Nuova Visa per i nomadi digitali, perché non è una buona notizia

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L’Europa e l’Italia dei doppi standard bloccano alle frontiere dell’Unione i migranti poveri e spalancano le porte ai nomadi digitali ricchi che vorranno stabilirsi per un anno o più nel nostro paese.

A meno di un mese dall’approvazione del Patto UE sull’asilo e la migrazione fortemente criticato da Amnesty, Save the Children, Migrantes e anche dalla CEI, ieri,a confermare le pratiche disumane avallate dall’Europa, è stata pubblicata un’inchiesta condotta da un consorzio giornalistico di cui fanno parte Lighthouse Report, il Washington Post, Der Spiegel, Le Monde, El Pais, il canale pubblico tv tedesco Ard. Vi si racconta come i migranti in viaggio vengano prelevati e poi lasciati in mezzo a deserto delle autorità di Tunisia, Marocco e Mauritania grazie alle politiche, ma soprattutto agli stanziamenti di denaro dell’UE.

Nel frattempo lo scorso aprile l’Italia ha reso disponibile la Italian Digital Nomad Visa. Dopo quasi due anni di attesa il decreto di attuazione è stato approvato e firmato da quattro ministeri: Interno, Lavoro, Turismo e Affari Esteri. Per ottenere il visto, il nomade digitale dovrà dimostrare, tra le altre cose il proprio status di lavoratore altamente qualificato (dipendente o autonomo) che lavora a distanza da almeno 6 mesi e un reddito minimo annuale di circa 28.000 euro.

Se la notizia non è uscita sui media italiani, è invece stata annunciata con entusiasmo dai media stranieri, principalmente quelli statunitensi, da Wired a Conde Nast, da CBS a Time Out.

‘Your passport to La Dolce Vita’ titolano alcuni, mentre altri sottolineano l’attrattiva dell’Europa meridionale, per il clima più caldo e la migliore qualità della vita, per i ricchi ovviamente. L’Italia, quindi, andrà a fare concorrenza a Spagna e Portogallo.

Il Sole24 ore, nella sua versione in inglese, si spinge oltre indicando la misura come un tentativo ‘di far fronte alla fuga di professionisti e giovani, soprattutto dalle regioni meridionali’.

Il problema di un provvedimento come questo, che certamente non serve a rimpiazzare i professionisti che lasciano il paese, è che porta nelle nostre città persone con alta capacità di spesa che possono permettersi di spendere molto per affittare o compare casa, per i quali il costo della vita in continuo aumento non è un problema.

In un momento storico in cui mancano le case per le fasce più povere della popolazione e non solo, in cui la classe media è costretta ad andare a vivere fuori dalle città per i costi insostenibili degli affitti, la Visa per i nomadi digitali rischia di moltiplicare questi fenomeni.

I nomadi digitali si potranno permettere gli appartamenti alla Manifattura tabacchi, all’ex Teatro Comunale oppure quelli che verranno costruiti nelle ex OGR al limitare del parco delle Cascine, solo per citarne alcuni facendo impazzire un mercato immobiliare già fuori controllo.

Eccolo qua l’ennesimo doppio standard dell’Europa e del nostro paese, attirare con permessi di soggiorno appetibili i ricchi di tutto il mondo e lasciar morire in mare, nel deserto o in centri di detenzioni inumani chi cerca una possibilità di vita e di futuro.

Diseguaglianze strutturali che si autoalimentano mentre il divario tra i super ricchi e il resto della popolazione mondiali non è mai stato così grande.

 

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