Se anche la provincia si ammala di speculazione? Viene da chiederselo guardando ai dati relativi a Empoli di idealista.it, uno dei principali portali di intermediazioni immobiliari in Italia. Certo, dati parziali e da prendere con le molle, che tuttavia tracciano un orizzonte ben definito. Per scorgerlo basta osservare l’andamento delle variazioni annuali nel costo del “mattone” a metro quadro.
Se fino alla metà del 2020 la colonna delle percentuali era completamente rossa (segno meno, insomma), dalla seconda metà dell’annus horribilis ha cominciato a tingersi di verde (segno più). A livello assoluto questo ha significato una crescita media del prezzo di un metro quadrato di circa 130 euro. Ad agosto 2020 si spendevano in media 2.034 euro, a giugno 2025 si è arrivati a 2.163. Nulla a che vedere con i livelli del 2012, quando ci volevano oltre 2.700 euro al mq. Ma quelli erano altri tempi, impossibili da mettere a paragone con quelli attuali. Una crisi economica che ancora in provincia doveva cominciare a farsi sentire davvero e un mercato immobiliare totalmente impazzito, come la storia dello scoppio della bolla speculativa sui mutui negli Stati Uniti aveva già fatto presagire.
La provincia, già. Di questo stiamo parlando. Una provincia particolare, diversa da altre ma pur sempre provincia. Tendenzialmente benestante, con un tessuto produttivo tutto sommato florido e servizi in continuo deficit di ossigeno, seppure presenti a differenza che altrove. Ma soprattutto al centro di un crocevia di scambi e di transiti, punto di snodo delle principali infrastrutture regionali.
Va considerato tutto questo se si vuole fare un’analisi più possibile fedele alla realtà e altrettanto scevra da forzature. Tutto questo e anche altro. Come ad esempio la prossimità ad uno dei più importanti esempi italiani di speculazione immobiliare: Firenze. Quel capoluogo-vetrina ormai svuotato di abitanti e riempito di spazi vuoti da affittare. Così come va considerata la corsa delle amministrazioni locali a creare nuove miniere d’oro sul territorio, che tradotto significa un aumento della superficie edificabile di 600.000 metri quadrati nel nuovo piano strutturale intercomunale.
Ecco che unendo i puntini l’orizzonte si delinea: Empoli è sempre più appetibile e sempre più sul mercato. E quando un bene è appetibile e sul mercato – per di più senza alcuna volontà politica di mettere dei paletti, anzi – il paroliere avrebbe parafrasato che “sono volatili per diabetici” e chi vuol capire capisca.
Tornando alla lettura dei numeri contenuti nel report di idealista.it, il trend che emerge è ancora più evidente se si considerano alcune aree specifiche. In particolare, il centro storico (finora una delle meno trainanti dal punto di vista immobiliare) e le zone limitrofe, cioè quelle più vicine ai servizi e alla stazione ferroviaria. In centro e nelle adiacenze negli ultimi 5 anni un metro quadrato è arrivato a costare 160 euro in più, nella zona dell’ospedale 150 euro in più, in zona stazione 250 euro, nell’area della pretura – zona del centro commerciale cittadino – 320 euro e addirittura nei quartieri di Ponzano e Carraia 350 euro in più. Ponzano e Carraia fra i più edificati e colpiti dall’alluvione dello scorso marzo.
Una crescita che fa il paio con l’impennata degli affitti, specie sulle piccole dimensioni: monolocali e bilocali, arrivati a sfondare quota 600 nel primo caso e 750 nel secondo. Insomma il caro vita, come ben sappiamo, si traduce in un tetto sopra la testa sempre più costoso. E – a Empoli come altrove – la crescita dei salari e le politiche abitative per farvi fronte? Sempre meno pervenute. Di nuovo “volatili per diabetici”.

Marco Pagli e Carlotta Caciagli

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