Unti dal Signore

C’è chi pensa che l’affidabilità di un individuo dipenda dal numero e dal prestigio delle amicizie, e chi ritiene che l’attendibilità sia direttamente proporzionale al consenso raccolto; c’è poi chi si dice certo di essere nel giusto perché è portavoce di qualcuno o qualcosa.

Senza parlare di chi giustifica i propri comportamenti in virtù di un ruolo e di un potere concessogli attraverso semplice “nomina”, come tanti Manager e Dirigenti a contratto.

Se non fosse che non tutto (per fortuna) è riconducibile a tale casistica,  potremmo affermare, senza la possibilità di essere smentiti, che siamo nelle mani di “unti dal Signore”.

Questi personaggi, per decenni “scelti” (o se preferite  “intoccabili”), hanno avuto compiti e responsabilità gestionali e decisionali di tale portata da condizionare anche l’organizzazione della nostra società, e questo senza che si siano mai levate proteste in grado di incidere sui comportamenti. 

A disegnare un quadro così poco edificante ha contribuito anche la stampa che, salvo rari casi, continua a  dimostrarsi servile e compiacente verso i poteri forti, piuttosto che garantista di una approfondita informazione  dei fatti.

Ora, a coloro che non credono a questa rappresentazione delle cose ritenendola  faziosa e complottista, propongo, rispetto all’immensa casistica nazionale, il seguente breve elenco di “unti dal Signore”:

  • Sul caso ILVA: l’ex Direttore Generale del Ministro dell’Ambiente, che dopo aver rilasciato all’impianto di Taranto ben 2 (due) autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, risultate utili solo agli interessi produttivi della proprietà, è stato premiato con il titolo di Ministro (sempre dell’Ambiente). Il suo nome – come esperto – ha attraversato quasi tutti gli episodi controversi della storia dei tanti disastri ambientali in Italia, fino all’arresto per aver distratto, insieme con altri, milioni di euro, per un progetto di riqualificazione ambientale in Iraq.
  • Per la tragedia di Viareggio con trentadue morti: l’ex AD di Ferrovie dello Stato, 
  • quello che definì in audizione al Senato la strage di Viareggio “uno spiacevolissimo episodio”, e che per quei fatti è stato condannato in primo grado a sette anni di reclusione. Parliamo della stessa persona che ha la responsabilità del fallimento del progetto di sottoattraversamento di Firenze (TAV), opera che, oltre ad essere oggetto di processo per infiltrazioni mafiose nella sua realizzazione, è già inutilmente costata quasi un miliardo di euro di denaro pubblico.
  • Riguardo all’ Autostrada tirrenica: l’AD della SAT, stretto collaboratore di Dalema, per decenni in evidente conflitto di interessi, poiché anche Commissario speciale per la realizzazione della stessa autostrada (nominato da Berlusconi). Soggetto quindi che avrebbe dovuto autorizzarsi l’opera di cui era Amministratore delegato.
  • Sul caso aeroporto di Firenze: il Presidente di ENAC, anch’egli in evidente conflitto d’interessi (proponente del progetto e autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile). In questo caso “l’unto” ha superato se stesso (e quanto era umanamente immaginare) quando, fregandosene della legge, ha presentato un Masterplan al posto del previsto progetto definitivo. Non sazio di tale sbornia di onnipotenza ha imposto l’approvazione di una legge “ad operam” in grado di tutelare i suoi interessi da eventuali ricorsi sull’illegittimità del procedimento.
  • Sempre con riferimento all’aeroporto di Firenze: il funzionario del Ministro dell’Ambiente, che già responsabile dell’istruttoria VIA dello stesso aeroporto e coinvolto nella stesura della legge “ad operam” di cui sopra, si è fatto anche nominare Presidente dell’Osservatorio ambientale, organismo di cui è stata chiesta la cancellazione con diffida inviata a tre Ministri per illegittimità di competenze. Il solerte funzionario riceve da ENAC per tale compito, un compenso pari a tremila euro il mese. Triplo conflitto d’interessi quindi, per non dire altro. Per finire, nei suoi confronti, la Corte del Conti ha revocato l’incarico dirigenziale che la Direzione Generale per le valutazioni del Ministro dell’Ambiente gli aveva illegittimamente attribuito.
  • In merito alla Conferenza di servizi autorizzativa presso il Ministro delle Infrastrutture: il (poco) Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Firenze che a nome dell’intero ateneo, si è espresso in quella occasione con un “SI” alla realizzazione dell’aeroporto di Firenze, “SI” condizionato a questioni patrimoniali. Peccato che dentro l’Università né il CdA, né il Senato Accademico sapessero nulla di tutto ciò. A generare quantomeno “imbarazzo” all’illustre rappresentante in merito al suo comportamento, dovrebbe poi concorrere il fatto che egli, pur avendo a disposizione una approfondita istruttoria del Dipartimento di Ingegneria del Polo Scientifico di Sesto fiorentino, contenente un parere motivato negativo alla realizzazione dell’aeroporto, si è presentato a Roma “a mani vuote”. Il Rettore (ahimé!), ritenendo probabilmente inutile tale documento, ha agito come un autocrate di altri tempi e non, come in ogni moderna democrazia, quale rappresentante della comunità accademica.

Fatti i debiti conti è indispensabile che questo paese, per evitare il baratro verso cui sta marciando, chiuda definitivamente con il passato, e torni a ragionare di etica, a occuparsi quindi di quell’insieme di valori ritenuti più adeguati al comportamento morale delle persone. Ne sentiamo – in molti – il bisogno.

*Fabio Zita