Nella Firenze ossessionata dal decoro arriva il daspo di 48 ore

Prosegue senza sosta e senza ripensamenti la corsa all’inseguimento del decoro e la lotta al degrado dell’amministrazione fiorentina.
Abbiamo parlato molte volte dell’ossessione securitaria che mette in competizione PD e destra, Minniti che insegue Salvini e lo supera in repressione. A livello locale i sindaci e gli assessori sceriffi da una ventina d’anni e ultimamente con maggior frequenza, grazie ai decreti sicurezza governativi, hanno emanato ordinanze contro mendicanti, senza fissa dimora, zone rosse da cui allontanare chiunque non sia un consumatore o un turista da spennare. Il nuovo regolamento di polizia locale approvato in consiglio comunale di Firenze con la sola contrarietà dell’opposizione di sinistra è l’ultimo tassello nella costruzione di una città mercificata funzionale non a chi la vive ma soltanto alla rendita immobiliare e a chiunque voglia estrarne ricchezza.

La vera novità è mini daspo di 48 ore, un provvedimento di allontanamento per due giorni da alcune aree specifiche della città per ubriachezza molesta, atti contrari alla pubblica decenza, commercio abusivo o parcheggiatori abusivi. Sono 24 aree in tutta la città, di cui otto nel quartiere 1, con una particolare concentrazione nell’area Unesco. Fuori dall’area Unesco si tratta principalmente di zone di spaccio, a cosa serve se si è in presenza di reati un provvedimento come il daspo urbano? La prevenzione del reato è cosa diversa dalla dissuasione, mentre la “condanna preventiva” non è altro che esercizio totalitario del potere.

Alle telecamere il ruolo di dissuadere, telecamere smart, telecamere 2.0 intelligenti che autonomamente allertano la polizia urbana sulle base di algoritmi di riconoscimento di oggetti e persone, ma anche di comportamenti ritenuti non consoni. Telecamere che registrano e producono dati che arricchiranno il data base delle aziende che implementano le telecamere 2.0, telecamere munite di un software dove anche il gesto umano viene ricondotto alla norma. Telecamere adatte e predisposte al riconoscimento facciale anche se l’amministrazione ha dichiarato essere una prerogativa che il comune non adotterà.
Ci preme ricordare che ci sono numerosi studi sul fatto che tutti i programmi di controllo comportamentale e di predizione del crimine non fanno altro che rinsaldare le discriminazioni razziali e sociali. Il software che si autoistruisce si nutrirà perciò di dati viziati dal bias sociale e razziale preesistente non facendo altro che esercitare una nuova esclusione, rinsaldando e potenziando quei pregiudizi.
E non è un caso che i comportamenti da perseguire per il regolamento urbano siano quelli connessi ai lavavetri, ai cosiddetti venditori abusivi, ai senza tetto. E non è un caso che le scritte sui muri che il comune deve cancellare non siano tutte ma soltanto quelle offensive e quelle politiche.

Non è un caso neppure che la destra che siede in Consiglio Comunale abbia rivendicato questo nuovo regolamento.