Tav ad ogni costo, anche contro il buon senso, soprattutto contro la democrazia.
In altro articolo abbiamo dato conto delle dichiarazioni del nuovo sindaco di Lione che boccia sonoramente il nuovo progetto di linea Torino Lione. Le ragioni sono le stesse che il movimento No Tav cerca di far intendere a politica e opinione pubblica da oltre venti anni: impatti ambientali gravi, mancanza di domanda, costi esosi, esiste già una ferrovia su cui si può investire proficuamente.
Qualche giorno prima anche la Corte dei Conti aveva bocciato il progetto sia per i ritardi, sia per i conti economici che non tornano per niente.
Eppure, anche di fronte a queste ennesime stroncature, la politica non ha trovato altre motivazioni al voler proseguire con i lavori se non la pura e semplice imposizione del proprio volere; le dichiarazioni del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio sembrano la negazione di ogni possibilità di dialogo e soprattutto una sfida a chi porta argomenti cui si dovrebbe controbattere: «Il Governo nomini i commissari straordinari per completare le tre grandi opere, la Tav, l’autostrada Asti-Cuneo e la Pedemontana piemontese, non ci interessa chi saranno i commissari, lasciamo che sia Roma a decidere, non candidiamo nessuno, né sindaci, né presidente di Regione…»
E poi continua imperterrito: «Il futuro passa attraverso le infrastrutture e il Piemonte non può più aspettare. È una richiesta forte non solo della Regione, ma di tutto il mondo economico e produttivo. Il Governo ha annunciato la disponibilità a nominare commissari e a fare delle regole, lo faccia al più presto».
Non poteva mancare la voce di Dario Nardella nel dibattito, che come Sindaco vale veramente poco visto che le grandi opere fiorentine sono al palo da anni. Ha infatti rivendicato per se stesso un ruolo più forte: «Se il Governo facesse una norma per nominare i sindaci commissari per le grandi opere pubbliche io sono pronto a prendermi questa responsabilità.» Per Nardella, infatti, le infrastrutture devono essere un punto «irrinunciabile». per il Pd toscano. Non solo quelle legate al capitolo rifiuti, ma anche su alta velocità, stazione Foster, metropolitana di superficie e la pista dell’aeroporto a Firenze.
Sullo sfondo di queste parole, che suonano come un ultimatum, ci sono il piano di Colao – che per uscire pensa di salvare solo le grandi imprese – e la proposta di “decreto semplificazione” che accoglie le urla della lobby dei grandi costruttori che vogliono costruire senza vincoli per garantirsi profitti sicuri a spese della collettività.
Sono inascoltate anche le proteste dei piccoli costruttori che si vedono completamente schiacciati dagli interessi delle grandi imprese che stanno cercando di fare cartello sotto l’insegna “Webuild”, il presunto colosso italiano delle costruzioni che si sta allestendo mettendo insieme i pezzi delle imprese ormai sul viale del fallimento.
C’è da essere molto preoccupati di quel che sta accadendo, non solo perché la ripresa economica fatta realizzando grandi infrastrutture dalla dubbia utilità non ci sarà mai, ma anche per l’autoritarismo che esplode nelle parole di Cirio, di Nardella e dei sostenitori delle grandi opere (in Toscana i candidati alle regionali di PD e Lega hanno sul tema identiche proposte).
Ricorrere a “commissari” e violenta deregolamentazione delle norme, che dovrebbero tutelare ambiente ed erario, è una mazzata straordinaria che si sta cercando di tirare a quel che resta di un sistema paese dove le condizioni di vita di milioni di persone stanno precipitando. Questi progetti di sperimentazioni sociali ed economiche stanno distruggendo ciò che resta di un tessuto sociale e di un welfare ormai agonizzanti, dirottano strumenti economici preziosi soltanto a garantire profitti parassitari ad una élite ormai nemica dell’umanità.
In questo autoritario disastro culturale, morale ed economico si sta anche distruggendo ogni prospettiva democratica per il futuro. Battersi contro questo sistema delle grandi opere inutili è prendere coscienza che ambiente e democrazia si salvano assieme, l’alternativa è la barbarie che ci lievita attorno.
*Tiziano Cardosi
Tiziano Cardosi
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