Fra le peggiori conseguenze che ci consegna il Nuovo Piano Operativo (POC), lo strumento che detta le regole urbanistiche del Comune di Firenze, c’è senz’altro da annoverare il progetto infrastrutturale di una nuova viabilità nell’area di San Salvi, che partendo da via del Mezzetta raggiunge l’anello viario che circonda il complesso monumentale dell’ex ospedale psichiatrico ed esce su via Andrea del Sarto, costituendo un vero e proprio asse di penetrazione e scorrimento che non potrà che compromettere irrimediabilmente , con il suo devastante impatto, il già problematico assetto del parco storico di San Salvi.
A nulla sono servite le richieste delle associazioni e dei comitati per l’eliminazione del progetto presentando le Osservazioni al POC, sulla base della sua evidente incompatibilità con il parco pubblico, né l’opposizione degli stessi cittadini che nel recente “Percorso partecipativo per la rigenerazione urbana del complesso di San Salvi” hanno ribadito, nei vari tavoli tematici, il rifiuto della nuova strada ,sollecitando nel contempo una drastica riduzione delle troppe auto attualmente in sosta e in circolazione dentro l’area che nei giorni feriali è ridotta ad un immenso parcheggio, con centinaia di auto che vanno e vengono, non sempre rispettando i limiti di velocità. Un problema che che secondo l’Amministrazione, va risolto, non limitando e regolamentando il flusso veicolare dentro San Salvi per renderla finalmente compatibile con le esigenze di sicurezza di un parco pubblico, ma fluidificando il traffico con l’apertura di nuovi punti di accesso e di uscita collegati a via del Mezzetta e via Andrea del Sarto. Un provvedimento che non farà che richiamare più auto, più congestione e più inquinamento, stravolgendo la funzione del parco quale oasi di pace e quiete, separata dal traffico convulso della città, dai suoi rumori e veleni e dai suoi sempre incombenti pericoli.
Inoltre, se verranno incentivate la libera circolazione e la sosta in San Salvi, come si potrà impedire che i futuri abitanti dei nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Sociale previsti nel padiglione interessato dal cosiddetto “ Progetto di rigenerazione urbana” non pretendano dei parcheggi pertinenziali per le abitazioni, sottraendo ulteriore spazio al parco, in una logica privatistica ed esclusiva. Con questa dissennata scelta viabilistica, che conferma l’intoccabile autocrazia dell’automobile, viene naturale chiedersi quanto sia reale e coerente l’obiettivo strategico perseguito dall’Amministrazione comunale di ridurre il traffico privato a beneficio del trasporto pubblico, se anche in un’area di pregio a vocazione naturalistica, come San Salvi, dalle dimensioni limitate e attraversabile in tempi brevi anche a piedi, non possa essere, se non nell’immediato, in un prossimo futuro liberata quasi totalmente dal traffico. Sarebbero necessarie, prioritariamente, delle misure di pianificazione trasportistica per ridurre progressivamente la dipendenza dal mezzo privato, e spostare le esigenze di mobilità dall’automobile al mezzo pubblico, per decongestionare non solo l ‘area ma anche la stessa viabilità di contorno. Si pensi, a tale fine, alle potenzialità offerte dalla stazione ferroviaria a San Salvi, prevista da decenni e ancora da realizzare o all’opportunità di un servizio di minibus per gli scolari della scuola elementare Andrea del Sarto per eliminare le tante auto che entrano quotidianamente in San Salvi per accompagnare e riprendere i bambini fino al cancello della scuola; così come della necessità di parcheggi esterni al perimetro dell’area per la quota di coloro che gravitano per lavoro su San Salvi e non possono rinunciare all’auto, o per i suoi futuri locatari di cui si è sopra accennato.
Infine per completare l’informazione su San Salvi ci sembra utile riportare le proposte da noi formulate nella Osservazione al POC, in ordine ad una viabilità alternativa al suo interno.
“Onde rispettare le finalità istitutive del parco e garantire ai suoi fruitori di circolare liberamente al suo interno, a piedi o in bicicletta e per attività motorie e sportive, nella massima sicurezza possibile, in particolare tutelando le fasce più vulnerabili come i bambini, i disabili e gli anziani, si rende necessario, nel caso specifico del complesso di San Salvi che per l’insieme di funzioni e servizi in esso presenti non può essere totalmente interdetto alla circolazione veicolare, i seguenti accorgimenti :
- limitare rigorosamente l’ingresso, con sistemi adeguati di controllo, esclusivamente ai mezzi di servizio logistico di rifornimento, e al trasporto di alcune particolari categorie di utenti, come gli anziani e i disabili, delle strutture sociosanitarie in esso presenti;
- ridurre con opportuni dissuasori, la velocità dei veicoli circolanti a passo d’uomo, dando la precedenza assoluta a bambini e pedoni,
- vietare la sosta permanente nell’area, limitare quella temporanea alle strette esigenze del servizio che deve essere svolto. I due parcheggi che si prevede di realizzare all’esterno del parco devono avere la funzione primaria di decongestionare l’area, di liberarla progressivamente dalle auto e dal loro inquinamento acustico e atmosferico.”
Come era prevedibile la promessa di migliorare il nuovo strumento urbanistico, anche sulla spinta delle Osservazioni presentate al POC, mettendo al centro le esigenze della persona e dell’ambiente, è stata disattesa. Per questo continueremo a batterci come comitati e come cittadini, anche mediante un’opera di sensibilizzazione con la raccolta di firme per una petizione (anche online: https://www.change.org/p/salviamo-il-parco-di-san-salvi) contro la nefasta strada di scorrimento dentro San Salvi, fino a quando il suo parco pubblico non sarà restituito al pieno godimento del suo legittimo destinatario: la collettività.
Comitato San Salvi chi può
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