GKN, una fabbrica socialmente integrata in mezzo alla crisi del capitalismo

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Le parole di Luciana Castellina il 31 dicembre davanti alla Gkn restituiscono il senso di una lotta lunga due anni e mezzo, mentre l’azionariato popolare sfora quota 600mila euro e corre dritto verso il milione:

“Siamo di fronte alla prima grande crisi del capitalismo. Dobbiamo combattere l’illusione che con un po’ di lotta poi si torna al bel tempo del compromesso sociale. La rivoluzione è indispensabile e dobbiamo capire cosa vuol dire oggi. Quella che conosciamo occupò il Palazzo d’Inverno, oggi se andassimo a occupare Palazzo Chigi non ci troveremmo nessuno: il capitalismo sta da un’altra parte”.

Foto di Martino Chiti

Del 31 dicembre davanti alla Gkn si possono raccontare tante cose: le 7mila persone che sono passate di lì, i licenziamenti annullati al fotofinish e l’ora X che si sposta di sei mesi, il messaggio di Alessandro Barbero e i collegamenti telefonici con Vauro e David Riondino, l’azionariato popolare per la fabbrica socialmente integrata che sfora la quota delle 600mila euro, un corteo improbabile con migliaia di persone lungo le tangenziali di una zona industriale allo scoccare del nuovo anno, con i fuochi d’artificio della città in festa a fare da sfondo. Noi abbiamo scelto di raccontare questa serata con le parole di Luciana Castellina, che all’età di 94 anni ha deciso di passare il capodanno davanti alla fabbrica, nonostante le condizioni meteo non fossero delle migliori.

Quando è intervenuta dal palco, questa donna che ha fatto la storia del comunismo italiano e che continua ad avere uno straordinario spirito critico nella lettura del presente, ha infiammato quella folla giovane, quando ha parlato di rivoluzione: “Vogliamo usarla questa parola?!”. Dimostrando come, davanti alla crisi del capitalismo, non abbiamo altra strada che cambiare radicalmente la società e creare un modello di sviluppo alternativo, anche a partire dalla riconversione ecologica e sociale di una fabbrica. E sono i numeri a dire che questa è l’unica strada per riportare il lavoro, i numeri della vertenza più lunga della storia sindacale italiana. Sono quei numeri a raccontarci cosa hanno fatto in questi due anni e mezzo il capitale e la politica, cosa hanno fatto invece gli operai e la comunità solidale che continua a sostenerli.

I numeri dell’azienda
2 procedure di licenziamento, nessun reale piano industriale, nessuna busta paga dal dicembre 2022. 6 direttori cambiati in 4 anni, 3 liquidatori in 2 anni e mezzo. 80 posti di lavoro bruciati negli appalti, 240 posti di lavoro bruciati sul territorio.

I numeri delle istituzioni
2 anni di cassa integrazione, probabilmente circa 7 milioni di euro, regalati dallo Stato all’azienda senza mai ottenere alcun reale rilancio industriale. Dal luglio 2021 30 incontri o tavoli istituzionali senza nessun risultato.

I numeri degli operai
900 giorni di assemblea permanente, 100mila persone in 5 manifestazioni, 4 ricorsi art. 28 vinti in 5 anni. 17.000 firme per la fabbrica pubblica e socialmente integrata, 175mila euro di crowdfunding in 47 giorni, oltre 600mila euro di azionariato popolare, 2 progetti industriali presentati. 2 documentari, 2 libri, 1 spettacolo teatrale, 1 Festival della Letteratura Working Class, con 3500 persone coinvolte, raduno internazionale di cori partigiani, 5 concerti evento di fronte alla fabbrica.

Foto di Martino Chiti

30 ore a Palazzo Vecchio e 6 giorni sulla Torre di San Niccolò, 5 Insorgiamo tour nazionale e internazionale. Squadre di solidarietà attiva per l’alluvione in Romagna, oltre 1000 volontarie/i organizzati per l’alluvione a Campi.

Carta canta! Davanti alle calunnie si risponde con i dati di fatto, quelli di una comunità operaia e solidale che sta trovando il modo di salvare una fabbrica e metterla al servizio di un nuovo modello di sviluppo sociale, quelli di un capitalismo paludato e vile che probabilmente vuole solo speculare su quell’area e quelli di una politica che rimane a guardare.

I prossimi saranno ancora mesi di lotta e di proposta, di mobilitazione e costruzione, a partire dall’azionariato popolare che oggi supera le 600mila euro e punta al milione. Il prossimo appuntamento è giovedì 11 gennaio alle 20.30, al presidio ex Gkn, per l’assemblea del gruppo di supporto e dei gruppi di volontarie e volontari che hanno reso possibile la serata del 31 dicembre. Per partecipare all’azionariato popolare c’è ancora tempo, il termine per presentare la propria domanda è stato prorogato al 30 giugno 2024. Tutte le informazioni su insorgiamo.org

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Valentina Baronti

Giornalista per passione, ha iniziato la sua attività nel giornalismo di base. Oggi lavora nella pubblica amministrazione e occupa il suo tempo libero raccontando storie, alla continua ricerca di nuovi punti di vista, di angolature diverse, di prospettive alternative per interpretare il mondo nel quale viviamo.

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