Il 4 novembre scenderemo in piazza a Firenze nei quartieri vicini alla Caserma Predieri dove vorrebbero insediare il Comando NATO.
Il 4 novembre non è giorno come gli altri.
È l’anniversario della dichiarazione di vittoria della battaglia di Vittorio Veneto della Grande Guerra che costò solo in Italia 650 mila morti e 550 mila mutilati e del conseguente armistizio: un massacro scaricato sui lavoratori e voluto solo dalle mire espansionistiche delle grandi potenze.
Così dovremmo ricordare quel giorno.
Il fascismo però perseguendo le stesse ambizioni imperialistiche istituì quel giorno come festa nazionale per creare il mito della “vittoria mutilata” che portò l’Italia in un’altra disastrosa guerra.
A più di un secolo di distanza, un governo che affonda le radici in quella stessa cultura politica, sta usando proprio quella giornata per cercare di arruolarci e farci “amare” la legge marziale.
Non è un caso che la prima sortita dei neofascisti di Casaggì dopo il pestaggio davanti al Michelangelo del febbraio scorso sia proprio un’iniziativa di esaltazione della battaglia di Vittorio Veneto.
Si dà però anche il caso che la divisione Vittorio Veneto sia di stanza proprio nella Caserma Predieri. Anche nella caserma sarà un giorno di commemorazioni e celebrazioni.
Ci vogliono convincere che il futuro stia nella “prosperità della Nazione” da conquistare sul campo di battaglia. Che quelli debbano essere “i nostri eroi”.
Non possiamo accettare che tutto ciò ci veda passivi.
Non possiamo più accettare l’omertà delle istituzioni rispetto ad una questione così importante come la presenza di un comando NATO in città.
Noi, al contrario, crediamo che la guerra non ci concederà nessun futuro.
Siamo davanti al baratro di una nuova Guerra Mondiale con il rischio di una escalation nucleare.
Una guerra di tale portata, ammesso che già essa non sia sufficiente per mettere in discussione la sopravvivenza del genere umano, non farebbe altro accelerare il processo di surriscaldamento globale e crisi climatica.
Questa guerra va fermata e tutte le risorse dirottate verso gli interessi di guerra vanno redistribuite attraverso la spesa sociale.
La manifestazione del 4 novembre a Firenze terrà insieme il piano locale con quello globale.
Terrà insieme il contesto specifico del possibile insediamento del Comando NATO a Rovezzano con quello più complessivo della guerra.
Per dare continuità alla giornata di lotta del 21 ottobre chiediamo a tutti e tutte di comprendere l’importanza di questo appello, farlo proprio e convergere su Firenze.
NO ALLA GUERRA
NO ALL’INVIO DI ARMI
NO ALLA NATO
PER RILANCIARE LA SPESA SOCIALE NEGLI INTERESSI DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI
PER SCUOLA, SANITÀ E TRASPORTI
Redazione
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