La Sindaca di Monsummano pare ignorare quanto fatto sul territorio dalle nostre associazioni e dai nostri comitati in questi mesi. Lavoro che spettava alle amministrazioni locali che si sono mosse solo dopo che le notizie sull’acqua contaminata si sono diffuse sulla stampa.
Le acque di molti pozzi, ovvero delle falde di Monsummano, di Cantagrillo/Casalguidi, dei piezometri di falda della discarica di Bulicata, sono contaminate da sostanze cancerogene come ormai da anni ARPAT afferma, nonostante il silenzio delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali.
Nell’incontro pubblico di venerdì 21 febbraio u.s., la Sindaca di Monsummano, ha cercato di tranquillizzare la popolazione affermando che con l’acqua dei pozzi ci si poteva “almeno lavare la macchina”. Battuta assai infelice a nostro avviso. Come infelice è stato l’aver voluto tappare la bocca, strappando fisicamente il microfono di mano, a chi non rispettava il progetto di “tranquillizzazione a tutti costi” messo in atto dall’amministrazione pubblica.
Questo ormai è un vezzo costante del potere politico sempre più intollerante al dissenso e al confronto democratico tanto sbandierato in cerimonie ufficiali e in campagne elettorali. Al presunto allarmismo si tende a contrapporre il silenzio o ad aspettare che l’attenzione dell’opinione pubblica si sposti su altre questioni.
Non a caso la Sindaca ha evitato di rispondere quando più volte dal pubblico le era stato chiesto come mai chi guidava l’amministrazione e gestiva gli uffici comunali negli ultimi dodici anni non ha mosso un dito tenendo all’oscuro la cittadinanza. E guarda caso la sua prima ordinanza è stata emessa dopo che sulla stampa era uscita la notizia della tragica condizione delle acque di falda monsummanesi, lasciando così qualche dubbio sulla tempestività dell’intervento a molti cittadini.
Infatti quello che più preoccupa, al di là dei casi specifici, in generale, è il silenzio di questi dodici anni da parte degli organi amministrativi a partire dai Comuni per arrivare fino in Regione passando quindi dalla Provincia e dall’ASL nonostante le segnalazioni allarmanti dell’ARPAT.
Vorremmo almeno essere rassicurati in merito al prelievo dell’acqua dai pozzi di captazione quando vi sono queste criticità, è un nostro diritto, “a meno che il gestore idrico, nel caso specifico di Monsummano, Acque Spa, utilizzi carboni attivi cambiandoli con regolarità e in base ai parametri delle nocività presenti”. Quest’ultima frase è riportata con il virgolettato. E’ stato così affermato durante l’incontro suddetto, ma dati non ne sono stati mostrati se non quelli di ARPAT che confermano come il territorio monsummanese abbia due falde acquifere compromesse non si sa da chi o da che cosa. Forse il famigerato cloruro di vinile (CVM)?
In conclusione cara Sindaca, visto che Lei è la responsabile della salute dei suoi cittadini, le saremmo veramente grati se ci volesse fornire dati certi e documentati sulla qualità delle acque che scorrono nei tubi delle nostre case, cercando di farci capire in maniera evidente le modalità, nel tempo, di gestione dei filtri a carbone attivo, in modo tale da fugare qualsiasi altro dubbio.
*Ass. AcquaBene Comune Pistoia e Valdinievole
Ass. Alleanza Beni Comuni
Obiettivo Periferia