La riqualificazione urbana coi soldi pubblici ad uso privato

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Buone notizie in questa estate assolata in un quartiere che batte i record di mancanza di verde e come isola di calore compete con i punti più accaldati della Piana, come documentano i dati dell’Amministrazione comunale . Qui, si veda anche qui.

Il Comune di Firenze investe in verde per questa zona 250.000 euro. Avete letto bene, ducentocinquantamila euro. Sembrerebbe un bel risultato delle lunghe battaglie dei 4 Luoghi, delle ore e ore spese in riunioni, stesura e invio di documenti da parte dei membri delle due associazioni – Associazione Giardino San Jacopino e Associazione Belfiore – e dei due comitati – Comitato Manifattura Tabacchi e Comitato Leopolda Viva – che hanno a lungo sostenuto le richieste degli abitanti in relazione alla necessità di verde pubblico e di spazi sociali.

Ma leggete attentamente; questa massa di denaro che avrebbe permesso di soddisfare alcune delle esigenze VITALI richieste per tutto il rione, vanno solo a una parte, quella del quartiere della Leopolda. Dalla lettura dell’articolo de “La Nazione” del 4 agosto pare di capire che sarà un restyling di lusso con panchine colorate, giochi per bambini, un florilegio di piante, anche se da godere tutto a livello individuale perché le aree verdi reali dove socializzare sono limitatissime. Insomma un investimento in immagine più che di sostanza. Ma ben venga, meglio dello squallore attuale, giudicheremo meglio dopo la realizzazione.

All’interno dei 4 Luoghi sono stati discussi, limati e rilimati i vari documenti spediti INSIEME all’ Amministrazione Comunale (l’ultimo pochi mesi fa) sempre rispettando le esigenze dei componenti il gruppo ma con richieste COMPLESSIVE che ricadevano nelle varie aree per le quali si richiedevano interventi MINIMI che nell’insieme avrebbero apportato un po’ di sollievo alle difficili condizioni di tutta la zona. Nel contempo richiamavamo l’Amministrazione a scelte di lungo periodo, fra l’altro inserite già nel Piano edilizio del 2014 e mai realizzate, come gli interventi per un giardino nell’area ex tacchificio di via delle Carra e spazi sociali nell’area ex militare di PierLuigi da Palestrina, l’unica non passata dal demanio all’Amministrazione Comunale (sulle possibili ragioni di questi enormi ritardi vedi qui.

La scelta dell’Amministrazione, sollecitata dall’Associazione Leopolda che si intesta il risultato, è invece quello di valorizzare una sola area, la Leopolda, appunto, con un investimento stratosferico rispetto agli standard dell’Amministrazione Comunale per questa zona.

Sorgono spontanee alcune considerazioni:

1) Le esigenze di 21.000 abitanti che hanno 1/10 del verde della media cittadina, sempre secondo i dati forniti dall’Amministrazione Comunale, non sono state per nulla prese in considerazione. Basti pensare al fatto che abbiamo un solo giardino di appena mezzo ettaro, con un bagno chiuso da 4 anni ed ora che è stato ripristinato da alcuni mesi non è aperto al pubblico perché non si sono voluti trovare qualche MIGLIAIA di euro per aprirlo, per cui gli odori che si sprigionano dalla terra dietro le siepi nei momenti di caldo, per metà dovuti a presenza massiccia di cani, dicono chiaramente in che modo viene sostituito.

2) La scelta di investire una cifra del genere solo nell’area Leopolda e a tempi brevi (entro l’anno corrente) fa sorgere un dubbio: non è che il restyling di quella zona ha una funzione diversa rispetto alle richieste dei cittadini, anzi si stanno usando le giuste richieste di tutta la zona per un’operazione di altro valore?

Ponete un attimo la vostra attenzione al fatto che di fronte alla Leopolda verrà fatto un grosso investimento nell’area ex OGR – 24.000 mq di nuovi edifici sul lato parallelo al Fosso Macinante – di cui l’Amministrazione Comunale si è vantata già nell’immediato post lockdown, con la proposta poi resa operativa di un villaggio post Covid, quindi con appartamenti adeguati come misure e vivibilità, insomma non certo per gente con pochi soldi. E per una operazione come questa che, guarda caso, è in fase di partenza, ci si poteva presentare all’appuntamento con un quartiere dirimpettaio così sguarnito, che aveva l’aria di una periferia in disuso?

C’è da dire poi che la Leopolda sarà la zona d’arrivo della T4 e di due strade di grande scorrimento che la affiancheranno e che sboccheranno nell’area della Pistoiese, guarda caso area di snodo dell’aereoporto e delle autostrade. Chi comprerà il 1200 appartamenti circa che fra Manifattura e ex OGR nasceranno potrebbero perdersi nel traffico cittadino da condividere con tutti, hanno pur diritto a una via di collegamento privilegiato con quello che spenderanno!. Non importa se verranno attraversate due aree scolastiche (Istituto Agrario dove i genitori da anni segnalano l’incongruenza dell’attraversamento all’interno degli spazi usati per l’attività agricola dagli studenti e un’area di Campi situata fra due istituti scolastici molto frequentata. A Campi è nato un comitato contro l’arrivo della tranvia nel centro della cittadina con la distruzione di una piazza, fondamentale per la vita della città). Di fronte a questi interessi di gruppi privati poco importa se, come ha detto un illustre docente di Agraria, il Parco delle Cascine già sofferente rischia la sopravvivenza in una ventina d’anni.

Come 4 Luoghi avevamo fatto una interessante proposta – sollecitata dalle competenze di Paolo Degli Antoni – di un corridoio ecologico che, partendo dagli spazi verdi esistenti dell’area ex OGR, con una passerella che scavalcasse il Fosso Macinante, corresse parallelo a questo recuperando molti spazi verdi e giungendo a collegarsi con altri spazi simili della Piana fiorentina.

Naturalmente proponevamo il mantenimento di quell’area a zona non edificata, prima di tutto salvando il verde esistente, che non è poco, e poi recuperando due dei capannoni che non potrebbero essere demoliti secondo il vincolo urbanistico a scopi sociali e culturali, ad esempio con la creazione di un laboratorio collegato al Teatro del Maggio Musicale e un Museo delle ferrovie e dei ferrovieri

https://www.perunaltracitta.org/2020/11/10/officine-grandi-riparazioni-e-stazione-leopolda-salviamo-almeno-la-memoria/

Vedremo la reazione degli abitanti del rione a breve, quando capiranno bene cosa si prepara per loro: la cementificazione totale, senza più possibilità di creare uno spazio verde e di socializzazione pubblici che supplisca alle carenze per tutta l’area, l’aumento del traffico e la mancata circolazione dell’aria che per ora arriva dal corso dell’Arno e dalle Cascine ma con la barriera di palazzi costruendi si fermerà, con effetti ancora più gravi sulla qualità dell’aria e con l’aumento sicuro dei colpi di calore.

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Adriana Dadà

Ricercatrice/docente di Storia contemporanea all'Università di Firenze in pensione. Impegnata da sempre nell'attività politica e sindacale con un approccio materialista, di classe e libertario.

1 commento su “La riqualificazione urbana coi soldi pubblici ad uso privato”

  1. Grazie per questo articolo esplicito di informazione e denuncia perchè chiarisce, secondo me, la strategia delle organizzazioni economiche e politiche. La partecipazione dei cittadini sarà sempre sostenuta, a parole, da politici e delegati degli interessi economici.
    Gli abitanti organizzati in reti di associazioni sono visti come una risorsa, perchè subito un politico può farsi carico dell’istanza, far votare una certa somma (di solito irrisoria rispetto ai bisogni reali) in consiglio comunale e tradurre le richieste dei cittadini in interventi accessori allo sviluppo imprenditoriale già presente nella zona. In questo modo le forze economiche guadagnano un servizio in più e un nuovo ingresso nella politica, il politico guadagna il sostegno economico per la sua carriera, e gli abitanti vedranno valorizzato il loro lavoro con un intervento che soddisfa, anche, alcuni dei loro desideri.
    Il problema della partecipazione è che non esiste l’obbligo da parte dell’amministrazione di agire secondo le decisioni dei cittadini.
    Senza questo fondamentale diritto alla responsabilità condivisa i processi partecipativi hanno un effetto distorto e duplice: quello di favorire la carriera dei rappresentanti politici insieme agli investimenti delle imprese economiche e quello di far perdere la fiducia nei processi partecipativi agli abitanti.
    Sono un urbanista e pratico, da vent’anni, diverse forme di progettazione partecipata.
    L’unico modo per ottenere qualcosa è prenderselo, in modo intelligente, furbo, possibilmente legale.
    I modi sono tanti, bilancio partecipato, piano strategico dei servizi, referendum, raccolta firme, ma tutti passano per una volontà politica spesso vischiosa e interessata. Credo che sia importante aumentare gli spazi ed i momenti d’incontro tra le persone affinchè si possano organizzare, prendere coscienza dei diritti negati e avanzare istanze strategiche in modo orizzontale ed indipendente da ogni tipo di istituzione.

    Con sincera gratitudite ad Adriana ed a tutto il gruppo di perunaltracittà
    Angelo Ferrari

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