Pornocidio di Tersite Rossi e Marco Gonzo

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​​Il Collettivo di scrittura Tersite Rossi già a noi noto per il lavoro svolto in questi anni a partire da È già sera, tutto è finito, ha dato alle stampe, insieme a Marco Gonzo Pornocidio, presentato come “dieci casi per l’indagatore del sesso. Uno più folle dell’altro.” Ma prima di addentrarci nel dire qualcosa a proposito di Pornocidio, è indispensabile prendere in considerazione Marco Gonzo, l’altro autore di questo noir.

Scrivere qualcosa su Marco Gonzo vorrebbe dire avere come riferimento un altro libro, altrettanto interessante certamente, ma un altro. Per capire chi è Marco Gonzo e del perché collabora con Tersite Rossi è sufficiente leggere la prefazione curata proprio dal Collettivo di scrittura. Una descrizione decisamente puntigliosa ma opportuna per addentrarsi nelle 298 pagine di Pornocidio visto che Marco Gonzo (che non è solo lo pseudonimo dell’autore disperso, è anche il nome del protagonista di queste avventure) è un perdente tra i perdenti e si trova, volente o meno, a suo agio nel circolo vizioso della sconfitta.

Marco Gonzo, l’investigatore privato che è al centro di questo hardboiled, è maschilista, menefreghista, dissacrante, fancazzista, politicamente scorretto ma non sopporta le ingiustizie. Una sbronza perenne lo aiuta a mantenere la lucidità, visto che restare sobrio troppo a lungo nuoce alla salute nonostante l’effetto inibitorio a livello sessuale, e Gonzo ritiene un buon whisky, in arrivo dalla Scozia, sia meglio del sesso. Detto questo, anzi scritto questo, non possono non colpire le due frasi di Charles Bukowskj poste in epigrafe. Partire con Bukowskj predispone il lettore ad aspettarsi ciò che è il rapporto con l’alcool, le esperienze sessuali e i rapporti con gli altri. A questo punto non ci rimane che prendere in considerazione Pornocidio, composto da 10 racconti, fuori da qualsiasi regola di correttezza morfologica, in cui anche i nomi dei locali di riferimento, ad esempio “La gatta morta”, hanno un senso nel contesto in cui hanno si trovano. Troviamo le forze dell’ordine sul libro paga dei trafficanti del sesso malato che insabbiano volutamente il marcio che potrebbe emergere, la descrizione della vita delle periferie, l’imprenditoria locale che ostenta la propria ricchezza economica tramite intrallazzi politici, appalti direzionati e l’immancabile gestione dei rifiuti con annesse discariche ed inceneritori. Dicevamo della sbronza definita “quinto e mezzo senso” ma di sicuro c’è la componente femminile che determina il proprio modo di essere. Monica, ex in tutto e per tutto, dal livello sentimentale al piano lavorativo, militante progressista, anzi radicale, frequentatrice di centri sociali. Poi, se vogliamo restare nello scorretto, che dire del vomito, vero e proprio compagno di sbronze di Gonzo nelle sue indagini. Quanto ci viene descritto è un mondo che vive nel sommerso, nel non detto, nel classico sottobosco fuori dai canali ufficiali, con le piattaforme pornografiche, i  giri di soldi, lo  sfruttamento della prostituzione, la diffusione di materiale pornografico, la zooerastia (il sesso con gli animali) e quindi il pornocidio, non può che essere un filone redditizio.

Ma il collettivo Tersite Rossi non si ferma qui, perché investiga in queste pagine su cosa vuol dire essere donne immigrate e vendute sessualmente e sul traffico di organi. Un sesso malato che dà dipendenza, e crisi di astinenza, una vera e propria macchina nefasta. Romanzo erotico? Direi non solo, ma definiamolo pure così se può aiutare incasellarlo in una categoria. E comunque sinceramente bravo chi ha avuto l’azzardo di affrontare in modo anche ironico un tema difficile come l’intreccio di alcool, donne, sesso.

Tersite Rossi e Marco Gonzo, Pornocidio, Mincione ed., 2023, pp.  298, euro 18

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Edoardo Todaro

Oltre a svolger la propria militanza tra realtà autogestite (CPA) e sindacali (delegato RSU Cobas presso Poste spa) è appassionato di letture, noir in particolare. È tra i collaboratori, con le proprie recensioni, del blog Thriller Pages

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