Ancora sui vaccini, ritardi e incongruenze

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Disdette per quanto guarda il vaccino AstraZeneca, in Toscana oggi, come annuncia il presidente Giani, siamo a 4.178 su 33.615 prenotazioni fatte.

Un annuncio che colpisce, anche perché i vaccini sotto osservazione dall’Aifa, che ha sospeso l’ormai famoso lotto n. …… di AstraZeneca, a Firenze sono stati somministrati fra l’11 e il 24 febbraio, senza che si siano registrati fenomeni avversi. Ma se questa è l’atmosfera che regna in tutto il Paese e anche in Toscana, dopo il “problemino” in cui è incorso il vaccino anglo svedese, a Firenze purtroppo si registra una storia, di carattere decisamente opposto, che ha dell’incredibile.

La storia ha per protagonista un uomo, che ha quasi 70 anni, che senz’altro è persona “fragile”. Fragile in che senso? In questo: è affetto da una serie di patologie molto pesanti e pericolose. Tante. Tante almeno da farlo ritenere persona rientrante nel concetto di “fragile”. Buon senso lo direbbe. Ma non la Regione Toscana, per la quale valgono “le tabelle”. E le “tabelle” non prendono in considerazione, come dice il nostro protagonista con amara ironia, “i cocktail patologici”. In altre parole, avere più patologie pesanti, ma tutte appena sotto la soglia di quelle inserite in tabella, equivale a non averne nessuna: e dunque, a non avere nessuna priorità riconosciuta nella somministrazione del vaccino.

Questo intanto è un punto. A parte il fatto che verrebbe da chiedersi che cosa rientra, nella Regione Toscana, nel concetto di fragile, rimane da stabilire il ruolo delle “tabelle”: cosa sono e come funzionano. Anche se un pensierino, di fronte al fatto che il nostro protagonista in condizioni (perlomeno emergenti a occhio nudo) di fragilità, non riesca a farsi vaccinare, corre con naturalezza ad altre categorie che invece hanno avuto il vaccino, per appartenenza, indipendentemente dallo stato di salute.

Andiamo avanti, si parlava di tabelle. Bene, le tabelle sono quelle stabilite dalla Regione Toscana con il “nome” delle patologie che danno diritto ad essere chiamati per il vaccino, vale a dire, a “scavalcare la fila”. Nel caso del nostro protagonista però, non essendo afflitto da una sola patologia, i conti non tornano. Perché? Intanto, la tabella dirimente è in questo caso la tabella due. Sulla tabella due dunque, esiste non solo la patologia in cui si deve rientrare ma anche una “soglia”; se uno le ha tutte, come spiega il nostro protagonista, le patologie descritte, “ma si ferma subito sotto la soglia”, è come se non ne avesse nessuna. Dunque, l’incredibile, paradossale finale: il nostro quasi 70enne protagonista, con le patologie enumerate non riscontrabili in tabella (la soglia!) verrà vaccinato quando toccherà a quelli della sua età, come uno senza patologie.

Non è finita. Per le persone “fragili” i vaccini indicati sono Pfizer e Moderna. Ma per i sessantenni e over senza patologie si inietta AstraZeneca. Della follia delle “tabelle” sembra siano consapevoli gli stessi operatori regionali, come conferma la moglie del nostro protagonista, informandoci che intanto “faranno” chi prende gli immunosoppressori, poi via via i casi “con meno problemi”. Intanto, sempre da fonti sanitarie, informano che nel frattempo, mentre il nostro protagonista ingabbiato nelle tabelle, multipatologico e a rischio attende il suo turno (in quanto non riconoscibile come fragile), Pfizer e Moderna vengono somministrati alle Fratellanze, e giustamente a chi va sulle ambulanze. Giustissimo. Anche un ventenne in buona salute può ammalarsi con effetti gravi. Ma per il nostro protagonista sarebbe più o meno la morte.

Il problema è che questi protocolli, regionali, sono stati formulati dall’Asl. E il criterio sfugge. Per fare qualche esempio: il peso delle vaccinazioni è stato messo tutto sulle spalle di medici “vaccinatori” e infermieri. A Firenze, il Mandela come al solito è l’esempio più evidente. Come spiegano gli operatori sanitari, “non c’è un servizio di emergenza nel caso di eventi avversi, tranne il caso che ci si trovi a vaccinare con qualche anestesista che sa dove mettere le mani in frangenti disgraziati”. Certo, ma è il caso a dettar legge. La guardia giurata agli ingressi è stata collocata dopo la ben nota vicenda delle Iene. Il comunicato dell’Asl circa cosa fare delle fiale avanzate sarebbe giunto, dicono gli operatori, oggi. Ma allora, cosa guida la campagna vaccinale toscana? Il Caso?

Torniamo al nostro protagonista. Ora è stato aperto un portale per le vaccinazioni di riserva, ovvero una lista per coloro che chiedono di potere “approfittare” delle fiale di vaccino residue. Criteri: età e patologie. Patologie? Quelle da tabelle, quelle in cui il nostro amico non rientra??

Epperò, intanto, grazie all’interpretazione “toscana” di una circolare del ministero della Salute, nella nostra Regione, come accennato sopra, gli appartenenti all’amministrazione giudiziaria, dai giudici agli avvocati ai cancellieri, hanno ottenuto la priorità alla vaccinazione. Peccato che ci si fosse dimenticati di aggiungere ai criteri la operatività nella professione. Così, a decine, i politici toscani si sono immunizzati, con buona pace del coro indignato che aveva accolto l’apripista Vincenzo De Luca, quando si vaccinò con Pfizer per “dare l’esempio”.

Infine, tornando al nostro protagonista, non si può che augurargli in bocca al lupo, o meglio, come in tempi antichi, “che il Caso sia con te!”.

Stefania Valbonesi

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Stefania Valbonesi

Nata a Ravenna, età vintage, svolge ttività giornalistica da circa vent'anni, essendo prima passata dall'aspirazione alla carriera universitaria mai concretizzatasi. Laurea in scienze politiche, conquistata nella fu gloriosa Cesare Alfieri. Ha pubblicato due noir, "Lo strano caso del barone Gravina" e "Cronaca ravennate", per i tipi di Romano editore.

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