#facciamocispazio: la partecipazione funziona… se è reale

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Nel luglio 2015 diverse organizzazioni di cittadini presentarono osservazioni al Regolamento Urbanistico, che prevedeva la trasformazione funzionale e architettonica di alcune aree e confermava per un ulteriore quinquennio i piani attuativi vigenti. Una di queste osservazioni al primo punto chiedeva che l’area di trasformazione ATt 08.08 – Carra fosse interamente destinata a verde pubblico e che nelle aree di trasformazione AT 08.04 ex Manifattura Tabacchi e ATa 08.10, ex Officine Grandi Riparazioni, nel lotto ancora inedificato del piano attuativo Leopolda e nella porzione non escavata del piano di recupero ex FIAT Belfiore-Marcello si liberasse spazio da destinare alla compensazione degli standard di cui il rione è assai carente, soprattutto verde pubblico.

Nel 2016, a seguito delle criticità registrate nel Giardino Maragliano-Spontini, che ridussero per mesi la fruibilità della maggiore tra le piccole aree a verde pubblico del rione, l’Associazione Giardino San Jacopino raccolse 911 firme in calce a una petizione su tre obiettivi condivisi per una maggiore vivibilità del rione, sempre più assediato dal traffico, povero di spazi verdi e da sempre privo di luoghi aggregativi pubblici. Il terzo punto della petizione auspicava, “la convocazione di un tavolo di discussione aperto a tutte le Associazioni e Comitati dei cittadini operanti nella zona, per la predisposizione in tempi rapidi e certi di un piano di sviluppo del verde pubblico del rione”.

Per perseguire questi scopi le due associazioni (Giardino San Jacopino e Leopolda Viva) e i due comitati di rione (ex FIAT Belfiore-Marcello e per la Tutela dell’ex Manifattura Tabacchi) hanno organizzato una manifestazione-passeggiata per il rione, che si è svolta il 12 novembre 2016. La camminata ha aggregato dalle 100 alle 120 persone -determinate, rumorose, allegre- che hanno portato in giro per il rione richieste concrete, competenze tecniche, consapevolezza e palloncini colorati. Il percorso stabilito, infatti, ha toccato i luoghi sui quali i proponenti focalizzano da tempo la propria attenzione, avendo individuato aree per nuovi spazi sociali e di verde pubblico, in un rione che ne è scarsamente dotato.

L’area comprende la ex Manifattura Tabacchi, luogo del cuore del FAI, sulla quale si stanno manifestando progetti di recupero da parte di Società straniere; l’area del Quartiere 1 Leopolda, che dopo sette anni dalla sua costruzione non ha ancora le strade, gli spazi verdi e le piste ciclabili previsti; l’area ex FIAT Belfiore, una voragine enorme nel cuore della città, ormai lì da dieci anni, dopo il fallimento della società che doveva realizzare un grosso complesso alberghiero. Qui è nato un bosco spontaneo, votato come luogo del cuore del FAI e che potrebbe contribuire a salvare un po’ l’aria di Firenze, una delle più inquinate d’Europa. Il corteo si è concluso col ritorno al giardino di San Jacopino, dove i rappresentanti delle quattro realtà associative hanno ribadito l’intento di unire le proprie forze per portare avanti istanze comuni e condivise riguardanti le sorti del rione, con lo slogan #FacciamociSpazio, divenuto poi denominazione del Laboratorio Rionale nato proprio durante quella giornata.

Il gruppo di lavoro si è immediatamente formato su un nucleo di persone, individuate dai soggetti collettivi proponenti e già firmatarie di documenti indirizzati all’Amministrazione comunale pertinenti all’oggetto del laboratorio stesso; e si è messo immediatamente all’opera, definendo un calendario di attività e azioni concrete per il coinvolgimento attivo della cittadinanza, il confronto con l’Amministrazione e l’adesione a iniziative proposte da soggetti terzi, istituzionali o del terzo settore.

Le finalità comuni alle quattro realtà che partecipano al laboratorio sono:

  • sostenibilità ambientale
  • aggregazione sociale
  • promozione culturale

Per il perseguimento delle quali, il Laboratorio si è dato i seguenti obiettivi a medio e lungo termine:

  • reperimento di informazioni precise relative alle aree interessate;
  • messa a disposizione dei dati reperiti alla cittadinanza;
  • consultazione della cittadinanza sui desiderata rispetto alla destinazione delle aree pubbliche e private interessate;
  • elaborazione dei dati raccolti e loro presentazione alla cittadinanza e alle istituzioni;
  • ottenimento da parte della P.A. dei provvedimenti che soddisfino le specifiche richieste emerse dalle attività esperite dal Laboratorio;
  • diventare costante interlocutore della P.A. circa le decisioni sulla destinazione delle aree in questione.

Le prime attività di confronto con l’amministrazione sono state le seguenti:

  • partecipazione al consiglio aperto del Quartiere 1 il 16/02/2017;
  • partecipazione alla commissione territorio del Q1 il 28/02/2017;

Si registrano anche due appuntamenti col Fondo Ambiente Italiano conseguenti all’attività dei due comitati (FIAT Belfiore-Marcello ed ex Manifattura Tabacchi):

  • pubblicazione del censimento 2016 dei Luoghi del Cuore, col bosco radicato nell’ex area FIAT Belfiore-Marcello posizionato al secondo posto nel Comune di Firenze;
  • apertura al pubblico con visite guidate “Giornate di Primavera” della ex Manifattura Tabacchi, destinataria di intervento attivo del FAI a seguito dell’inclusione tra i Luoghi del Cuore premiati nella campagna 2014-15.

In collaborazione con l’Istituto Comprensivo Verdi, il Laboratorio ha anche organizzato un incontro teorico-pratico di educazione alla partecipazione democratica in una classe prima della scuola secondaria Verdi (23 maggio 2016).

Gli obiettivi intermedi che il Laboratorio si è posto si sono concretizzati nell’evento organizzato il 6 maggio 2017, presso il Centro Anziani di via delle Carra, dove sono stati raccolti in forma libera i desiderata dei cittadini sul futuro dei quattro luoghi, individuati nel rione.

Open Space Technology: l’ascolto dei desideri come metodologia

La struttura del pomeriggio aperto alla cittadinanza, completamente autogestito e autofinanziato dal Laboratorio, è stata pensata per ottenere una reale partecipazione dal basso sui temi proposti. Niente conferenze frontali, né griglie partecipative pre-confezionate, né confronti fra tecnici e politici sui come, i perché e i forse. Lo scopo primario era quello di riuscire a richiamare i cittadini e i residenti a recuperare e a esercitare il loro ruolo primario di soggetti desideranti, e dunque di cittadini capaci di immaginare, di sognare e di esprimere visioni personali di un rione possibile.

L’Open Space Technology (OST), ideata dall’antropologo americano Harrison Owen, ci è sembrata la migliore per provare a raggiungere questo obiettivo.

È, infatti, una tecnica di apprendimento informale che agevola la circolazione di informazioni, conoscenze, esperienze all’interno di organizzazioni e gruppi e che permette di affrontare processi di cambiamento quando è necessario un confronto su questioni complesse e dove non esiste una soluzione univoca.

Diversamente da altre dinamiche partecipative, l’Open Space mette al centro della scena non i leader/conduttori né il programma, ma i partecipanti, la cui libertà di operare come meglio credono, utilizzando le modalità di lavoro che ritengono più utili e produttive, diventa l’elemento cruciale dell’intero sistema.

Ci è sembrato particolarmente calzante per il nostro caso, il criterio consigliato per decidere della fattibilità di un Open Space; nella Breve guida all’uso dell’Open Space Technology di Harrison Owen si legge, infatti, che se la situazione di partenza è complessa e non sono chiari i suoi potenziali sviluppi; se è necessario il contributo e il sostegno di tutte le persone coinvolte; se si vogliono promuovere in un gruppo di persone “il mutuo apprendimento, l’innovazione e l’uscita dal vissuto quotidiano” (p.16) – allora, la metodologia OST sarà la più adatta.

Seguendo le linee guida del metodo OST, abbiamo scelto accuratamente il tema per il nostro Open Space- “chiaro, concreto e realmente sentito dai partecipanti” (p. 5) – che fosse posto al gruppo in modo sufficientemente dettagliato da dare una direzione precisa rispetto alle nostre finalità, ma contemporaneamente abbastanza aperto da stimolare l’immaginazione e la creatività dei partecipanti.

In questo senso, il tema del ridisegnare i nostri quattro luoghi alla luce delle idee, dei bisogni e delle proposte dei cittadini ci è sembrato correttamente definito.

Così anche la scelta e l’organizzazione degli spazi e dei materiali utilizzati. Abbiamo puntato al Centro Anziani, un luogo familiare alla popolazione del rione e sufficientemente grande per accogliere il numero previsto di partecipanti. Abbiamo organizzato l’ampia sala centrale in modo informale, con tavoli allineati alle pareti su cui visionare le mappe ingrandite delle quattro aree in questione; post-it colorati, penne e matite per scrivere e lasciare i propri commenti. Un angolo è stato attrezzato per il servizio di baby-sitting, offerto dai volontari alle famiglie con bambini piccoli, con giochi da tavolo, lavagne, materiale per disegnare e colorare.

Una saletta separata, infine, nella quale sono stati proiettati, a più riprese, video e fotografie illustrative, per chi volesse approfondire alcuni aspetti.

Infine, abbiamo definito, tra i volontari, le figure dei facilitatori che, secondo la metodologia dell’OST, non devono controllare né gestire l’andamento dell’incontro ma limitarsi “ad indicare l’obiettivo della discussione, definire e rispettare lo spazio, e lasciar fare ai partecipanti” (p.14). Perché, ci conferma Owen, l’obiettivo non era quello di istruire o arringare un gruppo di partecipanti; di definire una linea programmatica o raccogliere consensi: l’obiettivo era quello “di fare un Open Space – cioè aprire uno spazio di discussione” (p. 9), nel quale la passione, l’interesse e la responsabilità dei partecipanti per il tema trattato diventano gli elementi metodologici fondamentali.

Chi ha partecipato al laboratorio rionale del 6 maggio?

Nel pomeriggio del 6 maggio 2017, dunque, si sono presentate tra le 120 e le 150 persone al Centro anziani in Via delle Carra 4 a Firenze.

L’evento era stato pubblicizzato sulle reti sociali telematiche delle associazioni e dei comitati proponenti, con locandine in spazi pubblici (es. Giardino di San Jacopino, scuole, biblioteche) e commerciali e con volantinaggio porta a porta nel rione San Jacopino-Leopolda-Puccini. La notizia è stata anche diffusa tramite media generalisti.

Setting operativo

Le persone che via via accedevano ai locali sono state invitate a visitare quattro tavoli distinti in base ai luoghi proposti all’attenzione; su ciascuno di essi era posato un poster con la planimetria catastale, un’immagine satellitare obliqua, il logo dell’organizzazione promotrice. Volontari esperti sono stati continuamente a disposizione per ricevere sollecitazioni, rispondere a domande e mostrare documenti.

In una saletta appartata, meno illuminata, sono state proiettate a rotazione e commentate presentazioni sullo stato attuale dei luoghi nell’area Carra-Porte Nuove e su due progetti ideati in passato per l’area ex FIAT da Sudiostudio (concorso BTP 2002) e da David Darelli (archilovers 2004); quest’ultimo è stato presente per tutto il tempo e ha messo in mostra due suoi plastici.

I partecipanti sono stati invitati a scrivere i loro desideri relativi alla destinazione delle aree “adottate” dalle associazioni e dai comitati proponenti su post-it- un diverso colore per ciascuna aerea- e ad applicarli sui poster stessi.

Il tutto si è svolto in un clima di conviviale cordialità, grazie alla conoscenza personale dovuta a relazioni di vicinato, all’adesione ai soggetti proponenti o alla partecipazione a eventi diversi del passato (es. 100 luoghi, nel 2011).

Le persone che si sono trattenute nei locali appartenevano principalmente alla fascia d’età adulta, molte giovani famiglie con bambini (in previsione delle esigenze di queste è stato offerto un servizio di baby sitting), in gran maggioranza residenti nel rione. Questo dato conferma la centralità della fruizione diretta e condivisa del territorio, proposta da recenti teorie sociologiche, soprattutto in materia di percezione del paesaggio, quale elemento aggregatore e focalizzatore sui temi specifici.

Quasi assenti sono risultati commercianti ed esercenti del rione, anche quelli dimostratisi collaborativi nella fase di pubblicizzazione dell’evento e perciò caldamente invitati; alcuni hanno esternato verbalmente la propria diffidenza.

Diversamente dagli altri tre casi, la maggior parte dei partecipanti ignorava l’esistenza dell’area c.d. delle “Carra”, nonostante si trattasse di persone residenti nelle immediate vicinanze della stessa; per questo motivo è stata fondamentale l’assistenza dei “facilitatori”, i quali hanno illustrato ai partecipanti le informazioni topografiche di tale area; i partecipanti si sono dimostrati molto interessati ad ascoltare le spiegazioni fornite loro dai “facilitatori”, con particolare riguardo alla proprietà dell’area e hanno espresso una forte esigenza di esprimere le proprie osservazioni e/o discutere con loro in merito all’area delle Carra. Chi invece già conosceva bene l’area aveva idee ben chiare circa le proposte da formulare.

Risultati della consultazione

Sono state lasciate sul poster:

  • dell’area Carra-Porte nuove 105 risposte da 63 persone
  • dell’area inedificata nel quartiere Leopolda 130 risposte da 68 persone
  • dell’ex Manifattura Tabacchi 153 risposte da 60 persone
  • dell’ex FIAT Belfiore-Marcello 143 risposte da 75 persone.

La pressoché totalità dei partecipanti non si è limitata a esprimere una sola indicazione o proposta, ma ne ha indicata più d’una.

a) Indicazioni dei partecipanti riferite all’area ex FIAT Belfiore-Marcello.

La maggioranza delle risposte è una richiesta di verde, sia attrezzato per attività ricreative e sportive sia lasciato a spazi naturali (spesso con specifico riferimento al bosco censito come luogo del cuore del FAI), in pochi casi di giardini ornamentali e di orti; una minor parte delle richieste è relativa a spazi per servizi e aggregazione sociali interni a edifici (es. biblioteca, esposizione, musica, cinema e teatro), nuove scuole, tenendo conto anche della confinante caserma sdemanializzata. Alla mobilità veicolare hanno pensato in pochi, equamente divisi tra ciclisti (piste, rimessaggio, nolo) e automobilisti (parcheggi pertinenziali interrati). Ancor meno sono le richieste di nuova residenza, destinata a studenti e a social housing), pochissime di commercio e somministrazione. Sulla base delle espressioni raccolte, si ritiene che entro breve tempo debba essere elaborato e pubblicizzato un piano straordinario di recupero urbanistico dell’area fondato su alcune opzioni:

  • destinazione a verde, che non sia una pellicola inerbita, e servizi pubblici di una porzione dell’area;
  • convocazione, nel contesto della VAS, di una conferenza allargata dei soggetti istituzionali e non, per definire le priorità dell’azione di rinascita dell’area nell’interesse generale;
  • elaborazione di variante al Piano di Recupero in forma partecipata, dove i bisogni e le aspettative della popolazione abbiano pari dignità rispetto alle aspettative edilizio-immobiliari degli investitori.

b) Indicazioni dei partecipanti riferite all’area Carra-Porte Nuove

La quasi totalità delle risposte esprime un forte bisogno di spazi pubblici, all’aperto e non, con prevalenza di spazi verdi, attrezzati e con aree di socialità; poche le richieste comprensive di area cani e di orti sociali. La richiesta di spazi sociali, ricreativi e culturali è la seconda per importanza: centro polivalente completo di spazi adibiti ad attività culturali, centro sociale per giovani, centri sportivi, musei e ludoteca. Alcune richieste riguardano la costruzione di nuove scuole e laboratori di formazione, limitatissime quelle riguardanti nuovi parcheggi.

Oltre ai dati raccolti è importante sottolineare che tutti i partecipanti residenti nelle strade limitrofe all’area Carra-Porte Nuove hanno sottolineato l’esigenza improrogabile di bonificare, in ogni caso, l’area in stato di quasi completo abbandono (esclusa la chiesina tutto sommato ancora ben conservata).

c) Indicazioni dei partecipanti riferite all’area Ex-Manifattura Tabacchi

Praticamente tutti i partecipanti hanno espresso la loro preferenza per una destinazione culturale, in senso lato, dei fabbricati originari: spazi espositivi, biblioteca, laboratori artistici di (auto)produzione, cinema, musica, spettacolo, scuole. Circa la metà chiede aree verdi, prevalentemente a carattere naturalistico, ma anche verde attrezzato per lo sport, ornamentale od orti sociali. Si registrano anche richieste di spazi pubblici per la socializzazione e usi ricreativi, poche di housing sociale, ancor meno di esercizi commerciali e studentato. Tre risposte richiedono percorsi ciclabili, nessuna parcheggi. Sono state lasciate anche indicazioni urbanistiche e architettoniche.

L’auspicio ampiamente condiviso è dunque che i progetti di rifunzionalizzazione del complesso, a cui sta lavorando la società Manifattura Tabacchi s.r.l., si ispirino alla profonda vocazione culturale e sociale della manifattura, nel rispetto della sua identità e della comunità sociale, senza aggravio, bensì arricchimento, della vita del quartiere, senza nette divisioni fra funzioni pubbliche e private.

d) Indicazioni dei partecipanti riferite all’area Leopolda

L’elemento saliente che emerge dalla consultazione è la conferma della richiesta, già da tempo avanzata dai cittadini del rione, affinché venga realizzato un giardino pubblico attrezzato, destinato essenzialmente ad attività ludico-ricreative a beneficio dei bambini, o alla pratica sportiva, in minor parte a “verde naturale” e ad orto urbano sociale; poche sono le richieste di un’area cani, di spazi pubblici sociali, asili nido e scuola elementare. Sono note le trattative in corso, condotte dal Comune di Firenze con il Ministero dell’Interno, affinché si possa mutare la destinazione del terreno limitrofo a Piazza Bonsanti, attualmente adibito a edilizia convenzionata; si sollecita quindi a tal fine l’Amministrazione a porre in essere tutte le iniziative necessarie ad ottenere quanto prima la trasformazione di tale terreno in area destinata a verde pubblico.

Complessivamente, si chiede che le istituzioni proposte, Quartiere 1 e Comune, prendano in carico l’esito del Laboratorio, si assumano le responsabilità e diano conto delle proprie motivate decisioni.

*Paolo Degli Antoni

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Paolo Degli Antoni

Paolo Degli Antoni, dottore forestale, Comitato Ex Fiat Belfiore-Marcello

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