Nel numero 222 di questa rivista, ci siamo occupati della ‘Civiltà dell’ansia’, un interessante libro del filosofo Vincenzo Costa, questa volta l’argomento è la solitudine, come declinazione dell’ansia sociale, del non sentirsi in collegamento con gli altri, in quanto separati da se stessi. Lo spunto viene da uno strano libro, ‘scritto’ da Shoji Morimoto: La rivoluzione del fare nulla: Un memoir. “L’ho trovato ideale da leggere nella vasca da bagno” scrive una lettrice, ma non è così banale come sembra, e può venire utile anche al mondo occidentale.
“Se l’avessi scritto io, penso che avrebbe avuto un taglio troppo soggettivo….Quindi ho provato a fare un esperimento. Uno scrittore ed un editor mi hanno posto alcune domande, io mi sono limitato a dare risposte molto semplici…Quindi, con questa scusa, come al solito non ho fatto nulla.!
In una favola di Esopo, un personaggio sente il bisogno di rivelare un segreto e lo racconta alle canne. “Io mi limito ad essere lì, come quelle canne, e mi faccio pagare o rimborsare le spese per esserci, perché le cose possono essere differenti anche solo perché c’è qualcuno insieme a te. Non è affatto necessario che ci sia qualcuno, ma se c’è, qualcosa cambia.”
Ascolta, non dà consigli, parla pochissimo al massimo, “Mmm..” o “ Capisco”, non agisce: non si sta parlando di uno psicoanalista, ma è il modo di lavorare di Shoji Morimoto. Laureato in Fisica presso la prestigiosa Università di Osaka, ha una quarantina di anni, vive a Tokio, la città della solitudine che conta più di 13milioni di abitanti, con moglie e figlio. Si era occupato di editoria didattica, ma non aveva retto alle richieste sempre più pressanti del datore di lavoro, che continuamente gli ripeteva che non sapeva far niente. “Vorrei che il mondo fosse un posto in cui anche chi non può fare nulla per gli altri…per la società possa comunque vivere una vita senza stress.” Frustrato e disoccupato, provò a trasformare il suo far niente in una attività, che ebbe inizio nel 2018, con questo tweet: “Mi offro in affitto, come persona che non fa nulla. Ti riesce difficile entrare in un negozio da solo? Ti manca un giocatore nella tua squadra? Hai bisogno di qualcuno che ti tenga un posto? Non so fare niente se non cose facili.”
Diventò così una persona a noleggio “a metà strada tra l’ ‘amico’ e l’ ‘estraneo’”, che non fa niente, inizialmente con la richiesta del solo rimborso spese. Come vedremo meglio poi, affittare persone è un vero e proprio businnes in Giappone.
“Libero dalle cose fastidiose che accompagnano le relazioni, posso alleviare i sentimenti di solitudine delle persone..Sentendo che qualcuno concorda con loro o li capisce, forse le persone acquisiscono più fiducia in se stesse, anche se l’ascoltatore è un perfetto estraneo.”
Soprannominato “Rental san” ha ricevuto in pochi anni migliaia di richieste, con tanti incontri incredibili, che gli hanno arricchito la vita. Ha ispirato una serie televisiva, fumetti manga, ha scritto quattro libri, ed ha centinaia di migliaia di follower. Ho imparato che ci sono molte cose importanti di cui si può parlare con maggiore tranquillità con persone che non conosci molto bene o che non conosci affatto, afferma Morimoto, l’essere troppo intimi può complicare le cose, svelare le proprie debolezze. L’unica cosa che non non sopporta è ascoltare sogni. Si presenta così agli appuntamenti: “Salve , io sono la persona a noleggio”..l’unica cosa che mi contraddistingue è il berretto di cotone. Comprato da mu che vuol dire nulla..un segno del destino.. favorisce l’introspezione..il berretto aiuta i clienti a rilassarsi. Ciò che voglio avere come rental person è non avere alcun vero attributo: nessun aspetto positivo, nessun aspetto negativo..Penso che il mio Servizio di do-nothing rental sia come una sorta di catalizzatore: aiutare le persone a fare cose che farebbero comunque..oppure ridurre la quantità di energie che il cliente deve spendere per conseguire il proprio obiettivo..Oggi sono andato al parco Inokashira per osservare una tipa vestita da cinghiale salutare i passanti..mi sento un po sola a fare questa cosa..E’ più facile se c’è qualcuno con me. Nelle richieste di “accompagnamento” e “osservazione”, il mio ruolo ovviamente è solo quello di esserci...l’utilità è avere con sè qualcuno che non si conosce..gratuito..la richiesta è solo di “esserci”..nel frattempo posso fare anche qualcos’altro per esempio rispondere ai messaggi su Twitter o navigare in rete.”
Non c’è nulla di zen, niente a che vedere col volontariato: “Se facessi volontariato, sentirei di dover sembrare una persona di buona volontà. ….per evitare questo tipo di aspettative….voglio davvero evitare di essere considerato un ‘buono’”. Per certi versi potrebbe sembrare una sfida al capitalismo, al ‘valore’ del lavoro ed alla chimera del succeso, in un Paese che è la quarta economia mondiale (al seguito di Cina, USA e India), caratterizzato da una enorme pressione a livello lavorativo, che porta ogni anno i giapponesi a prendere metà dei giorni di ferie a disposizione. In un paese che esprime anche il complesso fenomeno degli Hikikomori, che si isolano nella caverna digitale.
Ansia da terremoti
Morimoto si era anche occupato della previsione dei terremoti, ma era talmente pessimista, che pensava che non si potessero prevedere e che la morte potesse arrivare in qualsiasi momento. Questa forte ansia da terremoti, forse nasce da una certa familiarità: il fratello non ha mai lavorato perché depresso, la sorella si è suicidata. In Giappone, dato il significativo aumento di suicidi e tentativi di suicidio, nel 2020 è stato istituito un ministero e un ministro della Solitudine. Anche il Regno Unito ne ha uno. L’obiettivo del Ministro giapponese della Solitudine è porre fine all’isolamento degli individui e proteggere i legami fra le persone.
Sembra che in Giappone, alla base del quadruplicato tasso di criminalità degli anziani negli ultimi vent’anni, ci sia la solitudine insieme alla povertà e alle pensioni insufficienti. Le alternative ad una vita di stenti diventano quindi andare in galera, o suicidarsi. Evidentemente il sistema carcerario non è come quello italiano! Oltre al doloroso ‘sentirsi soli’, però c’è anche lo ‘star soli’, la solitudine come libera scelta: sono in aumento nel mondo le cosiddette ‘tribù di una sola persona’, sempre più persone amano stare da sole, per avere tempo e spazio per se stesse, opportunità per scoprirsi.
Insieme al tema della solitudine, del non fare niente (do-nothing), nel libro di Morimoto, c’è anche quello delle persone in affitto (rental), che sembra essere un settore lavorativo in grande ascesa in Giappone.
“ La vita sociale in virtù del conformismo che impone, serve a istituire quella dimensione di apparenza ufficiale-funzionale-che ci consente di nascondere la nostra condizione di sopravvissuti; essa serve a fingere di essere vivi davvero, prima che cali il sipario.” (F.Jullien, La vera vita)
Crescono le Agenzie che affittano persone per qualche evento: donne sposate con figlie adolescenti a uomini soli o vedovi; una donna attraente per esibirla come finta moglie in occasioni pubbliche, al posto della propria; ragazze che noleggiano un fidanzato per presentarlo ai genitori assillanti a volerle maritate; uomini traditi che esigono pubbliche scuse dall’amante preso in affitto della moglie; false madri per passeggiare e fare spese con una ragazza sola; comparse per recitare il pianto a un funerale, per partecipare a un divorzio, per far numero a una festa di laurea, a una cerimonia.
“La vita è la farsa che dobbiamo recitare tutti” scriveva Rimbaud, in “Sangue marcio”.
Franҫois Jullien, La vera vita, Laterza, Bari 2021- pp.149, euro 18
Shoji Morimoto, La rivoluzione del fare nulla: Un memoir, Feltrinelli, 2024-pp.141, euro 16.
Gian Luca Garetti
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