Prendono servizio oggi, a Livorno e a Piombino, i militari dell’operazione “Strade Sicure”.
Una decisione presa dal Prefetto, a suo dire su sollecitazione dei due sindaci interessati, Luca Salvetti (Centrosinistra) e Francesco Ferrari (Fratelli d’Italia), la cui paternità ha generato subito qualche perplessità, visto che il Segretario del PD livornese ha invece escluso che la richiesta provenisse dal suo sindaco.
Il quale però plaude, anche sulla stampa di oggi, 24 novembre, ad una iniziativa che consentirebbe di “supportare le forze di polizia”.
Ma a quali servizi dovrebbero essere applicati i 15 soldati schierati in piazza, 9 dei quali operativi?
A Livorno si citano quelli che a prima vista sembrano obiettivi strategici mirati: il Porto, la raffineria ENI, la Stazione e la Sinagoga. E poi c’è Piombino, dove il sindaco Ferrari si attende un rapido “ritorno alla normalità” dopo alcuni recenti episodi di microcriminalità.
E qui viene in gioco la seconda ambiguità, dal momento che in tempi di deriva securitaria l’immagine dei mitra spianati (la foto è del Tirreno) sembra fatta a posta per presentare una faccia dura ai cittadini che a giugno torneranno alle urne, in entrambi i comuni.
In questo contesto preelettorale già molto caldo, la recente classifica 2023 sulla qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore colloca Livorno, per quanto riguarda l’indice di criminalità, all’ottavo posto in Italia, con quasi 5.000 denunce ogni 100.000 abitanti.
Pressato da una destra che cavalca le pulsioni securitarie, il sindaco, ex pubblicista della principale TV locale, sembra aver adottato una duplice strategia di comunicazione.
Da una parte tende a sminuire il dato, negando che i numeri siano specchio di un disagio sociale conclamato per sostenere invece che i livornesi sono solo più propensi a denunciare i reati subìti (evidentemente più che ad Arezzo, Pisa, Siena, Prato ecc.).
Dall’altra, però, la chiamata dell’esercito sembra strizzare l’occhio a chi, a quanto pare, si sente più sicuro a passeggiare in mezzo alle mimetiche.
Con un’ultima grave perplessità: il Tirreno di oggi riporta che “con specifiche ordinanze del questore verranno altresì disciplinate le attività del contingente in caso di particolari esigenze, quali la presenza di manifestazioni”.
Nelle ultime settimane a Livorno sono scese in piazza più di duemila persone, prima a sostegno della Palestina, poi contro gli atti dell’Amministrazione in materia di consumo del suolo e infine per denunciare il patriarcato.
Un segnale di nuova vitalità che fa ben sperare.
Non è che i prossimi cortei avverranno col contorno delle camionette grigioverdi?