Essere, o avere Firenze?

  • Tempo di lettura:4minuti
image_pdfimage_print

La città è ricolma di manifesti pubblicitari del sindaco in scadenza. Un Dario Nardella in formato gigante ringrazia Firenze. Ma la propaganda di fine mandato da oltre 600.000 euro (pubblici), non si ferma qui. La brochure “Essere Firenze” sta infatti arrivando in questi giorni nelle cassette della posta di ogni “Gentile famiglia 50100 Firenze”. Sedici pagine costruite con grafica e qualità narrativa da brochure di un fondo di investimento: come se la cittadinanza fosse un coacervo di investitori, come se l’urbano corrispondesse alla rendita immobiliare, o la politica al marketing.

Nardella dimostra fino alla fine una sua perversa coerenza. Cresciuto nel vivaio del pubblicitario Renzi, Nardella avviava la prima consigliatura proprio con una brochure di promozione immobiliare: Invest in Florence. Florence city of the opportunities (2014). Il prospetto – chi ci legge sa già, ma vale la pena qui rammentare – conteneva oltre 60 grandi immobili e complessi, pubblici e privati. Immobili che il sindaco, in veste di agente immobiliare, ha presentato alle fiere della speculazione edilizia: fu un primo contatto diretto con i grandi capitali immobiliari e alberghieri che oggi spadroneggiano a Firenze.

E così la doppia sindacatura di Nardella si chiude con un’altra brochure strapiena di cifre e di indicazioni di importi in euro, dove non è chiaro cosa sia “progetto” e cosa “attività realizzata”. Ma questo non sembra avere importanza. L’importante è invece rassicurare gli investitori presentando una molteplicità di soluzioni di investimento (neanche trasparenti, invero) tra le quali scegliere quella coerente con gli obiettivi e il profilo di chi, in base all’andamento dei mercati, scommette sulla città.

Di politica neanche una parola. Innalzerebbe il profilo del rischio.

Chi punterebbe infatti su una città con rating in decremento dal punto di vista della vivibilità e dove il malcontento è palpabile? Basti ricordare che Firenze, in un anno, è scesa di sei posizioni nella classifica della qualità della vita stilata dal Sole24Ore, o che si è aggiudicata la maglia nera in Toscana per la pessima qualità dell’aria, o che vi è massima la percentuale nell’aumento degli affitti tanto da salire, con Roma e Milano, sul podio delle città in cui le locazioni sono le più care d’Italia, o dove i cantieri delle grandi opere mettono a rischio gli edifici privati.

A fine mandato, dunque, i fiorentini non ricevono un bilancio politico. Bensì un rendiconto da consulente finanziario, dove le cifre si pongono in un vuoto cosmico sociale-politico-ambientale. Numeri inutili, che non forniscono la chiave per capire come è cambiata la città, per comprendere quali scelte sono state fatte e quali scartate, per prendere atto di come è stata recepita la volontà della cittadinanza.

Il POC (Piano Operativo Comunale), ad esempio, viene liquidato con un riquadro che ne loda una dimensione partecipata, a dire il vero un po’ troppo scarna. Questi i numeri del processo partecipativo: “5 incontri in presenza nei 5 quartieri” (cioè, uno a quartiere), totale: “235 partecipanti”; “6 incontri online con i cittadini”, totale “300 partecipanti”. Su 360.000 abitanti e migliaia di city users giornalieri è davvero troppo poco per costruire una pianificazione vicina ai bisogni degli abitanti ed efficace. Ma si sa che nel vuoto pianificatorio i capitali si muovono con maggiore agio.

La questione della casa, a Firenze, è “un acceleratore di povertà” (Sunia): nel 2022, gli sfratti sono quadruplicati. Il centro storico in undici anni ha perso 4.600 residenti, scacciati dagli affitti turistici che proliferano fino a rendere Firenze il comune italiano con la maggior densità tra alloggi b&b e residenti (con un tasso del 3,81% che quasi quadruplica la soglia della sostenibilità fissata all’1%). Nello spirito di fornire la massima libertà al flusso entrante di investimenti, la brochure non fa cenno alle limitazioni imposte (molto, troppo tardivamente) ai b&b in centro storico. Né alla monetizzazione del social housing. Niente dice inoltre dei grandi immobili già pubblici trasformati in residenze di lusso o degli studentati privati, che drogano il mercato immobiliare e degli affitti studenteschi. Una “valorizzazione” che impoverisce di luoghi sociali e allontana gli abitanti. 

La sicurezza infine. Tema tra i più cari a Dario Nardella che ha fatto del controllo da smart city la cifra dei suoi mandati. Alla sicurezza è dedicata la pag.6, dal titolo pudico: “Firenze è attenta”. Qui, dopo “Sicurezza stradale”, la voce “Piano telecamere” ricorda la tanto glorificata dotazione attuale di 1.700 “videocamere di sorveglianza”. Ma è sotto l’articolo “Sicurezza del commercio” che emerge lo spirito del securitarismo à la Nardella: contributi economici per proteggere e risarcire i commercianti, e per munire le strade di “guardie giurate armate” in servizio notturno. Il solito inganno. Videocamere, guardie, sistemi di sicurezza: è il facile securitarismo venduto al posto dell’impervia e complessa (e poco pagante dal punto di vista elettorale) costruzione di un’auspicabile sicurezza sociale.

 

 

 

 

 

The following two tabs change content below.

perUnaltracittà

All'opposizione in Consiglio comunale a Firenze dal 2004 al 2014, la lista di cittadinanza perUnaltracittà è poi diventata laboratorio politico per partecipare alle vertenze sul territorio e dare voce alle realtà di movimento anche attraverso la rivista La Città invisibile.

Ultimi post di perUnaltracittà (vedi tutti)

1 commento su “Essere, o avere Firenze?”

  1. Antonino Prizzi

    Poiché il commiato dagli elettori avviene in modo così oneroso (per loro!) occorrerebbe approfondire l’effettivo stanziamento della cifra, risalendo alla sua esatta posizione in bilancio del Comune, alla sua precisa consistenza e alle motivazioni addotte. Ci si potrebbero fare due ulteriori risate amare, e soprattutto darne ancora più conto alla gente. Comunque è anche possibile che parte del budget sia stato graziosamente tratto da fondi sauditi, che ormai in ambiente renziano sono una specie di valuta alternativa (lo chiamiamo ‘saudicoin’ o ‘r€nzicoin’ ?)…. Del resto come si fa a negare un aiuto concreto ad un sodale così fedele e devoto?! E ancor più come si fa a non segnare in modo evidente la continuità fra mandati di governo di persone appartenenti all’area del renzismo, grazie ad un sostanziale bis delle brochure di “Invest in Florence” e della sua risonanza, pur non ripetendo esattamente i modi di quell’iniziativa?! Nell’ultima uscita del renzi-clone vedrei proprio un malizioso e condizionate passaggio di testimone verso colei che lo seguirà, da parte dell’inquietante area che ad entrambi ha assicurato e assicurerà ‘foraggio’ e consensi. Buona Firenze a tutti… !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *