“Bene il lavoro delle forze dell’ordine sui controlli dei centri di accoglienza. Non si può prescindere dal rispetto delle regole” afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella commentando, come se il tema non lo riguardasse, gli esiti dell’indagine sull’operato della cooperativa Il Cenacolo e del Consorzio Co&So a cui il comune da lui amministrato ha affidato molti appalti in questi anni.
Eppure, un ente pubblico deve controllare per primo la qualità dei servizi che appalta all’esterno. Se non lo fa mina il rapporto di fiducia tra cittadino e istituzione – come infatti puntualmente avviene – e politicamente dà fiato ai populismi tanto in voga in questa epoca di sfaldamento dei partiti chiamati ad amministrare il bene pubblico.
Nel caso che coinvolge il Consorzio Co&So – frode in pubbliche forniture, ne diamo conto in questo articolo – colpisce che l’inchiesta della Procura nasca dalla denuncia di alcuni migranti “accolti” dal Consorzio stesso nei locali forniti dalla Eurotravel srl. Per capirci le persone a cui veniva sottratto il pocket money di 2,5 euro, a cui veniva dato cibo avariato e che erano costrette ad usare lo stesso asciugamano e le stesse lenzuola per due mesi, hanno trovato il coraggio di andare dai Carabinieri a denunciare il mancato rispetto del contratto pubblico che affidava al Consorzio la gestione dell’accoglienza dei migranti stessi.
Perché è successo questo? Perché la committenza pubblica non ha provveduto ad adempiere al suo dovere di controllore. Può la magistratura ordinaria e contabile stare dietro alle centinaia di migliaia di affidamenti, contratti, appalti siglati ogni anno dalla Pubblica Amministrazione? Evidentemente no. E comunque, c’è qualcosa che non funziona se servono i blitz dei Carabinieri a verificarne la qualità.
Eppure il controllo di regolarità amministrativa è normato dalla legge, obbligatorio e come si dice volgarmente “si va nel penale” se non viene ottemperato. Deve essere imparziale, indipendente dalla politica e dalle sue convenienze, scevro di conflitti di interesse. Le modalità e gli strumenti adottati devono essere standardizzati e trasparenti, capaci di – e qui il legislatore si fa pedagogo – promuovere la crescita della cultura della legalità. I controlli, per ogni Pubblica Amministrazione che si rispetti, devono costituire elementi di garanzia per il cittadino, protagonista unico di quell’esperienza, sempre perfettibile, chiamata democrazia. Siamo noi in ultima analisi a pagare in termini economici e di qualità nell’erogazione dei servizi se gli amministratori “lasciano fare”.
Torniamo allora al caso da cui siamo partiti finito sotto la lente della Procura di Firenze. Coinvolte sono una srl, la Eurotravel; una cooperativa sociale, Il Cenacolo; un consorzio di coop, Co&So.
Eurotravel ha fornito nel passato al Comune di Firenze “il servizio di accoglienza presso affittacamere a favore di utenti in stato di disagio ed emarginazione sociale” come recitano gli atti. Come sono andati i controlli? Continua ancora oggi a fornire questi servizi? Presta i suoi servigi anche ad altri Comuni?
Il Consorzio di Co&So, di cui Il Cenacolo fa parte, a fine 2017 ha fatturato 95 milioni di euro; una ventina di milioni afferibili all’accoglienza dei migranti. Quanti di questi 95 milioni arrivano dalle amministrazioni toscane? Quanti dal Comune di Firenze o dalla Regione Toscana? Anche qui: sono stati fatti i controlli come previsto dalla legge? Con che esito? Dove sono reperibili per garantire quel diritto alla trasparenza sancito dalla legge? Possono tornare utili i tanto decantati open data? O in questo contesto conviene non essere troppo smart?
Immaginiamo che gli enti coinvolti, a partire dal Comune di Firenze, vogliano render conto del loro operato in tempi brevi. E’ tutto in regola? Deve emergere con chiarezza tutto ciò che deve essere reso pubblico. Vogliamo sentire cosa ha da dire il sindaco Nardella nel merito che gli compete. O reputa sufficiente limitarsi alle affermazioni insignificanti che ha rilasciato alla stampa?
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