Pestaggi, costole fratturate, timpani rotti. Questa è la rieducazione del carcere di Sollicciano, come emerso in questi giorni dall’inchiesta della procura di Firenze. Ma come sono state rese note queste informazioni dà ancora più luce sul carcere italiano: cioè a partire dalla denuncia per aggressione e resistenza effettuata proprio nei confronti di uno dei detenuti pestati.
Come succede fin troppo spesso (sia dentro che fuori dalle galere) chi subisce soprusi da parte dello Stato e dalle “Forze dell’Ordine” (ma quale?) si ritrova poi a dovere anche pagare conseguenze legali, una procedura che descrive bene uno stato arrogante ed omicida sempre disposto ad autoassolversi. Come è successo per le recenti torture avvenute nel carcere di San Gimignano dove media e politici si sono lanciati a difendere i 15 poliziotti penitenziari che hanno prestato brutalmente un detenuto. Come è successo a Paska, un compagno denunciato in seguito a un pestaggio avvenuto durante un trasferimento.
È cosi che capiamo di quanta impunità godano le forze della repressione. E l’abuso di questa impunità fa ancora troppe vittime in Italia: tra torturati, feriti e uccisi. I pestaggi di San Gimignano e Sollicciano rappresentano l’ordinaria sanzione per chi si ribella all’ordine costituito: il carcere è il mezzo utilizzato dallo Stato per spaventare chi è fuori e annientare chi è dentro.
Che sopraffazione e costrizione siano la struttura portante della galera e della società contro chiunque provi a ribellarsi e rifiuti di collaborare rimane una verità contro la quale è necessario lottare. Lo faremo in solidarietà con tutt@ i compagn@ che si ritrovano prigionieri o sotto processo per le lotte contro questo Stato che violenta, tortura e uccide ogni giorno attraverso le “Forze dell’Ordine”. Lo faremo perché riteniamo che la lotta contro le carceri, dentro e fuori le mura, sia un tassello fondamentale della rivolta contro l’esistente, contro questo stato che ci vuole collaboratori e servi.
Che la solidarietà resti sempre la nostra migliore arma, saremo tutt* meno liber* finché resterà in piedi una prigione!
Presidio Sabato 23 gennaio alle ore 15 davanti al carcere di Sollicciano di Firenze
I movimenti fiorentini contro la repressione
Redazione
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