Il Sindaco “ulivo e moschetto” di Livorno commemora Gino Strada mentre consente l’ampliamento di Leonardo spa

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Non serve essere orefici, né grattare un po’ la medaglia, per capire che la massima onorificenza cittadina, la Livornina d’oro, consegnata nei giorni scorsi dal sindaco Luca Salvetti alla memoria di Gino Strada (perdonate la doppia citazione nella stessa frase), è chiaramente una patacca. A cominciare dal luogo prescelto per la cerimonia: la stessa Sala Consiliare che il 13 luglio ha visto l’approvazione della deliberazione n. 153. Quella approvata in modo compatto da PD, Fratelli d’Italia, Lega e soggettività collaterali per l’ampliamento di 4.300 metri dello stabilimento di Livorno di Leonardo SpA.

Parliamo di una delle prime aziende di armi nel mondo, passata in pochi anni dal 13° all’8° posto per fatturato, con un titolo azionario cresciuto del 34% negli ultimi mesi grazie ai conflitti che dilagano su tutto il pianeta. Non solo, ma la stessa delibera prevede che la Leonardo Spa, “a latere della proposta presentata” possa ampliare ulteriormente lo stabilimento “in relazione alle esigenze di ulteriore sviluppo dell’attività nel medio-lungo periodo”. Tanto, si sa, le guerre non mancano e i fabbricanti di morte, in questo modo molto singolare, riescono a garantirsi il lasciapassare per adeguarsi ad un mercato in forte espansione. Da segnalare che l’elaborato grafico con la rappresentazione del futuro ampliamento è indicato nella delibera ma sul sito del comune non è stato ancora pubblicato.

Gino Strada ripeteva spesso “io non sono per la pace, sono contro la guerra” ed è facile pensare che non avrebbe accettato un’onorificenza dalle stesse mani di chi ha voluto ampliare una fabbrica di morte. Questo abbiamo detto nei giorni scorsi in Consiglio comunale, esponendo in tanti e tante uno striscione e conquistando la parola dal pubblico: “Per Strada senza ipocrisie. Sì a Gino, No all’ampliamento della Leonardo”. Nessuna replica sul momento, nessuna scusa realmente possibile.

Ma siccome l’insincerità scommette sempre sulla stupidità di chi ascolta, ecco che sulla Nazione il Sindaco dell’ulivo e del fucile sente il bisogno di precisare che “l’ampliamento ha riguardato per lo più servizi destinati al personale dello stabilimento”. Facendo finta di dimenticare che la famigerata deliberazione n. 153 da lui votata parla di un ampliamento “da destinarsi ad attività produttiva e servizi ad essa collegati”. Sistemi d’arma tecnologici, quindi, oltre a qualche facilitazione logistica per chi comunque li produce: basta un minimo di comprendonio per capire che i tecnici che escono dalla mensa o dal bagno non si rimettono poi a sfornare bignè alla crema, né comporre coccarde fiorite.

Ma forse il nostro Sindaco si è convinto di aver già forgiato il suo elettore, uno stupidello capace di credere a qualsiasi baggianata. Tipo che lui e il partito che lo sostiene sono davvero diversi dalla destra ostile a Emergency, salvo poi votarci insieme, quando il comune committente chiama per fare business con le armi. Non è così, qualcuno glielo dica che non ci crede più nessuno.

La Livorno buona è quella che accoglie e accoglierà sempre i migranti in fuga dalle guerre contro cui lottava Gino. Ma è anche quella che non tollera di essere presa in giro da politici guerrafondai che pretendono di apparire paladini di istanze umanitarie.

 

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