Nuovo Piano Operativo a Firenze: ecco quanto cemento e asfalto ricadrà sul quartiere 2

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Chi cerca di addentrarsi nel complesso di normative, relazioni, schede che presenta il Piano Operativo adottato di recente dall’Amministrazione Comunale (POC) rimane colpito dalle parole e dai concetti con cui si riveste la strumentazione urbanistica: il divario abissale che separa gli obiettivi retoricamente enunciati dalle reali conseguenze che i processi di trasformazione riversano sul tessuto urbano e civile di appartenenza. Un frasario di voci spesso vuote o ambigue, atte ad occultare la preminenza degli interessi economici e di parte che guidano le trasformazioni, rispetto agli interessi generali che sistematicamente si afferma di difendere e di perseguire. È quanto si riscontra nella lettura del POC relativo al Quartiere 2 le cui ricadute si configurano, sovente, di segno opposto a ciò che sembrano suggerire gli abusati eufemismi di “riqualificazione o rigenerazione urbana”.

Il nuovo parco urbano di Campo di Marte.

Le trasformazioni urbane previste a Campo di Marte, come il restyling/ampliamento dello Stadio A. Franchi e la “riqualificazione” dell’area circostante, (oggetto di un concorso internazionale), ed altri interventi che interessano il centro della cosiddetta campana, non prefigurano affatto una miglioria di carattere ecologico naturalistica dell’area, come il termine di “nuovo parco urbano unitario” lascia intendere, bensì un’operazione dal carattere marcatamente cementizio.
Si tratta, infatti, della realizzazione nei pressi dello Stadio, di un grande complesso edilizio, di ben 15000 mq, suddiviso in due corpi di fabbrica simmetrici a forma di “foglia”, con sviluppo ascendente dal piano di campagna fino all’altezza di 14-15 m. Dotato di parcheggi sotterranei, il complesso è destinato ad una pluralità di funzioni: commerciale, direzionale, alberghiero e sportivo. Inoltre, nelle confinanti aree della polisportiva Affrico e dello Stadio da baseball si prevede la costruzione di un palazzetto polifunzionale con capienza di 700 posti e di una palestra.
L’ invasività di questi fabbricati costituisce, anche sotto l’aspetto meramente visivo, uno stravolgimento della qualità urbana di Campo di Marte, della sua configurazione di ampio spazio aperto vocato allo sport e dei suoi consolidati equilibri funzionali e spaziali. Una massiccia colata di cemento, anche se opportunamente camuffata da vialetti alberati e nelle “foglie”, da un sovrastante manto erboso: elementi assai enfatizzati, in perfetto stile greenwashing, nella presentazione progettuale del neo parco urbano Florentia. Con l’ appropriazione privata di suolo pubblico e l’innesto di nuove attività economiche nell’organismo di Campo di Marte, comprese quelle del futuro Stadio multifunzionale, si mira allo sviluppo di un nuovo polo cittadino che attragga, in modo permanente, flussi di consumatori e di turisti. Imponendo dall’alto un nuovo pesante carico urbanistico, che riflette essenzialmente interessi economici privati, ma non racchiude alcuna riscontrabile necessità sociale. Quest’ultima infatti non si ravvisa in nessuna delle nuove funzioni previste: nell’ennesimo centro commerciale, che risulta non solo superfluo per la diffusa presenza della grande distribuzione ma anche dannoso per la sopravvivenza del commercio al dettaglio e di vicinato; nella struttura alberghiera che ripropone in ambito periferico, l’ ipertrofico sviluppo turistico che ha snaturato e spopolato il centro storico; negli ulteriori impianti sportivi, che come il palazzetto dello sport Affrico a due passi dal sottoutilizzato Mandela Forum con i suoi 7500 posti, replicano strutture già esistenti in un contesto già saturo di spazi e strutture destinati ad attività motoria e agonistica.

Viabilità e parcheggi.

Nel Quartiere 2 il POC prefigura un notevole incremento infrastrutturale: nel merito prescindiamo della questione centrale della tramvia 3.2.2. Piazza Libertà/Rovezzano e delle sue problematiche affrontate in un precedente articolo (La Città invisibile del 26/07/21), facendo riferimento alla viabilità e alla connessa dotazione di parcheggi.
Per quanto riguarda la nuova viabilità registriamo:
– il prolungamento del viadotto del Varlungo fino a Via della Chimera, un’opera costosissima e di lunga cantierizzazione il cui scopo dichiarato è di “agevolare la penetrazione in città” dei flussi di traffico extraurbani provenienti da sud: un’opera unicamente funzionale alla mobilità su gomma;
– allargamento della sezione stradale di via Campo d’Arrigo per migliorare “ l’accessibilità alla zona” e la fruizione del futuro megaparcheggio di Campo di Marte: un asse viario urbano che aggrava l’invadenza dell’auto in città, mentre potrebbe servire per potenziare la mobilità dolce e sostenibile, inglobando una nuova pista ciclabile;
– una incredibile nuova strada di scorrimento all’interno di San Salvi, con l’obiettivo di migliorare nel complesso la permeabilità dell’area nonché l’accessibilità del comparto” : palesemente incompatibile con la sua istituzione a Parco Pubblico e, con il diritto, tutt’oggi disconosciuto per la presenza non regolata di auto al suo interno, degli abitanti di goderne pienamente e in massima sicurezza.

Per quanto attiene ai parcheggi si assiste ad una loro proliferazione in quasi tutte le aree rimaste libere all’interno e ai margini del tessuto urbano del quartiere, per una superficie complessiva di ben 162.809 mq. Qui ne elenchiamo solo i maggiori per consumo di suolo e per incidenza sull’orizzonte paesaggistico:
– il parcheggio hub intermodale di Rovezzano, snodo scambiatore tra il capolinea della tramvia 3.2.2 e il prolungamento del Viadotto Marco Polo, un parcheggio che si estende su una vasta area di oltre 3 ha, con una capienza di 700 posti auto;
– l’area camper in via Palazzeschi, che per la sua visibilità e dimensione deturpa ulteriormente il delicato paesaggio pedecollinare di Coverciano e che, per di più, confina con un monumento architettonico importante come la chiesa di San Bartolomeo al Gignoro del XIII secolo;
– il mastodontico parcheggio multipiano di 3000 posti auto sulla vasta area dismessa delle ferrovie di Campo di Marte destinato a “rispondere alla domanda di sosta anche in concomitanza degli eventi che si svolgeranno principalmente allo stadio” : un micidiale attrattore di traffico in piena città.

Alla luce della gravissima crisi climatica e della priorità di contrastare il riscaldamento globale, queste opere oltre che onerose, appaiono controproducenti e omologate al modello trasportistico dominante: a forte emissione di gas climalteranti e ad alta dissipazione di spazio. Allargare strade, aprire svincoli e sottopassi per “fluidificare” il traffico; predisporre nuovi parcheggi in superficie o in struttura – sempre insufficienti a contenere l’enorme parco veicoli e a ridurre la circolazione – sono tutti provvedimenti che non fanno che richiamare più auto, più congestione e più inquinamento. Viceversa la valorizzazione strategica del trasporto pubblico, in rapporto alla complessità della quale è evidente la carenza di una seria pianificazione, non può che implicare una progressiva limitazione dell’uso dell’automobile e di ogni altro mezzo a combustione per il trasporto di merci e persone; ed essere, organicamente collegata ad una diversa intermodalità tra gli spostamenti extraurbani (dirottando quote consistenti della domanda di mobilità sul vettore ferroviario, in particolare quello a corto e medio raggio) e il trasporto pubblico locale.

Recupero edilizio

Nel quartiere il POC non prevede, se si esclude il caso della destinazione di un padiglione dell’ex manicomio di San Salvi a edilizia residenziale sociale (ERS), nessun intervento sul piano del recupero abitativo a carattere sociale. La cronica e drammatica carenza di alloggi a canone popolare, per migliaia di famiglie sotto sfratto e impossibilitate a pagare prezzi di vendita o affitti speculativi, non trova alcuna significativa risposta pubblica nel vasto ambito del quartiere. Emblematica in tal senso, è la trasformazione dell’ex Enel Colombo, un enorme immobile dismesso che interessa un’area di 25000 mq ed un volume di 85000 mc, la cui originaria destinazione prima dell’acquisizione dell’Enel, era totalmente residenziale. Ebbene, il recupero non contempla alcuna realizzazione di alloggi a fini sociali, indirizzandosi esclusivamente al mercato immobiliare, con la riproposizione del consueto mix di residenziale, direzionale e di servizi, oltre ad un commerciale al dettaglio (10%). Mentre, nei contesti di alta qualità ambientale come le colline, nel recupero di edifici di valenza storico architettonica si continua ad avallare l’invadente e speculativa monocultura turistica. E’ il caso del San Paolo una pregiata struttura di origine seicentesca immersa nel verde collinare sopra le Cure, appartenuta ai monaci Barnabiti, che dalla passata destinazione pubblico-universitaria passa a quella privata turistico-ricettiva. Il San Paolo e il suo parco sono prospicienti all’ex collegio “Alla Querce”, un grande e articolato complesso, anch’esso destinato ad Hotel di lusso: una notevole concentrazione turistica che graverà sulla collina e avrà inevitabili ripercussioni anche sul tessuto urbano sottostante per l’aumento della circolazione di auto e di pullman.

Riepilogando ecco il carico di cemento e asfalto che si riverserà sul Quartiere 2:
a) Suolo destinato ai parcheggi tot. 162.809 mq

b) Nuove costruzioni Campo di Marte: SE 15000 mq – turistico ricettiva 33%, direzionale e di servizio 33%, commerciale 33%. Mancano le superfici del palazzetto Affrico e della nuova palestra Stadio Baseball. + Ex Franchi 5000 mq commerciale. Tot 20.000mq
c) Ristrutturazione edilizia privata: tot. 40.100mq – turistico ricettiva, residenziale, direzionale, commerciale, artigianale.
d) Asfalto: prolungamento viadotto del Varlungo fino via della Chimera 27617 mq; viabilità e parcheggio Campo d’Arrigo 42423 mq (allargamento strada e area ferroviaria OGR) tot 70.040 mq.
e) nuovo impianto sportivo in sostituzione dei campi da calcio Cerreti di C.di M. a Coverciano 16.841 mq.

In conclusione un Piano Operativo Comunale incardinato sulla riproposizione nefasta delle politiche neoliberiste, privo di agganci con le istanze sociali e ambientali, senza alcun autentico respiro urbano. Espressione di una vecchia politica sviluppista, che maschera, sotto etichette falsamente innovative, il segno predominante della mancata cura della qualità della vita e del benessere degli abitanti, dell’assenza di una coerente tutela e valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico della città. E, come tale, sta suscitando nei cittadini, organizzati in comitati e associazioni, una forte opposizione che si lega ad una pressante richiesta di una radicale revisione dello strumento urbanistico, in difesa degli interessi collettivi.

Comitato San Salvi chi può 

2 commenti su “Nuovo Piano Operativo a Firenze: ecco quanto cemento e asfalto ricadrà sul quartiere 2”

  1. Riccardo Galimberti

    Forza ragazzi siamo tutti con voi. Bisogna fermare questo scempio che dilaga sempre con cementificazione ,svendita, taglio alberi e verde pubblico, totale mancanza di vero confronto con i cittadini che dovranno subire sicuramente fino alle elezioni del 2024. Comunque Lunedì 17 Aprile dalle 15 alle 17 manifestazione dei 15 comitati coordinati per provare a protestare con questa Distruzione.Riccardo Galimberti

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