Incendio su traghetto vicino al rigassificatore nel porto di Piombino

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Il 20 agosto 2024 a Piombino, verso le 15.30, le sirene dei vigili del Fuoco, ambulanze, Forze dell’ordine, hanno sconvolto un sonnacchioso pomeriggio di piena estate. Un elicottero ronzava in cielo, gli ignari Piombinesi e i molti turisti, si chiedevano cosa fosse successo. Andavano tutti in direzione porto, dove in quel momento la Golar, ora Italis, cioè il rigassificatore imposto alla città di prepotenza dal governo Draghi e dal commissario Presidente Eugenio Giani, stava acquisendo dalla metaniera di turno il suo carico di gas.

Quello dell’approvvigionamento è il momento più delicato dell’intera operazione di rigassificazione. Se una manichetta non funzionasse il gas uscirebbe libero, per esempio. Ecco, in quel momento delicatissimo un traghetto carico di mezzi e circa 300 persone ha avuto un incidente, un principio di incendio nella stiva, la cui origine è al momento sconosciuta.

Insomma, un traghetto con un principio di incendio e i portelloni bloccati è stato costretto al rientro in porto e accolto a pochi metri, centinaia, non migliaia, da un impianto che stava rigassificando.

Allora si capisce perché tanto schieramento di forze. L’incendio non era un rogo, per fortuna era poca cosa, ma i vigili del Fuoco sono venuti da Livorno, da Grosseto, dal cielo e dal mare. E comunque non avrebbero potuto fare niente, nel caso in cui anche la Italis avesse avuto un incidente, cosa sempre possibile.

Ai piani alti devono avere avuto tutti una paura tremenda, forse maggiore di quella di noi Piombinesi. Comunque stavolta è andata bene, tutti con professionalità e impegno hanno evacuato passeggeri e successivamente auto, solo qualche ferito lieve.

E il 21 tutti, Giani per primo, a sperticarsi in lodi e ringraziamenti. Nessuno che si sia posto il problema del dramma evitato per grazia di Dio. Stavolta, la prossima non si sa.

Significativo che la stampa locale, praticamente all’unisono, abbia ignorato il comunicato della lista civica Lavoro & Ambiente e quello di noi comitati cittadini, che dicevano cose simili a quelle che ho scritto.

Quell’impianto nel porto di Piombino non ci doveva essere collocato. E se ne deve andare quanto prima. E non deve andare nemmeno altrove. La politica energetica basata sulla speculazione del gas deve proprio finire.

Luglio 2026, quando la Italis se ne andrà, è ancora troppo lontano.

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Maria Cristina Biagini

Maria Cristina Biagini, di Piombino, pensionata del Comune di Piombino, dove per oltre 30 anni è stata la Responsabile Servizio Personale. Attivista del gruppo "Gazebo 8 giugno contro il rigassificatore", gruppo di cittadini piombinesi che si è reso conto per primo del disastro che stava arrivando con la decretazione d'urgenza. Coorganizzatrice l'8 giugno della prima manifestazione contro il rigassificatore.

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