Nanoparticolato, megatonnellate di CO2, ma la Gabbanelli non lo dice

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Le emissioni di C02 degli inceneritori sono aumentate più della metà, nel decennio 2006-2017 nell’ Europa-33, dice l’Agenzia europea per l’ambiente. https://www.eea.europa.eu/themes/industry/industrial-pollution-in-europe/a-decade-of-industrial-pollution-data. Ma la Gabbanelli, ancora una volta, tira la volata agli inceneritori.

Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai innegabili. Propagandare oggi macchine altamente climalteranti come i moderni inceneritori, è assurdo. Gli inceneritori vanno spenti.

In questo grafico, ripreso dal sopramenzionato sito dell’ Agenzia europea per l’ambiente, si vedono 2 linee. –La linea blu (in alto), evidenzia il netto aumento delle emissioni di C02 degli inceneritori europei a partire dal 2010 (prima di questa data non erano pervenuti i dati della Germania che è il paese con più inceneritori in Europa-33).

La linea verde (in basso) è riferita alle decrescenti emissioni di metano (altro importante gas climalterante) da parte delle discariche, da 33,035 a 19,798 megatonnellate.

In ascisse sono indicati gli anni; nell’asse delle ordinate, le emissioni delle discariche (metano) e quelle degli inceneritori( C02), espresse in megatonnellate.

Più di 20 megatonnellate di aumento di CO2 in sette anni dagli inceneritori europei

I dati del registro E-PRTR, The European Pollutant Release and Transfer Register, rivelano che le emissioni di C02 degli inceneritori europei sono aumentate di circa la metà: erano 42,501 megatonnellate di C02 nel 2010 e sono diventate 63, 24 megatonnellate nel 2017. Una percentuale che è sproporzionata se la si paragona all’aumento del 30% di rifiuti inceneriti, che si è avuto dal 2006 al 2016. (Eurostat, 2019a, Treatment of waste by waste categories, hazardousness and waste management operations [env_wastrt], Statistical Office of the European Communities – Eurostat, Luxembourg).

La causa di questa grande produzione di CO2 sta nella qualità e quantità del RUR, il rifiuto urbano residuo, cioè quello che rimane dopo le raccolte differenziate. Nei Paesi nordici (ricchi di inceneritori) e ove c’è un inceneritore la raccolta differenziata ristagna, dato che sono indispensabili grandi tonnellaggi di rifiuti, per rendere economicamente sostenibili gli inceneritori.

Effetti collaterali dei moderni inceneritori

Come abbiamo visto fra i gravi effetti collaterali dei moderni inceneritori ci sono le climalteranti emissioni di CO2, e non certo le diossine (di cui parlano ormai solo le multinazionali che producono e gestiscono gli inceneritori e la Gabbanelli) ma le emissioni di particolato ultrasottile, di ossidi d’azoto, di metalli pesanti, di interferenti endocrini, di cocktail di sostanze senza soglia…

Le recidive della Gabbanelli

Alludiamo alla sua recente poca attenta performance televisiva su La7 e giornalistica sul Corriere della sera, per perorare la causa degli inceneritori. Non è la prima volta che accade. La sua

credibilità rischia di essere compromessa, da queste argomentazioni di parte e approssimative.

Per risolvere i roghi criminali dei rifiuti soprattutto plastici, in crescita dopo la parziale chiusura dei mercati asiatici, l’unica alternativa non sono certo gli inceneritori, che oltre alle emissioni pericolose e climalteranti e alle ceneri, creano il blocco delle raccolte differenziate. E’ indispensabile invece una riduzione drastica di produzione di poliaccoppiati, imballaggi, contenitori monodose, plastiche usa e getta o di basso pregio (polistirene e polisterolo), oltre al riuso riciclo di quelle plastiche (PET, PP etc) che pur devono essere ridotte e sostituite con soluzioni più virtuose insieme ad un netto abbassamento dell’aliquota IVA per i materiali riciclati (tipo plastiche di seconda vita) per incentivare i mercati.

La passione della Gabbanelli: gli inceneritori

Ognuno ha il suo, Renzi ama quello di Vienna, la Gabbanelli quello di Coppen hill (Copenaghen), con la neve di plastica e quello di Bolzano. Ma l’ Europa, con il Pacchetto Economia Circolare, ha bloccato il ricorso ai trattamenti termici, perché in contrasto col ‘recupero di materia’.

Compariamo i rifiuti residui e le raccolte differenziate danesi e altoatesine

La Danimarca, che ha la produzione di rifiuti pro capite più alta d’Europa con circa 800 kg, manda ad incenerimento 400 kg/ab di rifiuti all’anno (dati 2013); a Treviso (dove si fa una raccolta differenziata come si deve) i rifiuti residui annui a persona sono 53 kg/anno, sempre nel 2013.

A Bolzano (dove c’è l’inceneritore che piace anche alla Gruber) la raccolta differenziata è stagnante da anni sui 66% (dati 2017); mentre a Trento (dove non c’è inceneritore) sale anno dopo anno e ora siamo sull’80%.

Questi dati parlano da sé. Gli inceneritori sono insostenibili.

*Gian Luca Garetti

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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