Tranvia 4.2, il capolinea distruggerà i giardini pubblici di piazza Aldo Moro

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Il comitato di piazza Aldo Moro a Campi Bisenzio lotta per impedire la realizzazione del capolinea della Tranvia 4.2 nei giardini pubblici di piazza Aldo Moro, che comporterebbe la distruzione dei giardini pubblici e di molti alberi quarantennali. Il verde fa parte dei servizi pubblici conquistati dai movimenti sociali urbani dagli anni ’60 in poi, con le battaglie per riprendersi la città, e non deve essere sottratto ma aumentato. Inoltre il comitato lotta anche contro il passaggio dei binari nel piccolo parco pedonale fra le due scuole, una materna ed una elementare, che produrrebbe la distruzione di un luogo in cui i bambini si muovono in sicurezza. La proposta del comitato è di interrompere la linea 500 metri (8 minuti di percorso a piedi) prima del capolinea previsto, prevedendo un nuovo capolinea, sostitutivo, attestato su Via Giordano Bruno (e situato sulla linea prevista dal progetto di fattibilità). In questo modo si preserverebbero i due giardini. La richiesta è di servire il nuovo capolinea e tutte le fermate della tranvia con navette per ampliare il bacino di utenza.

Parco Aldo Moro Campi Bisenzio

Mentre si avanzano queste richieste irrinunciabili, per forza di cose, si guarda contemporaneamente al contesto complessivo in cui il progetto della tranvia si muove e agli effetti complessivi che rischia di produrre.
Prima di tutto emerge una critica a un progetto dei trasporti che privilegia poche linee, e quindi risponde a un bacino limitato di utenza, lasciando scoperte intere aree. Infatti il bacino di utenza che trova risposte nella linea 4.2 non comprende tutti gli abitanti di Campi. L’obiettivo del comitato è ampliare il bacino di utenza servita dalla tranvia attraverso il trasporto pubblico, utilizzando navette elettriche o altri mezzi pubblici, mentre il progetto di fattibilità della tranvia prevede parcheggi scambiatori, attrattori di nuovo traffico ed inquinamento.

Un grave problema è poi che la linea tranviaria 4.2, fra il Fosso Macinante e il Fosso Reale ricade all’interno di un sito Natura 2000, ovvero la ZSC – ZPS “Stagni della Piana Fiorentina e Pratese”. Si tratta di un’area di grande valore ecologico, paesaggistico e ambientale che non deve essere invasa da una infrastruttura così pesante e portatrice di un grave impatto. In quest’area invece è previsto, oltre al ponte di scavalco del Fosso Reale, un parcheggio scambiatore (fermata Castagno).

Poi c’è il rischio idrogeologico: per rendere possibile la realizzazione della linea sono necessarie “opere idrauliche strettamente necessarie per la realizzazione della linea tranviaria 4.2” tanto che al collaudo delle opere idrauliche è “subordinata la realizzazione di alcune parti dell’infrastruttura”. Invece di contribuire a ridurre il grave rischio idrogeologico presente nell’area, il progetto crea la necessità di nuove opere per ridurre il nuovo rischio prodotto dalle sue scelte localizzative.

Nel complesso la linea passa in molte aree esterne al territorio urbanizzato. Inoltre lungo la linea sono numerose le aree verdi inedificate in cui sono previsti nuovi interventi immobiliari: fra di essi si annoverano gli interventi in via Masaccio – via Don Gnocchi e quello di via Palagetta, via Padule e via Giordano Bruno, che come affermano le pubblicazioni informative del comune sono “serviti dalla tranvia”. Si tratta di interventi finalizzati alla valorizzazione immobiliare, cioè servono per produrre valore di scambio e non valore d’uso fruibile da tutti. Servono per valorizzare le aree dal punto di vista del valore economico della rendita. Ad essi va aggiunta l’area con destinazioni commerciali, definite Grandi Strutture di Vendita (GSV), su via Palagetta, in corso di realizzazione, per cui è prevista una specifica fermata. La tranvia serve più a valorizzare alcune aree che per rispondere alla domanda di trasporto di tutti, che richiederebbe uno sguardo complessivo e metropolitano.

Tutti questi interventi, infrastrutturali ed immobiliari, comportano l’invasione di spazi aperti residui nella piana. In un contesto come quello di Campi Bisenzio, ad alto grado di urbanizzazione, fortemente compromesso dalla crescita eccessiva e spesso priva di un disegno urbano compiuto, caratterizzato dalla elevata densità di piattaforme industriali, commerciali e artigianali e di infrastrutture viarie (fra tutte la A1 a e la A11), gli spazi aperti residui assumono un grande valore sociale, ambientale e paesaggistico e vanno preservati per il ruolo di discontinuità morfologica rispetto al tessuto costruito continuo e diffuso dell’urbanizzazione contemporanea, oltre che per il loro ruolo dal punto di vista ecologico e ambientale.

Occorre il superamento delle criticità presenti nell’area e non il loro aggravamento: si devono contenere le dinamiche di consumo di suolo e la saldatura dell’edificato, riducendo i fattori di pressione immobiliare, ricostruendo le relazioni tra tessuti esistenti e spazi aperti e tutelando i segni ancora riconoscibili della struttura insediativa storicizzata.

Il PNRR ha stanziato 222 milioni per la tranvia 4.2; l’approvazione progetto definitivo è prevista per il dicembre 2022; la firma del contratto per giugno 2023; approvazione del progetto esecutivo per dicembre 2023; la fine lavori giugno 2026.

Impediamo la distruzione dei giardini in piazza Aldo Moro e di quello fra le due scuole, materna ed elementare. Il capolinea si vede attestare su Via Giordano Bruno ed essere servito con un opportuno trasporto pubblico (navette elettriche) in grado di convogliare gli utenti che altrimenti non si avvantaggerebbero della tranvia 4.2

I giardini di piazza Aldo Moro, nati all’inizio degli anni 80 sono utilizzati da cittadini di tutte le età: anziani, bambini, giovani, adulti. Tutti ne godono come di un vero bene comune che ha valore ambientale, paesaggistico e sociale.

I GIARDINI NON SONO SPAZI VUOTI DA RIEMPIRE DI INFRASTRUTTURE E COSTRUZIONI MA LUOGHI DI SOCIALITÀ DAL VALORE SOCIALE, AMBIENTALE E PAESAGGISTICO INESTIMABILE.

Per notizie delle prossime iniziative consulta la pagina facebook del comitato di piazza Aldo Moro

 

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Marvi Maggio

Marvi Maggio, ricercatrice indipendente in questioni urbane e territoriali; socia fondatrice dell'International Network for Urban Research and Action; Architetta (laurea in Architettura Politecnico di Torino); abilitazione alla professione di architetto; Dottoressa di Ricerca in pianificazione territoriale ed urbana (Università di Roma La Sapienza); Master post lauream in Scuola di Governo del Territorio (SUM e Università di Firenze); Abilitazione Scientifica Nazionale alle funzioni di professore di seconda fascia per il settore disciplinare 8/F1 pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale.

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