Solcare il caos, organizzare la rabbia: i lavoratori della cultura e il loro futuro

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Il 23 e il 24 ottobre si è svolta a Firenze, al circolo Arci il Campino – Le Panche, l’assemblea nazionale di Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, collettivo e associazione che dal 2015 si occupa del lavoro culturale in Italia. Dopo mesi di lavoro online, l’assemblea, che ha cadenza semestrale, è stata un’occasione d’incontro e di confronto davvero stimolante tra attiviste e attivisti provenienti da tutta Italia.

La due-giorni è entrata nel vivo con i resoconti dai numerosi gruppi che operano su tutto il territorio nazionale ed è poi proseguita, attraverso analisi e vivaci discussioni, volte ad analizzare quanto accaduto negli ultimi sei mesi e a progettare il futuro. Nuovi soci entusiasti hanno scelto di entrare nei gruppi di lavoro e si sono ridefiniti i ruoli di coordinamento nazionale.

L’assemblea è stata quindi un momento di bilancio. Tra le iniziative più riuscite – e di cui l’associazione va particolarmente fiera – c’è senza dubbio la recentissima inchiesta sulla rappresentazione delle donne nello spazio pubblico attraverso la committenza di statuaria: una campagna costruita attraverso le segnalazioni dei followers sui vari social che hanno risposto numerosi all’appello e l’approfondimento delle attiviste del gruppo di Mi Riconosci? dedicato al Genere. L’inchiesta ha riscosso un’attenzione mediatica importantissima, sia da parte dei giornali sia da parte della politica, portando alla ribalta un tema di grande attualità e carico di rilevanza per il futuro.

Da tempo Mi Riconosci? si interroga su questioni legate alla città, tra cui la cura dello spazio collettivo, il contrasto dell’overtourism, la lotta contro gentrificazione e privatizzazione, la difesa del patrimonio culturale a tutti i livelli, come spazio democratico e imprescindibile per la costruzione di una cittadinanza attiva. Il gruppo regionale toscano, ad esempio, si trova a operare in un territorio afflitto costantemente da queste istanze e che rappresenta, purtroppo, il vivaio di tutta una serie di pratiche che stritolano il cittadino a favore di un’usurata logica del profitto di pochi.

Il gruppo ha anche avviato una riflessione sulla propria identità visiva, in un’ottica di massima inclusività nei confronti della varietà di professioniste e operatori che agiscono al suo interno, e che si muovono dentro e intorno al settore culturale.

Durante l’assemblea, un momento intenso di scambio con altre emergenze del settore lavorativo – solo apparentemente diverse – è stato offerto dall’incontro con i lavoratori della GKN. Grazie alla loro disponibilità, anche gli attivisti e le attiviste non toscani hanno potuto conoscere da vicino la drammatica vicenda degli operai metalmeccanici, da mesi costretti in assemblea permanente, confrontandosi su temi quali l’autoformazione, i rapporti con la stampa e soprattutto le pratiche messe in campo per raggiungere i loro obiettivi. L’assonanza tra le lotte dei professionisti della cultura e dei lavoratori GKN è apparsa nitida più che mai, come le due facce di una stessa medaglia, costituita da rivendicazioni di diritti sociali e lavoro, che dovrà necessariamente passare attraverso il ribaltamento dell’assetto sociale e l’unione delle lotte.

Nei mesi che la separano dalla prossima assemblea nazionale, Mi Riconosci? ha individuato tra le sue priorità la necessità di lavorare più intensamente sul territorio, rinsaldando i rapporti con le diverse realtà locali. A tale scopo saranno messi in campo nuovi strumenti e pratiche, anche attraverso il dialogo costante, che si fa sempre più proficuo, con università, musei e istituzioni culturali, che ormai sempre più spesso cercano un confronto e una condivisione di intenti con l’associazione.

Cercando di allargare progressivamente il campo della propria azione, dai territori al piano istituzionale, senza mai negarsi come interlocutore, Mi Riconosci? continua quindi la sua costruzione e, come recita un paragrafo del suo libro Oltre la grande bellezza, (DeriveApprodi 2021), a “solcare il caos, organizzare la rabbia”.


Le attiviste e gli attivisti di Mi Riconosci?

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