










Non ci consideriamo esterni al mondo che brucia. Non ci consideriamo solidarietà di chi sta fuori verso chi sta dentro la catastrofe.
Non osiamo di certo paragonare le nostre sofferenze a quelle dei gazawi o del resto dei Palestinesi. Noi non abbiamo idea di cosa sia la casa rasa al suolo, stringere tra le braccia il corpo di una/un figlio appena ammazzato da un esercito occupante, la morte per fame o semplici infezioni, il corpo mutilato, la decennale umiliazione e tortura psicologica.
Il punto non è paragonare tra loro le forme o il grado di violenza. Il punto è realizzare di essere parte della stessa catastrofe.
Non solidarietà verso un luogo lontano, ma rapporti di forza da cambiare urgentemente qui e ora.
Gaza è qui: nella rete di complicità politiche, informative, economiche, nel riarmo, nell’ideologia razzista e xenofoba. Gaza è qui perché è la prova generale di un ulteriore salto di qualità nell’abbrutimento, impoverimento e militarizzazione dell’intera società.
Il genocidio palestinese è la convulsione più acuta e atroce di un intero sistema che ci trascina a fondo, con la crisi climatica, idrica, l’impoverimento, l’impossibilità di curarci, i salari bassi, il fanatismo razzista e xenofobo.
E allora sì, vi invitiamo a fare un gesto di “opinione”. Ma con la piena consapevolezza che il problema sia ben altro. Perché questo sistema apparentemente basato “sull’opinione”, della nostra opinione non se ne fa nulla.
Non dimentichiamoci questo: tutto questo accade perchè da tempo abbiamo perso la capacità di esercitare i rapporti di forza sociali, di essere efficaci, trasformativi, bloccanti, maggioranza sociale. Dobbiamo tornare a vincere socialmente. Ed è urgente che accada.
Gaza è ovunque perché il genocidio si basa già su cosa non siamo più. E’ già qui e contemporaneamente è la prova generale di un futuro di resistenza o morte.
Che la solidarietà internazionale sia leva per vincere le lotte sociali qua, che le lotte sociali siano leva per la solidarietà internazionale.


Lo si sarebbe detto agli uni e agli altri. Per dire “a chi sta in basso”, a chi ci sta accanto: guarda che è anche sostenendo la Palestina, che giochi la partita della tua emancipazione sociale. E per dire a chi “sta in alto”, chi ci sta sopra: noi, gli ultimi di questa tua società, stiamo con la Palestina.
H 19.00 iniziativa dei Cori al Parco delle Cascine vicino ad Agraria
H 21.30 urlo per Gaza, davanti ad Agraria: porta tamburi, megafoni, pentole, bandiere, voce, rabbia
E poi? Di botto e senza senso?
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Collettivo di Fabbrica GKN
l Collettivo di fabbrica Gkn è una struttura operaia creata nel 2017 nello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio dopo quasi dieci anni di elaborazione di un modello sindacale partecipativo e rivendicativo. Dal 9 luglio 2021 il Collettivo di fabbrica diventa protagonista, insieme alla struttura sindacale, della vertenza contro la delocalizzazione dello stabilimento attraverso l’assemblea permanente e l’autogestione di fatto della fabbrica. Lancia la parola d’ordine Insorgiamo e si forma un movimento di solidarietà che si organizza attorno al Gruppo di supporto.

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