, di parlarmene, mi ha raccontato molte cose sugli “ebrei del mio paese”, tra cui la Notte dei Cristalli, le SA (Squadre d’assalto, formazione paramilitare del partito nazista, note anche come “camice brune” dal colore della loro divisa) e i saccheggi da parte della gente del posto. Mi disse anche che suo padre aveva nascosto alcuni oggetti di valore per il suo vicino ebreo.
Da altre fonti ho appreso poco o nulla, solo che le SA del mio paese non erano “presenti” alla Notte dei Cristalli. Nella collezione di foto dei miei genitori ce n’era una con gente del posto in uniforme SA.
Da bambino o da adolescente non appresi quasi niente del “Terzo Reich” e di avvenimenti locali, al massimo “di sfuggita”:
Da mio padre, sui commercianti ebrei al mercato locale; mia madre raccontò che sua madre si faceva ancora consegnare farina e altri generi alimentari da un bottegaio ebreo del paese vicino- e questo contro la volontà di suo figlio maggiore- e la storia del “Davidle” il figlio di questo negoziante.
Sono sempre stato interessato a questo periodo storico. Così, dopo molti anni, ho scritto il racconto di David e Markus Strauß, un omaggio agli ebrei del paese di Mittelsinn.
La mia storia è di gran parte inventata. Non avendo avuto accesso completo ai documenti e agli archivi di Mittelsinn, il mio racconto non è ovviamente “completo”. Né doveva esserlo. Tuttavia, ho trovato in internet riferimenti a documenti molto preziosi e apparentemente sconosciuti, ad esempio nell’Archivio Federale e negli archivi della Gestapo di Würzburg, capoluogo della provincia.
Le numerose note a piè di pagina aiutano la comprensione storica.
Mittelsinn, 10 novembre 1938
Escono dalla loro casa in cui c’è ancora l’insegna di negozio alimentare nella Judengasse (Vicolo degli ebrei): Markus Strauß 1, già “commerciante di beni e prodotti “, vedovo, da poco in pensione; suo figlio David, di Francoforte, in visita da qualche giorno. David ha dovuto lasciare l’istituto elettrotecnico “ariano” 2 e ha lavorato in una piccola fabbrica come elettromeccanico. È stato licenziato alla fine di ottobre.
David: Guarda il disastro che è successo ai vicini. Ci sono ancora macerie in strada – siamo stati fortunati. I pochi pezzi di vetro in casa nostra e la vetrina del negozio distrutta non sono nulla in confronto.
Markus: Ciò che mi addolora di più è che hanno distrutto la sinagoga, che vergogna! Spero che non sia successo nulla all’insegnante! Hanno demolito anche la scuola! Le SA, provenienti dagli altri villaggi, erano spietate. Erano delle bestie, non erano di qui, ma ho riconosciuto uno di loro, era qui anche nel marzo scorso. Ti ricordi, il 12 marzo, dopo l’Anschluss3 , in tutto il “Reich” ci furono rivolte antiebrei che che portarono anche alla demolizione dei negozi ebraici qui, alla rottura dei vetri delle finestre e al parziale vandalismo nella sinagoga. 4
David: Forse a quel punto avresti dovuto andartene, come molti altri. Qui siete rimasti in pochi.
Markus: Tua mame 5 era appena morta…
David: Ieri non c’erano SA di qui, ma c’era gente del posto che ha partecipato. Ho potuto vedere dalla finestra come la Maria ha saccheggiato il magazzino del Levy. Ha portato via lenzuola e damaschi. Era nazista fin da piccola! 6
Dopo un po’ di tempo:
Markus: Per fortuna eri di sopra quando hanno iniziato. Se fossi sceso e avessi detto qualcosa, ti avrebbero picchiato a morte. Ho appuntato rapidamente l’EKII 7 alla mia giacca quando hanno bussato alla porta e gridato “fuori gli ebrei”. Dopo l’esperienza di marzo, ho pensato che sarebbe servito. E’ servito? -Tuttavia, un giovane mi ha colpito con un manganello. Fa ancora male, ma non tanto… In ogni caso, un cittadino di mezza età ha detto: “Quello è un vecchio, lasciatelo stare. Il negozio è chiuso”.
…. Devo finalmente togliere l’insegna del negozio.
David: Probabilmente era uno dei cattolici. Sono una minoranza anche loro qui… Beh, comunque il nostro vicino Filippi, anche lui cattolico, è una brava persona, possiamo nascondere qualcosa da lui. L’hai fatto anche a marzo, mi hai detto. Tutta la famiglia è sempre stata buona con noi.
Markus: Quando le SA videro che il negozio era vuoto, non entrarono più in casa e si limitarono a rompere la vetrina e a spaccare qualche altra finestra.
David: Sono andati anche dal fabbricante? – La madre del proprietario è ebrea al 100 %.
Markus: Staranno attenti, il segretario del partito locale si assicurerà che non succeda nulla al più grande datore di lavoro del nostro paese! Stamattina è tutto tranquillo, ma entriamo.
Entrano nella cucina, che si trova proprio dietro il negozio.
Markus: Davidle, ora finalmente mi dirai perché sei arrivato “per caso” qualche giorno fa!
David: Davidle… lo dicevi sempre quando ero piccolo. Ti ricordi come mi sgridavi il venerdì sera? “Davidle, fatti lavare, altrimenti vado nel negozio a prendere la frusta…”
Markus ride: “Davidle era il piccolo ebreo biondo per tutti. Anche adesso sei ancora biondo scuro e non sembri affatto un ebreo…Ma ovviamente avevi paura dell’acqua! …. e questo in preparazione allo Shabbat
David: Quelli sì che erano giorni… Mi piaceva anche andare al mercato di Obersinn (il paese natale dell’autore) con te. Avevi sempre una montagna di caramelle non incartate sul tavolo e io guardavo i monelli del villaggio che si “appoggiavano per sbaglio” con i gomiti per avere qualche caramella gratis. Ma negli ultimi tempi nubi grigie (in realtà brune) erano all’orizzonte: il mercato andava male e la gente comprava sempre meno dagli ebrei. Dicevi sempre: “Smontiamo, il mercato è andato male! “
Markus: Ma la gente continuava a fare acquisti “dall’ebreo”. Si entrava nei negozi ebraici solo dopo il tramonto o dalla porta sul retro. Lo stesso valeva per andare a prendere o consegnare il latte. Alcuni ci rimasero comunque fedeli. La Caterina (chiamata Kate) di Obersinn (la nonna dell’autore, ndr) ha continuato a prendere la nostra farina fino alla fine. Uno o due dei figli maggiori (da precisare: i figliastri… almeno uno è nazista) avevano dopo la consegna sempre rimesso il sacco di farina davanti alla casa, ma ”la Kate” si impose: “Continuiamo a prendere la farina da Markus!” A loro regalavo anche il nostro pane azzimo. E la figlia, Luisa, veniva anche alla nostra Festa delle Capanne.
David: Erano eccezioni.
Markus: Forse. I nazisti, compresa la Gioventù Hitleriana locale, sono diventati sempre più aggressivi dopo il ’36; quando la situazione era tranquilla in tutta la Germania a causa delle Olimpiadi, e soprattutto dopo l’Anschluss. L’altro giorno qualcuno mi ha costretto a comprare un “rafano” da lui, che in realtà era una radice d’albero sbucciata. Vogliono logorarci… E il figlio del nostro maestro, quando ha voluto vedere come la Gioventù Hitleriana faceva un’esercitazione nei prati, l’hanno quasi picchiato a morte. Un vero e proprio crimine…
David: Avresti dovuto andartene molto tempo fa.
Markus: Ci ho pensato ultimamente…. Andrò in una casa di riposo a Würzburg o a Francoforte, abbiamo ancora qualche parente lì…Ma chi poteva immaginare una cosa così? Stavamo bene durante il periodo di Weimar!
David: Bene? All’inizio non tutti stavano bene. I nazisti e le destre parlavano già allora della “Repubblica ebraica”, soprattutto durante la Grande Depressione: se gli operai perdevano il lavoro, il responsabile era la “cattiva gestione ebraica”. Se gli invalidi di guerra, gli orfani e le vedove erano mal assistiti, la colpa era della “Repubblica ebraica”. Se i commercianti o gli artigiani perdevano i loro mezzi di sostentamento, erano braccati dai “succhiasangue ebrei”. Se i piccoli agricoltori soffrivano sotto il peso delle ipoteche sulle loro case e sui loro campi (anche qui, tra l’altro) erano vittime della “servitù degli interessi ebraica”.
Markus: Ma qui la situazione era tranquilla, e lo era ancora all’inizio del ’33. C’erano solo pochi nazisti un po’ ribelli, anche se nel capoluogo provinciale la storia era diversa. Lì ci sono stati tumulti che apparentemente non erano conformi alla linea del partito. E più tardi qui? Il podestà e segretario del partito nazista Sachs è in realtà abbastanza ragionevole. I pochi vecchi nazisti e membri delle SA sono i cattivi, compresi quelli del paese limitrofo. Ciononostante, andava ancora abbastanza bene. E poi: Ero fiducioso. Ti ricordi che Hitler e Göring dissero: Chiunque insulti un soldato di prima linea nel Terzo Reich sarà punito con la prigione?
David: L’hai visto ora…
Markus: Mi sono fidato di loro. Questo scrissero anche i giornali ebraici e l’Associazione centrale di cittadini tedeschi di fede ebraica (CV). 8
David: Lo so, tu sei anche nell’ “Associazione del Reich dei soldati ebrei di prima linea”, e orgoglioso della tua Croce di Ferro e leggi sempre il loro giornale “Das Schild”(Lo Scudo). 8
Markus: Certo, mi sono sentito un tedesco per tutto il tempo… Ma veniamo a te…
David: Babbo, come sai, nel 1935 con le nuove leggi naziste ho dovuto lasciare l’istituto elettrotecnico statale di Francoforte e ho lavorato fino a poco tempo fa in una piccola fabbrica come elettromeccanico. Lì c’era un buon clima di lavoro; ero contento e la sera studiavo elettrotecnica con un corso per corrispondenza. Però il nuovo proprietario, il nazista, mi licenziò alla fine di ottobre. Cosa mi trattiene qui? Niente. Avevo già deciso di andarmene dalla Germania tempo fa: Sono venuto qui solo per salutarti e volevo andare a far visita della tomba della mia “Mame” al cimitero ebraico distrettuale. Ma non posso più farlo dopo questi eventi.
Markus: Vuoi scappare clandestinamente? Avresti potuto emigrare in tempo. Ti ricordi, il nipote del nostro vicino Nathan era andato nel campo di addestramento dell’organizzazione dei pionieri ebrei per la formazione degli immigrati e da allora è emigrato in Palestina. Ne ha parlato anche il giornale “Der Israelit”.10
David: No, come sai, non solo la religione, ma anche il sionismo, non fa per me. Una volta sono stato nel campo di vacanza “Machanot” della “Rappresentanza del Reich degli ebrei tedeschi”, ma lì regnava un’atmosfera sionista. Mi sono sempre sentito un tedesco. Emigrare in Palestina non faceva per me e quelli della Jewish Agency parlavano solo di Aliyah, l’emigrazione in Palestina. 11 Avevo in mente di emigrare da molto tempo. Ma sto andando da un’altra parte… Però ora è diventato ancora più difficile a causa del Grynszpan… 12 Ritornando alla tua domanda come scappare: ho un collega di lavoro che fa parte del SAP 13 che è ancora attivo clandestinamente. Anch’io ci sono stato qualche volta da loro. Insieme agli ex membri dell'”Associazione operaia ginnastica e sport” (Arbeiter-Turn- und Sportbund), hanno creato una rete clandestina per far uscire di tanto in tanto le persone dal Paese. Per me è facile arrivare a Magonza 14, lì ci sono portuali e marinai fluviali che sono compagni o oppositori dei nazisti e navigano fino a Rotterdam. Da lì cerco di arrivare in Inghilterra. Non ho ancora consegnato il mio vecchio passaporto, quindi la “J” non c’è ancora. 15
Markus: È pericoloso… E come farai ad andartene da qui?
David: Non posso prendere il treno da qui a Francoforte dopo i pogrom. È troppo insicuro, persino pericoloso, per me in questi giorni, anche se la gente non mi riconosce come ebreo a causa del mio aspetto. Conosco bene la zona boschiva e le colline occidentali della nostra provincia grazie alle mie frequenti escursioni con la nostra organizzazione giovanile. So ancora dove si trovano i rifugi. Per sicurezza, metto una coperta nello zaino. Cammino almeno fino al capoluogo distrettuale, saranno con questa deviazione un po’ meno di 40 chilometri…
Markus: Stasera andrò per sicurezza a prendere per te la bicicletta che ho nascosto dal nostro vicino Filippi…
David: Al capoluogo prenderò il primo treno dei lavoratori per Francoforte , per non dare nell’occhio. Ho anche qui la tuta e scarpe pesanti e mi metto un giaccone. Prima di arrivare alla stazione, mi tolgo lo zaino e metto la borsa a tracolla come un operaio. Ho ancora il tesserino aziendale. E sul treno leggo il “Völkischer Beobachter”. 16…Ma non vado fino alla stazione centrale di Francoforte, dove ci sono molti controlli di identità, ma scendo prima, e poi continuo con il tram…
Markus: Hai dei soldi? Te ne darò un po’.
David: No, grazie, non ne ho bisogno, ho dei risparmi.
Markus: No, te ne darò. E prendi l’anello prezioso e la catenina di tua madre come riserva, puoi cucili nella tua giacca…
David: Lo farò, grazie. E tu cosa vuoi fare? Anche tu dovresti partire presto.
Markus: Ho già preso contatti con le case di riposo ebraiche della provincia e di Francoforte…
David: Bene. Adesso raccolgo le mie cose…
Si salutano prima di andare a letto:
“Shalom, Babbo” – “Shalom, Mazel tov, David!”.
La mattina dopo, David non c’è più.
Postfazione
“Quando tutto era finito”
Dopo la guerra, i membri delle SA e i nazisti furono rapidamente denazificati e divennero “bravi cittadini”.
Il Gauleiter17 Dr Hellmuth fu condannato a morte per impiccagione dal Tribunale militare supremo USA in Germania. Nel 1951, la condanna a morte fu inizialmente commutata in “ergastolo”. L’ergastolo di Hellmuth fu commutato in 20 anni e egli fu rilasciato nel 1955.
Poiché Markus Strauß non figura nell’elenco dei deportati, si può supporre che si sia salvato o sia morto prima del 1942.
A Mittelsinn non si parlava quasi mai dell’epoca nazista e degli eventi della Notte dei Cristalli e dei concittadini ebrei.
Alcune cose erano note per sentito dire:
Si diceva che l’anziana madre ebrea dell’industriale locale non fosse stata deportata, ma morta nel suo letto.
Si diceva che il podestà e segretario della sezione nazista locale Sachs fosse morto di fame nel campo americano di Hammelburg.
Per molto tempo, l’amministrazione di Mittelsinn non fece nulla per ricordare i suoi concittadini ebrei, ma una signora anziana ha dato un contributo importante alla ricerca e rivalutazione della storia della comunità ebraica.
Nel 2013, un discendente del concittadino ebreo Max Gundersheimer è venuto a visitare Mittelsinn.
Davanti all’edificio della Cassa di Risparmio in via Fellenberg ( già Judengasse- vicolo degli ebrei) è apposta una targa commemorativa con il seguente testo: “Di fronte sorgeva la sinagoga della comunità ebraica di Mittelsinn. In memoria e ricordo”.
In ricordo della deportazione è presente anche una scultura a forma di valigia. L’originale si trova alla stazione del capoluogo provinciale Würzburg, luogo della deportazione.
NOTE
1)Esisteva davvero un Markus Strauss. Ho inventato il figlio David. Ma c’era un “Davidle” (piccolo David) nella comunità ebraica di Mittelsinn.
2) in seguito alle leggi naziste antiebraiche
3) Annessione dell’Austria al Reich. Dopo i disordini di marzo, molti dei 105 ebrei di Mittelsinn decisero di trasferirsi (si dice che fossero 70); la maggior parte andava a Francoforte.
4) Non furono coinvolte e SA di Mittelsinn e del mio paese, ma quelli da paesi più lontani
5) Yiddish per “mamma”
6) Negli archivi della Gestapo risultano procedimenti investigativi e accuse per saccheggio di cittadini, e pare che uno di loro fosse anche del mio paese
7) Croce di Ferro di seconda classe, decorazione militare, ricevuta durante la Prima guerra mondiale
8) Il giornale della “CV” era considerato la voce dell’ebraismo tedesco assimilato e liberal-conservatore. All’inizio del 1933, la CV era del parere che se lo Stato e le sue istituzioni avessero riconosciuto il pericolo e il potenziale danno alla reputazione del Reich all’estero, i nazisti non avrebbero permesso alcun pogrom. Quando, dopo il primo boicottaggio delle imprese ebraiche nel 1933, all’estero furono lanciati appelli per un boicottaggio delle merci tedesche, la “Rappresentanza del Reich degli ebrei tedeschi” inviò una lettera ad Adolf Hitler. In essa si condannava sia il boicottaggio delle imprese ebraiche sia il boicottaggio internazionale antitedesco previsto all’estero.
9) Anche l “Associazione del Reich dei soldati ebrei di prima linea” inviò un telegramma a Londra nel luglio del ’33, chiedendo urgentemente di annullare il previsto congresso internazionale sul boicottaggio delle merci tedesche.
10) I primi boicottaggi del 1933 spinsero soprattutto i giovani ebrei e sionisti a prepararsi all’emigrazione. Alcuni giovani si sottoposero all’Hachshara, una formazione agricola organizzata dai sionisti per coloro che volevano emigrare in Palestina.
11) L’Organizzazione Sionista Mondiale e il Ministero dell’Economia del Reich conclusero l’accordo Ha’avara (Transfer) per l’emigrazione in Palestina nel 1933. L’accordo fu molto dibattuto all’interno della popolazione ebraica, soprattutto tra gli ebrei assimilati. Non tutti potevano permettersi di emigrare a causa delle condizioni finanziarie. Dei poco più di 500.000 ebrei tedeschi del 1933, circa 1/10 emigrò in Palestina fino al 1939.
12) Herschel Grynszpan, noto in lingua tedesca anche come Grünspan, compì l’attentato al diplomatico tedesco Ernst vom Rath a Parigi il 7 novembre 1938. Il regime nazionalsocialista utilizzò questo atto come pretesto per condurre pogrom contro la popolazione e le istituzioni ebraiche in Germania, pianificati da tempo (Reichskristallnacht- la notte dei cristalli).
13) SAP: Sozialistische Arbeiterpartei Deutschlands (Partito socialista dei lavoratori della Germania) era un piccolo partito di sinistra. Si battè sin dall’inizio per l’unificazione di tutta la sinistra contro il nazismo, fu molto attivo nella resistenza e clandestinità
14) Città a confluenza dei fiumi Reno e Meno ad ovest di Francoforte
15) L’ordinanza sui passaporti per gli ebrei del 5 ottobre 1938 dichiarò invalidi tutti i passaporti tedeschi detenuti da ebrei. I passaporti validi per l’estero tornavano ad essere validi se venivano contrassegnati dall’autorità competente con un elemento che identificava il titolare come ebreo, la J rossa.
16) Il quotidiano- organo del partito nazista
17) Capo nazista provinciale
Leonhard Schaefer
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