Per i giovani lavoratori è sempre più difficile costruirsi un futuro a Firenze

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Il costo per vivere nel capoluogo toscano risulta essere più elevato dello stipendio medio della fascia d’età compresa tra i 18 e i 35 anni.  A ciò si aggiunga che i posti di lavoro offerti sono scarsamente retribuiti. È quanto emerge dall’ultima ricerca della CISL Firenze Prato, realizzata dai ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron.

Lavoro poveroI dati in essa contenuti fanno riferimento a 3 fattori: giovani, casa e lavoro. Sulla base di questi elementi è possibile individuare quali saranno le tendenze nei prossimi anni. Il costo minimo che una persona deve sostenere a Firenze per affitto, cibo, vestiti, bollette, trasporti, oscilla tra i 18.500 e i 22.300 euro all’anno, mentre il reddito medio lordo è di 10.537 per i 20-24enni, di 15.614 per i 25-29enni e di 19.075 per i 30-34enni.  I dati illustrati dal sindacato evidenziano una realtà drammatica che affligge quote consistenti delle giovani generazioni: per vivere si spende più di quanto si guadagna. Le conseguenze derivanti da tale situazione di disparità potrebbero avere un impatto collettivo, andando ad incidere, ad esempio, anche sul versante dello spopolamento del capoluogo toscano e generando un’emorragia di residenti che coinvolgerebbe soprattutto i più giovani.

Alla radice di tale scenario vi sono due fattori che, insieme, generano una situazione profondamente diseguale: l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della natalità. I dati mostrano come ad un aumento consistente della popolazione over 65 corrisponda una diminuzione degli under 35. Per chiarire tale rapporto la CISL ha realizzato un confronto tra la popolazione del 1993 e quella del 2023, mostrando come la fascia compresa tra i 15 e i 34 anni sia passata dal 40,7% di 30 anni fa al 31% attuale. Sul fronte occupazionale vi sono poi 2 problematiche che è necessario prendere in esame. La prima è di ordine demografico, la seconda fa invece riferimento al disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Il combinato di questi due problemi genera uno scenario destinato a relegare i giovani lavoratori in una condizione di precarietà e povertà diffusa. È dunque evidente che se nei prossimi anni non ci saranno soluzioni volte a far incontrare chi cerca e chi offre lavoro assisteremo ad una drastica diminuzione di persone in età lavorativa. Si parla, a tale proposito, di circa 38.000 lavoratori in meno nella provincia di Firenze nei prossimi 10 anni.

È all’interno di tale disequilibrio che si inserisce uno dei fenomeni più preoccupanti: l’aumento dei neet. Con tale termine ci si riferisce a quella componente di giovani, in crescita ormai da anni, che non sono impegnati né in percorsi di studio né in progetti di formazione lavorativa. La drammaticità della situazione emerge anche alla luce di un ulteriore problema, ossia quello dei redditi. I dati mostrano poi come la maggior domanda di manodopera (soprattutto giovanile) provenga dal commercio, dalla ristorazione o dai servizi turistici. Settori che, nella provincia di Firenze, impegnano la maggioranza dei lavoratori under 35. Trattasi di contesti lavorativi che, alla luce dei dati contenuti nella ricerca, offrono i salari medi più bassi (9.707 euro per alloggio e ristorazione, 15.226 per noleggio e agenzie di viaggio, 22.112 per commercio). Impedendo, in tal modo, ai lavoratori la possibilità di costruire una vita stabile in città.

Nel suo studio la Cisl prende in esame anche la questione abitativa. È possibile evidenziare come oggi riuscire a pagare un affitto a Firenze risulti ormai difficile per molti lavoratori. Su questo punto i dati mostrano come in un solo anno ci sia stato un aumento del 20% dei prezzi degli affitti nella provincia di Firenze (da maggio 2022 a maggio 2023). Tra i motivi che hanno condotto alla situazione odierna vanno inclusi Airbnb e l’economia degli affitti brevi.

 

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