Poste col trucco: portalettere precari rendono un’infinità di ore di lavoro gratis

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Poste Italiane continua a collezionare brutte figure in giro per l’Italia. L’azienda, con il “trucco”
della mancata autorizzazione agli straordinari, ha regolarmente e sistematicamente beneficiato di
prestazioni lavorative gratuite. Così, per anni, migliaia di giovani precari si sono ritrovati a lavorare
oltre le 36 ore settimanali previste dal contratto, anche superando il limite massimo delle 48 ore
lavorabili settimanalmente, non percependo alcun compenso aggiuntivo, loro malgrado e a scapito
della collettività.

Farsi pagare il giusto significava pregiudicare le possibilità di assunzione a tempo indeterminato.
Tutto questo è avvenuto nel complice silenzio, tranne rare eccezioni, dei sindacati di categoria.
Dopo le nostre denunce all’Ispettorato del lavoro, molti precari hanno chiesto l’accesso ai
documenti aziendali per recuperare gli straordinari non pagati. Invece di scusarsi pubblicamente per
gli errori commessi, e corrispondere spontaneamente quanto dovuto, Poste Italiane continua a
complicare la vita dei lavoratori, costringendoli a rivolgersi ai tribunali per far valere i propri diritti.

È il caso, come quello di tanti altri, di Andrea Fasano, componente del Consiglio direttivo del
nostro Movimento, che ha prestato servizio presso l’ufficio di Milano Lambrate, con contratto a
termine da agosto 2021 a marzo 2022, in qualità di portalettere. Per gestire la mole di consegne
giornaliere, il signor Fasano si vedeva costretto ad anticipare o posticipare gli orari di lavoro,
accumulando 76 ore di straordinario non corrisposte, e ulteriori eccedenze orarie rilevate prima
dell’inizio del turno.

Queste ultime non remunerabili secondo l’azienda, perché non costituiscono intervalli in cui il
lavoratore svolge a tutti gli effetti la propria mansione. Di diverso avviso gli avvocati Rocco Bruno
e Gerarda Pennella, a supporto del Movimento Lottiamo Insieme fin dalla sua fondazione, che
ritengono doveroso ricompensare tutto il tempo trascorso in ufficio. Sarà il Tribunale ordinario di
Roma a dirimere la controversia. L’udienza per la discussione è fissata a fine aprile.

Movimento Lottiamo insieme

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