Rigassificatori: l’emergenza è alibi per speculazioni con il metano. Sacrificando mare e territori

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Le chiamano bettoline, ma sono navi metaniere.

Il progetto presentato da Snam per l’impianto e l’utilizzo di un rigassificatore nel porto di Piombino prevedeva fin dall’origine l’uso di navi, definite metaniere small, che servirebbero ad esportare il metano dal rigassificatore in altri lidi. Quante, con quale frequenza, dirette dove, di quale stazza non lo diceva e non lo dice.

Era logico comunque pensare che questo ulteriore traffico di navi avrebbe aggravato l’inquinamento e perciò noi del Gazebo 8 giugno presentammo delle osservazioni chiedendo che fossero resi noti questi dati. Da Snam nessuna risposta, come d’abitudine.

Ancora più strano è notare come gli Enti pubblici tenuti a presentare un parere, dall’Asl all’Iss all’Arpat, abbiano completamente ignorato l’esistenza di queste navi. Unica eccezione la Dogana, che dovrebbe riscuotere dal traffico.

Di recente la Prefettura di Livorno ha ospitato noi e gli altri tre Comitati piombinesi in un incontro con il Presidente del Comitato tecnico regionale e parecchi membri del Comitato stesso, che dovrà esprimersi sul documento definitivo della sicurezza, senza il quale l’impianto non potrà funzionare. In quella sede chiesi di nuovo notizie delle metaniere small, argomento che in un primo momento sembrava totalmente sconosciuto ai titolati tecnici. Io insistevo, dicendo che erano espressamente previste e che se ne ignorava ogni caratteristica, insistevo a tal punto che gli imbarazzati tecnici hanno dovuto ammettere che si, erano previste, ma che in realtà non ci sarebbero state, mancavano alcune autorizzazioni, non erano nell’ottica vera del progetto. Pur non essendo convinti ne abbiamo dovuto prendere atto.

Per inciso, il piano definitivo della sicurezza non era pronto, alcune settimane or sono, e noi aspettiamo che ci convochino di nuovo, come promesso, per vederlo.

Cambia la città, si passa a Livorno, dove un impianto di rigassificazione a 22 km dalla costa esiste e lavora da molti anni. Notizia di questi giorni, la sua capacità è stata ampliata e per cosa? Per riscaldare i poveri Italiani nel prossimo inverno? No, per rifornire, loro, le metaniere small.

Eccole finalmente! 122 all’anno, cioè una ogni tre giorni, si caricheranno di gas a Livorno per portarlo e consegnarlo in tutti i porti del Mediterraneo e oltre.

Ed ecco dimostrato come la narrazione ridicola e rivelatasi falsa che voleva i Piombinesi responsabili della morte per freddo degli Italiani inverno 2023 fosse appunto tale, ridicola e falsa. L’obiettivo non è riscaldare gli Italiani o far lavorare le industrie italiane con il gas rigassificato in Italia, ma molto più semplicemente il vecchio profitto. Fare soldi con il gas, lavorandolo ed esportandolo, sempre di più, con guadagni immensi di pochi, ma così potenti da consentire di sacrificare ai loro interessi territori interi, mari interi.

Questo obiettivo, l’esportazione del gas, a Livorno lo hanno già raggiunto, a Piombino non è chiaro, ma come si può escludere?

L’Italia non ha bisogno di gas, lo esporta, lo ha sempre esportato, e sta lavorando per esportarne ancora di più. Snam o chi per Snam ne ha bisogno, per aumentare a dismisura quei profitti di cui ben pochi beneficeranno; ma purtroppo sono quelli che contano.

Governo e Regione Toscana sono complici di questo disegno.

 

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Maria Cristina Biagini

Maria Cristina Biagini, di Piombino, pensionata del Comune di Piombino, dove per oltre 30 anni è stata la Responsabile Servizio Personale. Attivista del gruppo "Gazebo 8 giugno contro il rigassificatore", gruppo di cittadini piombinesi che si è reso conto per primo del disastro che stava arrivando con la decretazione d'urgenza. Coorganizzatrice l'8 giugno della prima manifestazione contro il rigassificatore.

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