Un aggiornamento dal fronte: Rovezzano e il comando NATO alla Caserma Predieri

  • Tempo di lettura:3minuti

Ormai stiamo vedendo con chiarezza come sia in atto un progetto globale che coinvolge la Toscana e che, ricollegando strutture civili e militari, basi, impianti e comandi, ne fa un polo importante per il progetto di militarizzazione del territorio italiano voluto e realizzato dalla Nato. Questa è collegata a quella che si chiama “logistica di guerra”.

I lavori nel porto di Livorno, snodo fondamentale per il trasporto marittimo di materiale bellico, sono già iniziati. Stanno realizzando modifiche significative del porto (darsena, banchine, impianti..) creando poi collegamenti tra il porto e l’aeroporto militare di Pisa e la struttura militare di Camp Darby. In questa base nata nel 1951 è stanziato l’arsenale americano più grande al mondo fuori dai confini USA. In questi territori sta nascendo un’infrastruttura militare che integrandosi con Coltano, San Pietro a Grado, Pontedera, e coinvolgendo in maniera massiccia il Parco di San Rossore, ne farà un centro logistico per la guerra, polifunzionale, integrato e interconnesso. Qualcosa di estremamente utile per i progetti di guerra della Nato negli anni a venire.

Funzionale e fondamentale per la nascita di questo complesso logistico-militare-industriale è l’implementazione del Comando Nato all’interno della Caserma Predieri del Multinational Division South (Mnd-S) della Nato. Non è quindi solamente una struttura militare internazionale, ma un centro fondamentale per il coordinamento di ogni missione militare nel Mediterraneo del sud, Africa e Medio Oriente. Senza che nessuno dei cittadini lo sapesse, secondo la logica colonialista e centralista del “decidi, annuncia e difendi la decisione presa” la Nato e l’esercito italiano hanno deciso la ristrutturazione e la nuova destinazione della caserma Predieri, non per un’opera utile alla popolazione fiorentina, non per una struttura culturale, sportiva o sociale, ma per aumentare la presenza della Nato sul territorio italiano.

Il Comune di Firenze nel 2023, dopo assemblee spontanee dei fiorentini, di fronte alla richiesta di accesso agli atti da parte del comitato e dei consiglieri di Sinistra Progetto Comune, ha prima banalizzato poi parlato degli aspetti “positivi” di questa struttura. In realtà è emerso da subito che “Firenze Città della Pace”, come si è appellata in tempi migliori, non disdegna di coinvolgersi nei progetti di espansione della Nato.

Ora siamo nella fase dell’inizio dei lavori nella caserma, a breve saranno definite le ditte che porteranno avanti i lavori, finanziati per 27,176 milioni di euro. Il comune di Firenze non ha preso posizione, si è limitato a parlare di competenze, dimenticando che la sua posizione “politica” sarebbe importante, lasciando quindi i cittadini da soli ad opporsi. Non stiamo a ricordare che non dire niente di fatto avalla la realtà esistente, è un assenso.

Recentemente il consiglio di quartiere di Rovezzano ha prodotto una mozione contraria all’installazione, ma anche questa non ha prodotto conseguenze politiche. Resta il Comitato No Comando Nato né a Firenze né altrove che sta organizzando iniziative, volantinaggi informativi, biciclettate intorno al Comando, presenze critiche durante iniziative ufficiali e non.

In questi mesi il Comitato ha iniziato una campagna di raccolta firme da presentare all’Unesco, per chiedere un suo intervento ufficiale dato l’importanza culturale della città di Firenze, prima città Patrimonio dell’Unesco. Sappiamo che per statuto nelle città patrimonio Unesco non possono esserci strutture militari.

Le numerose firme raccolte, da un lato hanno fornito l’occasione per coinvolgere gli ignari cittadini, dall’altro saranno uno strumento legale per fare opposizione.

Il gruppo di lavoro “Scuole non Caserme” che fa parte del Comitato, vuole continuare l’osservazione, la denuncia e l’opposizione alla presenza dei militari nelle scuole, le “gite scolastiche nelle strutture militari”, contro la formazione scuola-lavoro presso l’esercito italiano.

Il comitato sta legandosi con le altre realtà antimilitariste, sociali, sindacali (ferrovieri, portuali, lavoratori…. ) in Toscana e oltre, creando una rete e impegnandosi a trasformare il tutto in una lotta politica e sociale (logistica della guerra). Con queste realtà vogliamo scendere in piazza, costruendo insieme iniziative.

Alessandro Orsetti per il Comitato No guerra No Nato

Per essere aggiornati invito a seguire il nostro sito https://www.noguerranonato.org/

The following two tabs change content below.

Alessandro Orsetti

Alessandro Orsetti, educatore professionale, attivista sociale, membro di Rete Kurdistan Italia, fa parte del comitato cittadino No Comando Nato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *