Villa Basilewsky passa dal pubblico al privato e diventa l’ennesimo edificio storico a Firenze che viene trasformato in resort di lusso. A poco più di anno dall’inizio della pandemia, dopo le promesse (vane) di sindaco e giunta di bloccare le nuove strutture turistico-ricettive, Villa Basilewsky di proprietà regionale è stata venduta ad un fondo svizzero per insediarvi, appunto, una struttura alberghiera.
Firenze evidentemente continua a fare gola ai grandi investitori esteri e gli amministratori sia locali che regionali non si oppongono a questo risiko di investimenti che sta scippando alla cittadinanza pezzi pregiati del patrimonio immobiliare un tempo di proprietà pubblica.
Nel caso di Villa Basilewsky, oltre al tema della turistificazione e della pesante trasformazione di un’area come quella della Fortezza da Basso che vede già la presenza a pochi metri del primo dei futuri tre Student Hotel fiorentini, ci sono due grosse incognite: la destinazione d’uso e il lascito di Olga Basilewsky alla città di Firenze, che legava l’edificio ad uso caritatevole-ospedaliero.
Il piano urbanistico del comune di Firenze prevede per Villa Basilewsky una destinazione d’uso legata ad “attività e servizi pubblici” e non risultano varianti in adozione, mentre dalla Soprintendenza era già stata ottenuta l’autorizzazione ad ospitarvi funzioni private, come alberghi e uffici. Ce ne eravamo già occupati, quando durante la campagna elettorale regionale Eugenio Giani aveva dichiarato di voler trasformare la villa, in quanto “immobile di proprietà regionale inutilizzato”, come incubatore per l’imprenditorialità giovanile.
Già allora ci aveva sorpreso perché sapevamo che l’immobile, passato dalla ASL di Firenze alla Regione Toscana per 20 milioni di euro era stato messo in vendita prima per 10 milioni di euro, poi per 8,45. Oggi arriva la conferma con la notizia dell’acquisto da parte del fondo svizzero per 8,8 milioni di euro.
Ma come potrà essere aggirato il Piano Urbanistico? Forse in nome della semplificazione. Sappiamo che alcune modificazioni in corso (non approvate ma proposte alla discussione) alla legge urbanistica toscana (65/2014) intendono, grazie all’ultimo decreto semplificazioni, semplificare il cambio di destinazione d’uso, che rientrerebbe nella categoria di intervento edilizio della Manutenzione straordinaria.
Infine Pietro Basilewski donò la villa per “luogo di cura e sollievo a umani dolori”, in memoria della madre Olga. Il resort di lusso va in direzione opposta alle volontà del lascito. Del resto questo non ci stupisce, era già successo per l’istituto Demidoff, il San Giovanni di Dio e la Villa di Rusciano.
Da una città e da amministratori senza memoria e senza riconoscenza che svendono quanto è stato lasciato per funzioni sociali e assistenziali non possiamo certo aspettarci attenzione verso la popolazione e le sue necessità. Del resto nello stesso giorno in cui a Firenze 90 persone finiscono per strada, il sindaco ha accolto Chiara Ferragni in pompa magna.
Firenze città dell’accoglienza, dei ricchi.
perUnaltracittà
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la donazione “con obbiettivo” non può costituire ragione di annullamento dell’atto di vendita e del precedente atto amministrativo? Mi ricordo che per la collezione il museo e la villa Bardini ci fu una lunghissima trattativa prima di arrivare alla situazione attuale.