Ora e sempre, il Parco della Piana non si tocca! E partono ricorsi anche in Europa

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Nonostante le rassicuranti affermazioni del ministro dell’ambiente Carlo Galletti, a Firenze nei giorni scorsi per un convegno sulla geotermia, e le grida della stampa locale che così titolava: “Si sblocca Peretola. La Via entro fine anno, cantieri da settembre”, “Il futuro di Firenze decolla. Con la nuova pista parte lo sviluppo”, e così via, di trionfo in trionfo, neri nuvoloni temporaleschi si addensano sul progetto del nuovo aeroporto di Peretola.

La nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è stata modellata dal ministero proprio per tentare di superare le pesanti inadempienze di ENAC legate al nuovo aeroporto, mostrando in questo modo, il Ministero dell’Ambiente, di essere particolarmente sensibile agli interessi dei proponenti piuttosto che alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Aeroporto Amerigo Vespucci. Foto M. Sestini

Anche per bloccare i numerosi ricorsi dei comitati, essa sdogana il Masterplan, il generico e lacunoso progetto presentato da ENAC e ritenuto impropriamente equivalente al Progetto definitivo richiesto dalla precedente normativa. Per arrivare ad una celere apertura dei tanto agognati, da ENAC e compagni, cantieri, sono state semplificate le procedure e contingentati i tempi dell’iter amministrativo, a scapito della correttezza, ponendo i cittadini, i comitati, le istituzioni di fronte al fatto compiuto, rispetto al quale non si potrebbe più tornare indietro.

La recente normativa, come sappiamo, consente ai progetti pendenti di poter accedere al nuovo iter. Quasi sicuramente ENAC accoglierà questa possibilità ed entro il 20 settembre presenterà la richiesta di aderire alla nuova procedura con cui potrebbe, il condizionale è d’obbligo, ottenere entro pochi mesi un decreto VIA inattaccabile.

Si tratta in realtà di speranze mal riposte, destinate, secondo noi, a naufragare miseramente.

Intanto è bene ricordare che la sentenza del TAR dell’agosto del 2016 ha annullato la variante della Regione Toscana al Piano di Indirizzo Territoriale con la quale, impropriamente, si inseriva la nuova pista di 2000 metri (e non di 2400) all’interno del Parco della Piana, “scelta viziata da eccesso di potere per difetto di istruttoria, irrazionalità e illogicità”, sostiene Armando Pozzi, presidente del TAR della Toscana.

I Sindaci della Piana sono in rivolta, si scrive. In realtà, incalzati da comitati, associazioni e gruppi di abitanti, chiedono, non essendoci più alcuna previsione sovraordinata, il rispetto delle norme urbanistiche comunali. Ufficialmente nei piani della Regione il nuovo aeroporto non esiste. Ed è proprio questa nuova consapevolezza a consentire ai Sindaci dell’area di rivendicare un loro ruolo attivo nella difesa degli abitanti della Piana.

Il proponente e i vari ministeri coinvolti, devono prendere atto che il rischio ricorsi non è stato annullato, bensì amplificato. Le nuove norme, definite proprio per recepire la Direttiva europea del 2014, come da più parti affermato, ne tradiscono lo spirito peggiorando i tempi e la qualità della verifica ambientale, consentendo inoltre, ai progetti già presentati, come nel caso fiorentino, di sottrarsi alle precedenti procedure, ben più rigorose delle attuali.

Comitati e associazioni ambientaliste, proprio in questi giorni, stanno presentando numerosi ricorsi sia alla Commissione Europea che alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo per “valutare se, in quanto risultante dagli opportuni accertamenti, possano ravvisarsi eventuali violazioni della normativa comunitaria, in particolare riguardo la direttiva n. 2011/92/UE come integrata e modificata dalla direttiva n. 2014/52/UE sulla valutazione di impatto ambientale”. Una procedura di accertamento di infrazione è stata avviata nei confronti dell’Italia, vedremo come andrà a finire.

Non solo, ma Regione Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Provincia autonoma di Trento, hanno impugnato la nuova normativa VIA dinanzi alla Corte Costituzionale: “i principali profili di illegittimità costituzionale nascono dall’entrata a piè pari, da parte dello Stato, su competenze che la Costituzione individua come potestà legislativa regionale … i passaggi critici sono rappresentati da una riduzione del potere di legiferare da parte delle Regioni con un aumento di competenze in capo allo Stato”.

A questo proposito vorremmo sollecitare una presa di posizione da parte del Presidente Rossi: lei come si schiera? È intenzionato a difendere le prerogative delle comunità locali o a subire le nefaste conseguenze di questo rinnovato centralismo statale? Certo, le scelte sin qui da lei adottate, il nuovo aeroporto che distrugge il Parco agricolo della Piana, la sconfessione del parere negativo del Nucleo tecnico VIA della sua Regione, le continue rassicurazioni sulla fattibilità e correttezza del progetto, non lasciano ben sperare. Ci aspetteremmo, forse ingenuamente, un suo affrancamento dagli interessi del giglio magico renziano, peraltro meno seducenti di un tempo.

È bene sottolineare inoltre che i tempi e le procedure saranno tagliati e semplificati, ma le prescrizioni della VIA, pesanti e difficili da realizzare, restano. Saranno forse ammorbidite da una nuova commissione tecnica di valutazione, ora nominata dal ministero, forse annacquate con la presentazione di progetti poco definiti, ma la realtà delle cose non può essere esorcizzata con raggiri burocratici e amministrativi.

Da tenere presente che il ministero è in forte ritardo nella definizione dell’iter autorizzativo, visto che i decreti attuativi del nuovo decreto legislativo non sono stati ancora emanati, se non quelli relativi alla nuova modulistica.

E infine, non ultimo per ordine di importanza, come interpretare la decisione dei Della Valle di defilarsi dall’affaire della Cittadella Viola? Non sono certo degli ingenui: forse hanno capito per tempo che in quel pauroso crocevia di Novoli, Castello, Peretola “non c’è più trippa per gatti”. Il previsto girotondo tra lo Stadio, la Mercafir, l’area di Castello della Unipol, i cantieri della terza corsia dell’autostrada e l’inceneritore di Case Passerini difficilmente potrà essere completato.

Incremento dei costi e ingorgo funzionale e amministrativo spingono alla fuga. A chi resterà il cerino acceso in mano? Quali i responsabili di tali insensate operazioni?

A noi basta ribadire che, ora e sempre, il PARCO DELLA PIANA NON SI TOCCA!

*Antonio Fiorentino
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Antonio Fiorentino

Architetto, vive e lavora tra Pistoia e Firenze dove rischia la pelle girando in bici tra bus, auto e cantieri. E’ un esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, partecipa alle attività di Comitati di Cittadini e Associazioni ambientaliste.

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