L’Italia è un paese che non vuole confrontarsi con il tema della tortura. Nelle sue caserme, nelle sue carceri, la tortura è stata più volte praticata e la magistratura, più volte, si è occupata di questi crimini. Ma nel nostro ordinamento non esistono strumenti adeguati per punire e soprattutto per prevenire questo crimine così odioso. Manca una legge specifica. E’ un vuoto legislativo che ha spiegazioni ben precise: le forze dell’ordine non vogliono e le forze politiche si adeguano a questa pretesa. Nell’aprile scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo per non avere punito adeguatamente le torture commesse alla scuola Diaz nel luglio 2001 a Genova. Ciò nonostante il parlamento si ostina a non votare una legge (una buona legge) sulla tortura. La tutela dei diritti fondamentali è ancora garantita? E qual è la credibilità democratica delle nostre forze dell’ordine?
La presentazione di Ornella De Zordo.
Una sintesi dell’intervento di Michele Passione.
Una sintesi dell’intervento di Lorenzo Guadagnucci.
Martedì 16 febbraio il laboratorio perUnaltracittà ha organizzato presso la Libreria Nardini alle Murate un dibattito collegato alla pubblicazione del libro Per uno Stato che non tortura. Diritto, saperi e pratiche contro la violenza istituzionale.
Sono intervenuti l’avvocato Michele Passione e Lorenzo Guadagnucci del Comitato Verità e Giustizia per Genova; ha introdotto Ornella De Zordo.
Qui i video degli interventi.
Redazione
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