Stop alla cooperazione con Israele, lettera-appello di 200 docenti, ricercatori e dipendenti dell’Università di Firenze

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Gentile Rettrice, gentili colleghe e colleghi, rappresentanti del SA e del CDA,

vi scriviamo, nella vostra qualità di massimi rappresentanti del nostro Ateneo, per chiedervi che la comunità accademica fiorentina prenda una posizione chiara in merito alla partecipazione al bando pubblicato dal MAECI in attuazione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. In una recente lettera-appello, sottoscritta da quasi 2000 accademici italiani, si sottolinea che i progetti finanziabili dal bando possono avere un’applicazione militare (linea 3) oppure sono funzionali alle politiche di oppressione verso i Palestinesi (in particolare la linea 2, dedicata alla gestione delle risorse idriche, da cui le comunità palestinesi sono sistematicamente escluse). Nella lettera si richiede al MAECI la sospensione del bando non solo per ragioni morali, ma anche perché le istituzioni italiane hanno l’obbligo di prevenire e di non essere complici in atti di genocidio secondo la Convenzione ONU del 1948 e, collaborando con le istituzioni israeliane, si potrebbero esporre ad una accusa di complicità alla luce dell’ordinanza cautelare della Corte internazionale di giustizia che ha ritenuto plausibile il rischio di genocidio a Gaza.

Crediamo che questo appello debba essere preso in seria considerazione e che richieda una presa di posizione conseguente, come è accaduto pochi giorni fa all’Università di Torino, dove il Senato Accademico ha approvato una mozione in cui si giudica non opportuna la partecipazione al bando MAECI, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza e della catastrofe umanitaria che ne consegue. Vi chiediamo pertanto di valutare le forme e i modi per seguire questo importante esempio. Crediamo che, come donne e uomini impegnati nell’educazione, nella scienza e nella cultura, sia nostra responsabilità non abdicare ai fondamentali valori di umanità e solidarietà di fronte ad una strage ripugnante che si sta svolgendo, giorno dopo giorno, proprio sotto i nostri occhi. Siamo fermamente convinti che le generazioni future ci chiederanno conto di quanto ciascuno di noi ha fatto, o non ha fatto, di fronte all’orrore della violenza fratricida di cui siamo oggi testimoni. Per evitare che il mondo precipiti in una spirale di violenza senza fine, in cui sia messa a rischio la stessa sopravvivenza dell’umanità, occorre oggi che ciascuno di noi si impegni per imporre la pace contro la follia della guerra. Per questo è urgente far giungere a Israele e al nostro Governo un segnale forte di dissenso verso la prosecuzione dell’aggressione contro la popolazione palestinese. Abbiamo solo questa flebile speranza per evitare un’escalation che rischia di essere senza ritorno.

Contiamo sulla vostra sensibilità e siamo certi che prenderete in seria considerazione le nostre parole. Allo stesso tempo invitiamo tutti i colleghi dell’Ateneo a sottoscrivere questa lettera e a opporsi all’approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando MAECI nei propri Dipartimenti.

Con i nostri migliori saluti.

Seguono firme.

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