Si consolida nel 2015 il trend depressivo dei toscani, insoddisfatti della qualità della propria vita, con scarsa fiducia nel futuro e poco assistiti, se anziani. Ce lo dice l’Istat. Il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia (Bes 2015 http://www.istat.it/it/files/2015/12/Rapporto_BES_2015.pdf) presentato dall’Istituto nazionale di statistica negli ultimi giorni di dicembre, evidenzia per la Toscana varie criticità riguardo all’ambito salute, benessere soggettivo e assistenza agli anziani.
Il Bes, giunto alla terza edizione e presentato la prima volta nel 2013, è un progetto che si prefigge di raccontare il paese, ‘al di là del PIL’. Attraverso l’analisi di un ampio numero di indicatori, prova a descrivere l’insieme degli aspetti che concorrono alla qualità della vita delle persone.
In questa ultima edizione, fra l’altro, si registra, rispetto al 2005, un peggioramento del benessere psicologico (specie nelle donne) in Italia ed in modo particolare in Toscana, evidenziato dall’indicatore Mcs (Mental Component Summary). L’Mcs è uno strumento di tipo psicometrico selezionato dall’Istat, che fa riferimento a un indice di salute percepita. Bassi livelli dell’Mcs indicano: ‘frequente disagio psicologico; importante disabilità sociale e personale dovuta a problemi emotivi; salute giudicata scadente’. Questo dato, che conferma il trend evidenziato già nei precedenti Bes 2013 e 2014, può spiegare perché la Toscana è la regione in cui si registra il più alto consumo di farmaci antidepressivi (www.perunaltracitta.org/2015/03/09/salute-toscana-record).
La causa di questo poco invidiabile primato non è quindi imputabile a prescrizioni improprie da parte dei medici di base, come era stato ipotizzato, ma potrebbe essere dovuto ad un malessere psicologico diffuso nella popolazione. Forse il segnale di una ‘normopatia’ collettiva, cioè l’adattamento passivo al modello politico dominante, l’omologazione che poi si paga con sintomi depressivi? Prova ne è che anche la fiducia nel futuro, espressa dall’indicatore: ‘soddisfazione per la propria vita’, che rappresenta di per sé una sintesi del livello di benessere di un individuo, in Toscana è più bassa della media nazionale (vedi Bes 2015, dominio Benessere Soggettivo, pp. 208-209).
Evidentemente le cose non stanno esattamente come a suo tempo propagandato dall’Ars, l’Agenzia regionale di sanità, e dalla Direzione generale Salute dell’assessorato che dichiaravano in modo trionfalistico: “Come stanno i toscani? Bene, grazie. Vivono a lungo e in buona salute. Merito senz’altro dell’ambiente e degli stili di vita, ma anche dell’elevato livello dell’assistenza sanitaria.” (www.perunaltracitta.org/2015/03/09/salute-toscana-record).
A proposito di assistenza sanitaria, nel Bes 2015 è riconfermata la tendenza all’aumento della mortalità per demenze e per malattie del sistema nervoso tra gli anziani, che comporta ovviamente un elevato carico assistenziale da parte delle famiglie. In carenza di strutture adeguate e di assistenza domiciliare, anche questo si può riflettersi negativamente sulla qualità della vita, non solo dei malati ma anche dei loro familiari.
E’ proprio il caso della Toscana. Lo mostrano chiaramente i bassi livelli degli indicatori che riguardano la scarsità di ‘posti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio sanitari in Toscana’ e la bassa percentuale di ‘anziani trattati in assistenza domiciliare integrata’ (vedi dominio Qualità dei servizi del Bes 2015, pp. 294-295). A conferma di ciò basta confrontare i 13 posti letto ogni mille abitanti della Provincia autonoma di Trento con i 5 posti letto per mille abitanti della Toscana (per il primo indicatore) ed i 12 anziani assistiti a domicilio ogni 100 dell’Emilia Romagna contro i 2 anziani assistiti a domicilio ogni 100 della Toscana, per il secondo indicatore. Se a tutto ciò si aggiunge la disastrosa politica ambientale in atto, si capisce come non ci sia tanto da rallegrarsi.
Auguri! Ce n’è bisogno.
*Gian Luca Garetti, Medicina Democratica, sez. Pietro Mirabelli, Firenze
Gian Luca Garetti
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Comitato Toscano in Difesa della Salute Pubblica