La Piana come il Titanic: l’iceberg è vicino!

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L’ultimo ballo di Rossi, Nardella & C.

Oggi il Parco e la Piana sono sotto attacco. La lobby politico finanziaria dell’aeroporto, li assale, anzi vuole imporsi su di loro.
Il Parco, con l’ultima versione del PIT non è più in grado di difendersi e neppure di contrastare l’aeroporto che purtroppo incombe.

Oltre il Parco. La rinascita di un ecosistema” è il tema trattato dal prof. Giorgio Pizziolo di Alterpiana durante il convegno “Parco della Piana. Prospettive per il futuro”, organizzato il 12 ottobre da Sinistra Italiana di Sesto Fiorentino, durante il quale si sono confrontati tecnici, cittadini e amministratori.

La cattiva politica e il grumo di interessi che ruotano intorno al nuovo aeroporto e agli altri progetti di cementificazione della Piana sono sul banco degli imputati.

Se il progetto è stato sospeso dal TAR, lo si deve non certo alla pianificazione ma addirittura alla lotta contro di essa, in particolare contro l’ultima versione del PIT che ha accettato l’aeroporto a scapito del Parco.

Se la difesa c’è stata, questa è dovuta al movimento degli abitanti della Piana e di alcuni sindaci che, inascoltati, hanno dovuto far ricorso alla giustizia amministrativa che, al momento, ha dato loro ragione.

Il nuovo aeroporto è una struttura devastante per l’intera Piana, perché creerebbe una situazione di saturazione, di saldatura di tutte le periferie dell’area e di queste con i progetti di cementificazione del comune di Firenze (Stadio, Mercafir, Castello, svincolo di Peretola, ecc.).

A farne le spese sarebbe l’intera area metropolitana, trasformata in una piattaforma edificata, da Rovezzano a Prato.

Da più di un anno stiamo segnalando una questione fondamentale per la vita e la sopravvivenza della Piana, della Città metropolitana e del bacino Fi Po Pt che è quella della presa in carico della Piana come Sistema Ecologico Primario, che supporta e consente la sopravvivenza di una popolazione di più di un milione di abitanti (turisti compresi).

È necessario quindi attuare un salto epistemologico, da un ragionamento centrato sul Parco a un ragionamento di Ecosistema complessivo che vede al centro le relazioni Monti – Piana – Acque, da Monte Morello, alla Piana al sistema idrografico di tutta l’area. Relazioni fortemente compromesse da tutte quelle occupazioni dei suoli che chiudono i varchi di comunicazione.

Siamo all’epilogo, non possiamo più tollerare l’ulteriore compromissione del sistema ecologico di relazioni, nord – sud, monte – valle dell’intero ambito territoriale.

Occupare il territorio della Piana con un devastante aeroporto fa saltare un nodo fondamentale del sistema, che inevitabilmente è destinato a collassare.

È un vero suicidio, e dobbiamo denunciare che questo è il triste contributo di Firenze alla distruzione del Pianeta, e del suo stesso Luogo del Vivere.

Occorre cambiare e passare dall’approccio semplicemente territoriale a quello dell’Ecologia umana.

Sembra di essere a bordo del Titanic, dove nell’indifferenza e nell’ipocrisia della politica e delle istituzioni, si continua a brindare e ballare mentre la tetra ombra dell’iceberg si avvicina minacciosamente. Siamo molto vicini all’iceberg, il tempo è scaduto, non si deve eliminare la Piana e uccidere l’ecosistema, si deve eliminare l’aeroporto assieme a tutte quelle narrazioni che lo hanno giustificato, dalla Variante del PIT a tutta la fraudolenta campagna di stampa.  

Il Parco e basta, come idea, non è sufficiente per contrastare questo disastro annunciato. È necessario considerare l’insieme, aprire una procedura progettuale riferita alla relazionalità, componente essenziale del pensiero ecosistemico.

Condizione imprescindibili sono quelle di azzerare tutte le attuali previsioni, dallo stadio all’inceneritore e oltre, di nutrire la città con cibo sano e buono, di attrezzare la mobilità dolce, riconnettere e riqualificare le periferie urbane, favorire una nuova imprenditorialità agricola.
Salvare la Piana può essere invece il contributo di Firenze per una nuova modalità di pensiero nei confronti dell’ambiente e delle popolazioni. Possiamo usare il Verde di Relazione e rilanciare il Modello storico delle Cascine, come le Cascine di Firenze e le Cascine di Tavola, per creare sistemi ecologici e strutture complesse di attività leggere, educazione, agricoltura. Le Cascine Metropolitane sono una proposta ed una possibilità.

Proponiamo la configurazione di una grande Cascina di pianura al posto dell’aeroporto che consenta di riconnettere tutto il sistema del verde afferente, arrivando fino al confine dei due poli urbani di Firenze e di Prato, dove si dovrebbe riagganciare e comprendere il sistema delle acque superficiali.

Questo implica la salvaguardia di tutte le aree inedificate della Piana, impedendo rigorosamente qualsiasi forma di consumo del suolo. Dobbiamo lasciare aperti tutti i varchi, anzi dobbiamo trasformare i varchi ancora aperti in punti preziosi e intoccabili dell’intero ecosistema.

Siamo nella situazione estrema dove se non usiamo tutta la creatività che abbiamo, tutta la voglia di trasformare in positivo le situazioni, se non coinvolgiamo le associazioni e gli abitanti, saremo destinati a vedere inaridire il nostro ambiente di vita.

Solo una svolta Ecosistemica potrà liberare la Piana dall’aeroporto e ridare vita alla Città e all’Ambiente metropolitano.

*ALTERPIANA

Pizziolo
Micarelli
Bertini
Menichetti
Fiorentino

 

 

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1 commento su “La Piana come il Titanic: l’iceberg è vicino!”

  1. Una cascina al posto dell’,ahahaha, ale’ spacciatori, drogati, prostituzione, peccato per voi, si fa per dire, l’aeroporto ha la concessione governativa con scandenza al 2049, rinnovabile…

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