Esattamente due anni fa, nel museo privato di Palazzo Pepoli a Bologna, veniva realizzata la mostra “Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano”, all’interno della quale furono inclusi “gli strappi” di alcuni storici pezzi di Street Art.
Fra i murales ”staccati” dai muri ed esposti in mostra ce n’erano alcuni di Blu, street artist di fama mondiale, al quale nessuno aveva chiesto cosa pensasse del fatto che i suoi dipinti fossero stati forzatamente asportati dai contesti “pubblici” nei quali erano stati creati, per entrare a far parte di una mostra “privata”.
In segno di totale disaccordo con l’operazione che si stava perpetrando, pochi giorni prima dell’inaugurazione Blu decise di cancellare tutti i suoi murales dai muri di Bologna, coprendoli con uno spesso strato di vernice grigia e lanciando un chiaro messaggio artistico, politico e sociale, contro un gesto che considerava ingiusto.
In pochi minuti quel messaggio avrebbe fatto il giro del mondo, e tutt’ora se ne dibatte…
Che cos’è l’arte di strada? A chi appartiene? Che senso possono avere le mostre dedicate a questa forma artistica?
Le motivazioni di coloro che hanno aiutato BLU a coprire i suoi murales, la presa di parola diretta di artisti, attivisti e cittadini, in definitiva la storia di quei giorni convulsi è stata raccontata in un fumetto, pubblicato sul sito web graphic-news.com nelle ore immediatamente successive a quell’azione collettiva, ed ora riproposto in versione cartacea in un albo spillato.
Giovedì 22 marzo a La Citè – Borgo San Frediano, 20/r – alle ore 18 incontro con Tomaso Montanari, storico dell’arte, e con David Biagioni e Federico Mazzoleni, autori del fumetto “Perché ho aiutato Blu a cancellare i suoi murales”.

Redazione

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