Il Comitato No Tunnel TAV ha inviato una lettera a candidate/i sindaco

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Lo scavo della galleria è stato fermo da oltre cinque settimane, ci sono problemi vecchi e nuovi che si affacciano, i tempi si dilatano, i costi salgono. È un fallimento ed è alto il rischio che non si arrivi a completare i lavori.

Ha senso continuare con questa opera che, se mai finirà, complicherà addirittura i problemi di mobilità?

Il Comitato chiede a chi si candida a sindaco cosa pensa di fare con un progetto che rischia di naufragare presto.

Egregie candidate, egregi candidati,

vi scriviamo in questo momento, nel mezzo della campagna elettorale per farvi presenti alcuni gravi problemi nella realizzazione del Passante TAV e perché prendiate precise posizioni.

Il progetto ha molte criticità, tali da rallentare o rendere precaria la sua realizzazione da ormai quasi 30 anni, ve ne citiamo solo alcuni conosciuti da tempo e uno che sta emergendo in questi giorni, ma che gli addetti ai lavori conoscono bene:

  • La stazione ai Macelli è in una zona ad alta pericolosità idraulica, qui un articolo sul tema. Questo accade perché non si è voluto sottoporre a VIA (valutazione di impatto ambientale) il progetto di Norman Foster di stazione ai Macelli.
  • Al progetto esecutivo manca il piano di emergenza che valuti anche i rischi idrogeologici. È una norma di legge che RFI ignora deliberatamente e pretende di realizzarlo dopo la fine dei lavori.
  • Lo scavalco di Castello è una parte del Passante TAV, è ultimato da circa 12 anni, ma non è stato collaudato perché non è collaudabile, non è stato impermeabilizzato e, essendo immerso nella falda, è continuamente infiltrato da acque. Una inchiesta della Corte dei Conti è in corso.
  • Poche settimane fa è emerso il rischio che lo scavo sotto viale Lavagnini possa danneggiare la sede tranviaria appena realizzata. Si sono promessi mille occhi, ma è incredibile che di questo fatto ci si sia accorti all’ultimo momento. L’attuale sosta dello scavo è per prevenire imbarazzi prima delle elezioni?
  • La TBM, la macchina che scava la prima galleria, è ferma dal 17 aprile sotto viale Don Minzoni al Km 2+128, dovrebbe trovarsi al km 3+950, è in ritardo di 1800 metri, circa 180 giorni di scavi previsti, 6 mesi di ritardo; il motivo è che le terre scavate devono essere depurate da additivi e asciugate perché si possa realizzare la collina prevista. Tutto questo era stato annunciato da questo Comitato diversi giorni fa, fu negato dai dirigenti di RFI e Consorzio Florentia nell’assemblea pubblica del 16 maggio scorso, ma era evidente che la cosa non poteva restare nascosta e ne hanno dato notizia a Repubblica che ne ha fatto un articolo il 25 maggio. Notizie incomplete e con reticenze, ma la cosa è dovuta emergere.

Un altro problema sorto è stata l’insufficienza delle piazzole di stoccaggio a Santa Barbara, dove far maturare le terre di scavo:

L’inadeguatezza delle piazzole attuali costituisce una criticità, in quanto, anche laddove fosse possibile avviare i conferimenti, la limitata capacità delle piazzole non consentirebbe il regolare sviluppo dei lavori di scavo della galleria.

La Commissione di Collaudo chiede alla Direzione Lavori di effettuare un’analisi di sensitività che indichi quali sono le ricadute sull’avanzamento della fresa in riferimento alla capacità delle piazzole di stoccaggio di Santa Barbara e dei tempi di permanenza del materiale di scavo in esse in base alle indicazioni del protocollo del MATTM.”

Così scriveva la Commissione di collaudo nel gennaio 2017 e nel 2022 l’Osservatorio Ambientale di Santa Barbara prescriveva un aumento della capienza delle piazzole.

Quello che invece non è stato preso in considerazione, ma che la bocciatura della VIA da parte della commissione presieduta allora da Fabio Zita aveva segnalato, era che i terreni argillosi trattengono l’acqua e non sono idonei a realizzare una collina se non vengono asciugati con particolari macchine chiamate filtropresse. I costi di questa operazione sarebbe enorme per oltre un milione di m3 di detriti. L’alternativa alle filtropresse sarebbe il conferimento delle terre in discarica con costi superiori dieci volte quelli previsti per il semplice riutilizzo.

Insomma la sosta nello scavo è dovuta alla mancata asciugatura delle terre che non è stata considerata; che RFI sostenga che la causa sia il tempo umido è ridicolo, le piazzole sono coperte proprio per evitare le piogge, il problema è che questo progetto ha talmente tante falle che sarà improbabile arrivi a fine.

È incredibile che con queste criticità si sia provveduto ugualmente a fare una gara per affidare i lavori che hanno raggiunto la cifra mostruosa di 2,735 miliardi, cifra destinata sicuramente a crescere già con i problemi sorti adesso: cantieri fermi significano costi in aumento.

È incredibile che l’Osservatorio Ambientale, partecipato anche dal Comune che ne ha addirittura la presidenza, non avesse visto o non avesse voluto vedere il vicolo cieco in cui ci si stava cacciando.

Come candidate/i alla guida del Comune di Firenze vi chiediamo se davanti ad una situazione simile ha senso proseguire e se non è il caso di pretendere delle spiegazioni da chi ha consentito che i lavori riprendessero con questi problemi.

La situazione in cui si trova adesso il Passante Tav è grave. Vi ricordiamo anche dell’analisi costi benefici del 2019 prevede, se mai si arrivasse alla fine dei lavori, un danno notevole per i trasporti a Firenze con due stazioni scollegate tra loro e un sistema irrazionale; il previsto collegamento con people mover sarà una toppa nel tentativo di rimediare ad un grave errore urbanistico e trasportistico e saranno comunque ulteriori risorse sprecate.

Davanti a trenta anni di chiacchiere che hanno bloccato lo sviluppo delle ferrovie e un potenziamento vero del servizio per i pendolari, ancora si può parlare di voler liberare i binari per i treni regionali? In che anno, in quale secolo potrebbe accadere? Ancora si vuol continuare con questi lavori infiniti e inconcludenti? Avete mai sentito parlare di un progetto in superficie per aggiungere gli stessi binari senza pericoli per gli edifici, con tempi rapidi e dai costi minori?

La promessa di lavori ultimati nel 2029 si dimostra l’ennesima chiacchiera priva di fondamento come le tante che hanno interessato questo progetto.

Se sarete elette/i che intenzioni avete con le Ferrovie, con la Regione Toscana che ha voluto ad ogni costo questa infrastruttura, con gli organi tecnici che stanno dimostrando la loro inefficacia?

Gli abitanti di Firenze meritano risposte concrete dopo decenni di una mobilità disastrosa.
Per favore non diteci che questo Passante è un’opera strategica, a quale strategia ha risposto finora?

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