A Venaus contro le grandi opere: un segnale di forte rilancio dei temi ambientali

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Il 17 novembre a Venaus si è tenuta una gremita assemblea nazionale delle realtà in lotta contro le grandi opere inutili e per la giustizia ambientale.

La giornata è giunta dopo altri appuntamenti che si sono tenuti a Venezia (29 settembre), Firenze (6 e 7 ottobre), Melendugno (5 6 7 ottobre), Roma (11 novembre). In tutti questi incontri, nati indipendentemente tra loro, si è delineata l’analisi poi confermata nella giornata di Venaus: il presunto “governo del cambiamento” non sta cambiando nulla nei confronti di quelli precedenti, il disastro del territorio resta apparecchiato davanti a tutti, le grandi opere inutili si stano riconfermando.

Nella giornata di Venaus è tornato con forza alla ribalta il tema dei cambiamenti climatici che stanno interessando il pianeta e che si percepiscono molto chiaramente anche in Italia con le ultime fasi estreme in Liguria e Nord Est.

Nei giorni precedenti l’assemblea a Torino, presso il Politecnico, si è tenuto un convegno internazionale proprio sui cambiamenti climatici causati dalle attività umane; nell’iniziativa sono emersi due preoccupanti fenomeni: 1) tutte le previsioni sui problemi che questi cambiamenti stanno provocando sono state confermate in peggio 2) i media hanno completamente ignorato l’evento che ha invece avuto una forte eco nell’assemblea.
Questo secondo aspetto, oltre che confermare il provincialismo di stampa e TV prese da una cronaca politica a livello di gossip, denunciano un ritardo culturale gravissimo della politica italiana su questo che è uno dei tre gravi problemi del mondo (gli altri sono i rischi legati alle armi nucleari e il disastro sociale).

Tutt’altro clima negli interventi che si sono succeduti (oltre quaranta) nella sala costruita sul luogo dove doveva sorgere il cantiere TAV poi trasferito altrove. Lo scollamento tra il paese reale, attento e colpito direttamente dall’impatto delle grandi opere inutili e dall’inquinamento, con il mondo della politica, totalmente supino agli interessi della élite che lucra su cemento e sfruttamento delle risorse, non potrebbe essere meglio rappresentato.
Sullo sfondo e in alcuni interventi c’è stata una eco del sit in promosso dalle “madamin” del 10 novembre che hanno trasformato una iniziativa contro il governo della città di Torino in una manifestazione sì TAV; i media, soprattutto la stampa controllata da chi ha interesse a spalmare cemento sul territorio, hanno voluto paragonare quella iniziativa alla “marcia dei 40.000” che nel 1980 fece terminare una intensa fase i lotte operaie. I tempi sono diversi, la manifestazione delle “madamin” affonda le radici solo in ristretti ceti urbani e nel mondo delle lobby politico-economiche, i movimenti contro le GOI e in difesa dell’ambiente sono forti; qualcuno ha ironizzato che oggi, per fortuna e diversamente dal 1980, non abbiamo i sindacati confederali dalla nostra parte.

Il dibattito ha confermato il percorso già delineato in precedenza e basato, al momento, soprattutto su due date: l’8 dicembre, giornata internazionale contro le grandi opere, e il 23 marzo, data in cui è stata proposta una manifestazione nazionale sui temi ambientali. Nel frattempo si avranno probabilmente altri incontri, uno dei quali dovrebbe essere a febbraio a Napoli.

Credo sia inutile elencare tutti i gruppi presenti che rappresentavano l’intero paese, oppresso ovunque da problemi sociali, ambientali, di salute per le popolazioni. A Venaus si è davvero visto il paese pulito che è l’unica possibile speranza per il futuro della specie e del pianeta azzurro.

L’incontro si è concluso con l’invito a lavorare perché l’8 dicembre, oltre alla manifestazione di Torino, ci siano sui territori iniziative diffuse che pongano ambiente e vita al centro dell’agenda politica.

*Tiziano Cardosi

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Tiziano Cardosi

Obiettore di coscienza negli anni ‘70, attivista contro le guerre, già capostazione delle FS, oggi si occupa soprattutto di mobilità e del fenomeno delle “grandi opere inutili”, tra I fondatori del comitato No Tunnel TAV di Firenze. Attivista di perUnaltracittà.

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