Se una notte d’inverno un camion di maiali…Livio Giannotti e l’inceneritore

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Mentre anche  il Sindaco di Campi Bisenzio e la Cgil Toscana dicono no all’inceneritore di Firenze, esce in questi giorni, per Apice edizioni, il libro/intervista Inceneritore SI o NO a cura del  giornalista Franco Calamassi. Opinioni a confronto fra sostenitori del si e del no all’inceneritore fiorentino. Dai paradossi, dai non detti, dalle frasi confuse, dalle inesattezze emergono i tanti punti deboli e le grandi criticità dell’incenerimento.

In pochi sanno che, se si verificasse un incidente [nel nostro territorio, attraversato dalla più importante dorsale autostradale d’Italia] in cui rimanessero coinvolti un camion che trasporta maiali ed i maiali morissero, noi non sapremmo dove portarli, perché andrebbero inceneriti.’ , dice Livio Giannotti, direttore di Alia, per spiegare la “vision” che sottosta all’inceneritore di Firenze e agli ‘otto piccoli inceneritori’ dello Sblocca Italia.

Sulle nano polveri, o particolato ultrasottile, che sono i cancerogeni tipici dei moderni inceneritori, che non sono trattenute dai filtri, non sapendo cosa dire, Giannotti risponde stizzito: ‘Siccome siamo arrivati a controllare il PM10, adesso ci viene rimproverato di non avere il controllo delle nano polveri….’ L’impatto ambientale dell’inceneritore di Firenze è ampiamente sottostimato sia per gli inquinanti emessi sia per lo studio dei venti. Per Q.tHermo la Piana avrebbe calme di vento solo nel 6,4% dei giorni, mentre da uno studio dell’Università di Firenze, emerge che le calme di vento nella Piana sono nell’ordine del 40% e questo favorisce maggiore concentrazione di inquinanti, maggior rischio sanitario. Oltre al particolato ultrasottile che sfugge ai filtri, c’è anche il particolato secondario, che si forma al di fuori dei camini e che abbiamo stimato essere circa 8 tonnellate all’anno, ma di questo nemmeno si parla.  

Inoltre, nelle emissioni dei moderni inceneritori, oltre alle nano polveri, c’è un pericoloso e incontrollato mix di inquinanti. ‘Mettendo tutto insieme cosa succede?’ si chiede Antonio Panti, Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, che poi brillantemente continua: ‘ potremo rispondere solo dopo aver costruito l’impianto e valutare la situazione fra qualche anno’ e conclude: ‘Ma una risposta certa non possiamo darla oggi.’  Un ragionamento ineccepibile, che certifica che affidarsi all’inceneritore, dal punto di vista della salute, è come fare un salto nel buio ed allora perché farlo?

Altra perla che troviamo nel libro: ‘Non saprei’, risponde Giorgio Moretti, presidente di Q.thermo, società costituita per la realizzazione dell’inceneritore di Firenze, alla domanda su quanto è la tariffa procapite di Contarina SpA, una società che si occupa della gestione dei rifiuti di 50 Comuni all’interno della provincia di Treviso, che segue la strategia “Rifiuti Zero”. Moretti fa finta di non saperlo, perché è ben noto che in provincia di Treviso pagano 105 euro procapite, contro i 180 euro che paghiamo noi!

E non mancano gli immancabili fantastici paragoni delle emissioni dell’inceneritore colle marmitte dei camion, con le code in autostrade e chi più ne ha più ne metta. Poi c’è l’inesattezza riguardo alla periodicità del rilevamento delle emissioni. I due dirigenti massimi di Alia, dicono che tutto è sotto controllo, c’è perfino ‘la scatola nera’ (macabra) e le rilevazioni sono “in continuo”. Ma non è così. Prendendo l’AIA  (Autorizzazione Integrata Ambientale) del 23 novembre 2015, alle pg 27, 28, 29 (emissioni camino linea 1 e linea 2) si vedrà che “in continuo” fra le sostanze più pericolose verranno rilevati solo gli ossidi di azoto, mentre per diossine, cadmio, mercurio, IPA etc è previsto solo un rilevamento trimestrale.

Sempre per la serie tutto NON è sotto controllo: sui rifiuti in ingresso all’inceneritore un’analisi merceologica completa, verrà fatta solo una volta ogni 6 mesi e quindi è ovvio che non conoscendo cosa si brucia non si possono conoscere le emissioni. Il controllo radiometrico sui rifiuti in ingresso invece è “in continuo”. Ma come dimostra l’anomalo evento di contaminazione radioattiva avvenuta quest’anno all’inceneritore TRM di Torino, i controlli non sono infallibili. Le polveri di abbattimento fumi dell’inceneritore di Torino, sono abitualmente trasportate a Rosignano Marittimo (LI), alla ditta Solvay Chimica Italia S.p.A (quella delle famose spiagge bianche), per  recuperare il bicarbonato di sodio. Su un campione di queste l’ARPAT  ha rilevato livelli di concentrazioni anomale di Iodio – Isotopo radioattivo I-131.  I veleni contenuti nelle polveri degli inceneritori  viaggiano, così come quelli contenuti nelle tonnellate di ceneri leggere che hanno bisogno di discariche speciali, così come quelli contenuti nelle tonnellate  di ceneri pesanti che vengono poi sparsi nel cemento, nei sottofondi stradali, contribuendo così a chissà quante malattie professionali e non.

Facciamo il Parco della Piana, quello vero, degli abitanti, senza grandi opere inutili, come l’inceneritore ed il nuovo aeroporto.

*Gian Luca Garetti

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

2 commenti su “Se una notte d’inverno un camion di maiali…Livio Giannotti e l’inceneritore”

    1. Ornella De Zordo

      Caro Gherardini, grazie per la domanda retorica. La risposta è facile. le discariche vanno ovviamente eliminate, come ormai abbiamo detto e ridetto parlando di riduzione dei rifiuti e riciclo etc etc. Aggiungo, e quindi ti ringrazio doppiamente per aver sollevato l’argomento, che uno dei motivi per non volere inceneritori è che per l’appunto necessitano di conferire le ceneri in discariche.
      Per esempio, quello di Firenze a Case Passerini che tu continui a sostenere, dovrà conferire almeno 8.000 tonnellate di ceneri (fly ashes) l’anno in discarica. Una quantità di veleni che dovranno essere tombati da qualche parte e che non si esauriranno con gli anni. Piuttosto dove le tomberete queste sostanze residue e pericolose?….Via, comunque la rigiriate, che l’incenerimento dei rifiuti non sia una pratica pulita e moderna lo dovete riconoscere…e non ritirate fuori la favola della Danimarca…su quella abbiamo già scritto.

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