TTIP e salute: 22 motivi per fermare il Trattato liberista

  • Tempo di lettura:7minuti
image_pdfimage_print
  1. Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un trattato di libero mercato le cui negoziazioni sono in corso al momento presente, fra Usa e Unione Europea, che ha determinato una forte opposizione da parte di gruppi della società civile, movimenti, associazioni, sindacati e altri. Le motivazioni ineriscono all’orientamento al profitto e agli interessi aziendali più forti che tali accordi mostrano di poter imprimere alla società per molti aspetti essenziali: regolamentazioni, servizi pubblici, ruolo delle autorità elette. Inclusi svariati fattori che incidono pesantemente sulla salute umana e sulla medesima gestione dei servizi sanitari.
  2. tweetstorm-e1444666066908La campagna STOP TTIP è attiva in quasi tutti i paesi dell’UE e negli USA. Il coordinamento di essa ha portato alla raccolta di più di tre milioni di firme a favore di una petizione diretta alle autorità europee di netta contrarietà al TTIP rinvenibile su http://stop-ttip-italia.net/. A livello sovranazionale sono state organizzate due giornate di mobilitazione che hanno visto una vasta partecipazione: l’11 ottobre 2014 ben 1100 eventi in 22 paesi, con 50 città mobilitate in Italia; il 18 aprile 2015 ci sono stati eventi in 734 città. Anche nella settimana di mobilitazione internazionale vi sono state decine di iniziative, fra cui la oceanica manifestazione di Berlino per la quale sono scese in piazza 250mila persone (si veda a tal proposito il sito https://www.trade4people.org/)
  3. I gruppi organizzati, articolati in comitati locali di estrazione eterogenea, sono attivi nelle varie forme di divulgazione dei contenuti noti e dei rischi desumibili del Trattato con volantinaggi, incontri, conferenze, interventi a vari livelli e in ogni ambito possibile.
  4. Fondamentalmente il TTIP come tutti gli accordi simili, tende a 1) diminuire e smorzare le prerogative legislative degli stati rispetto agli interessi dominanti e aziendalistici, in specie ogni forma di tutela degli operatori nazionali rispetto a quelli esteri; 2) armonizzare i principi regolamentativi dei vari settori verso il basso; 3) spingere verso il mercato le attività tradizionalmente al riparo dalla concorrenza commerciale, inducendo prospettive di privatizzazione e liberalizzazione.
  5. La dimensione e la forza con cui le disposizioni del Trattato posso incidere sulla realtà sociale, dato che le negoziazioni rimangono in larga parte segrete, sono desumibili: 1) dal mandato negoziale desecretato a fine 2014; 2) dai testi legali sfuggiti alla sorveglianza e resi noti all’opinione pubblica; 3) dalla analoga struttura giuridica e dalla identità dei principi fondamentali che informano trattati simili, in vigore anche da molti anni e i cui effetti sono resi noti da una ricca letteratura empirica.
  6. ttipPer considerare correttamente gli effetti del TTIP vanno anche considerati i trattati analoghi che coinvolgendo i paesi europei possono generare un ruolo cumulativo. A tal proposito si devono citare il CETA (accordo UE-Canada), e il TiSA (accordo sui servizi che include circa 50 Stati). Riguardo a quest’ultimo in particolare, sono filtrate notizie su un esplicito intento di favorire la privatizzazione dei servizi sanitari aprendo i mercati.
  7. I settori che possiamo considerare centrali per il loro rapporto con la salute umana sono di due generi: quelli che incidono direttamente su di essa e quelli che riguardano i servizi sanitari e medici.
  8. Nel primo settore possiamo individuare l’ambiente, l’alimentazione e il lavoro. Nel secondo la tutela della proprietà intellettuale ed i servizi pubblici.
  9. Per le prime tre aree l’incremento di nocività è determinato dall’abbassamento delle norme a tutela della utilità pubblica, della salute e del bene comune, secondo i suddetti meccanismi di armonizzazione regolatoria e per l’effetto dispiegato dalle disposizioni di tutela degli investimenti che danno la possibilità alle aziende di piegare gli Stati di fronte a a tribunali privati sovranazionali (arbitrati internazionali, ISDS, Investor- State Dispute Settlement).
  10. Per quel che riguarda l’ambiente, la stessa Agenzia Federale per l’ambiente della Germania, mostra preoccupazioni nel suo documento datato marzo 2015[2] che la cooperazione regolatoria possa abbassare gli standard europei, indicando come per esempio in Europa sono proibiti 1300 sostanze considerate a rischio nocività e negli USA solo 11 (sic). Sono note inoltre le richieste delle aziende USA al Rappresentante per il Commercio di ottenere un sensibile abbassamento delle “barriere non tariffarie” per poter esportare meglio nei mercati europei.
  11. Per l’alimentazione si deve considerare la differenza fra le regole europee, conformi al principio di precauzione, e quelle USA, dove una proibizione può avere luogo solo se pienamente confermata da una base scientifica, anche in presenza di indizi di rischio rilevanti. Si deve segnalare l’altissimo numero di intossicazioni alimentari negli USA, nel numero annuo di circa 48 milioni, di cui 128mila ospedalizzati e 3000 decessi come segnala il CDC[3].
  12. Per quanto riguarda la legislazione sul lavoro, mentre le norme di essa vengono esplicitamente citate come barriere non tariffarie dagli studi commissionati dalla Commissione europea che cercando di dimostrare il guadagno derivante dal TTIP, si deve segnalare che gli USA non hanno sottoscritto alcune fondamentali convenzioni dell’ILO. Una legislazione meno rigida sul lavoro, a parte comportare una prospettiva di svantaggio economico per le classi interessate, generalmente determina minori tutele per la sicurezza dei lavoratori.
  13. Sui servizi sanitari in sé, va premesso che tutti i servizi pubblici possono essere oggetto di negoziazione, secondo la cornice del WTO, salvo quelli forniti nell’esercizio dei poteri governativi (governo, esercito, polizia, magistratura), perciò l’eventualità e il grado di privatizzazione sono in balia delle contingenze politiche e dei rapporti di forza.
  14. Il mandato negoziale del TTIP sui servizi dedica i punti n. 18, 19, 25. Il punto 18 si richiama alle norme del WTO (vedi sopra); il 19 si propone di mantenere alta la qualità dei servizi in osservanza oltre che del WTO anche dei Trattati dell’UE, i specie il protocollo 26 in cui non c’è niente che precluda una privatizzazione di essi.
  15. Anche nel documento “Schedule of specific commitments and reservations – European Union” delle proposte UE sui servizi è prevista la possibilità di conservare i monopoli pubblici dei servizi strategici, quindi la possibilità di privatizzazioni non è esclusa.
  16. Al punto 24 del Mandato negoziale per il TTIP tuttavia è previsto l’accesso al mercato degli appalti pubblici, elencando esplicitamente i servizi pubblici, a tutti i livelli. Se può essere visto come un principio di non discriminazione per i settori già aperti alla privatizzazione, tale orientamento tende a rafforzare tale prospettiva e a renderla irreversibile, in virtù delle protezioni degli investimenti sunnominate.
  17. Altro punto assai critico è la copertura dei diritti di proprietà intellettuale, citata nel mandato ai punti 28 e 29. L’irrigidimento di tali tutele può comportare costi maggiorati ai sistemi sanitari nazionali per i farmaci e il minor accesso ad essi da parte delle persone, stante la più pressante forza delle aziende farmaceutiche per ottenere una remunerazione dei loro investimenti. Si ricorderà che il recente Trattato di Partenariato del Pacifico, il cui testo è stato recentemente approvato, è stato definito da Medici Senza Frontiere come il “più dannoso accordo di sempre contro la salute globale,” ed è stato analogamente calcolato che il costo di farmaci antiretrovirali passerebbe per il singolo paziente da 100 a 10.000 dollari.
  18. Per l’insieme di tali motivi, si deve segnalare la frontale opposizione di diverse organizzazioni focalizzate sul rispetto dei diritti e della salute pubblica in vari paesi.
  19. A tal proposito si deve citare in prima istanza la presa di posizione della Federación de Asociaciones para la Defensa de la Sanidad Pública[4] che avendo già individuato come il sistema sanitario spagnolo sia stato fortemente indebolito dalle politiche di austerità rimarca tutti i rischi che il TTIP potrebbe comportare, richiamando un immediato stop delle trattative.
  20. Di analogo tenore è l’analisi della Fédération des maisons médicales et des collectifs de santé francophones che nel suo comunicato denuncia il Trattato come “tossico per la salute e per la democrazia[5]”.
  21. In Gran Bretagna il dibattito sui rischi del TTIP nei riguardi del sistema sanitario nazionale (NHS) ha avuto una enorme risonanza, ed ha comportato una posizione di nettissima contrarietà da parte della UK Faculty of Public Health (FPH), una istituzione di formazione degli operatori del settore, che in un ampio e articolato rapporto in merito[6] pone una base di argomentazioni per richiedere al governo britanno di rigettare in blocco il mandato e le negoziazioni.
  22. In forza di tali argomentazioni, avvalorate e sorrette dal sostegno di studi e analisi della massima autorevolezza sul piano scientifico e internazionale, si chiede al governo italiano un immediato blocco delle negoziazioni e il rigetto integrale del mandato TTIP per poter garantire le prestazioni sanitarie conformemente ai diritti garantiti dal diritto internazionale e dalla Costituzione della Repubblica.

Matteo Bortolon, Stop TTIP Firenze

[2]    https://www.umweltbundesamt.de/sites/default/files/medien/376/publikationen/environmental_protection_under_ttip_0.pdf

[3]    http://www.cdc.gov/foodsafety/facts.htm

[4]    http://noalttip.blogspot.it/2014/05/analisis-de-la-federacion-de.html

[5]    http://www.maisonmedicale.org/Le-traite-transatlantique-toxique.html

[6]    http://www.fph.org.uk/uploads/FPH%20Policy%20report%20on%20the%20Transatlantic%20Trade%20and%20Investment%20Report%20-%20FINAL.pdf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *