Scopri lo scandaloso accordo tra USA-UE che cancellerà i nostri diritti – Stop TTIP #2

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Scopriamo attraverso la pubblicazione del saggio di John Hilary il lavorio segreto che chi governa l’Europa (e gli Stati Uniti) sta compiendo per la deregolamentazione di commercio e investimenti a vantaggio dei profitti delle grandi imprese transnazionali e a svantaggio della democrazia e dei nostri diritti, a partire da quelli occupazionali e ambientali, della sicurezza del cibo senza tralasciare la privatizzazione di sanità e istruzione.

Buona lettura e buona diffusione


IL PARTENARIATO TRANSATLANTICO PER IL COMMERCIO E GLI INVESTIMENTI: UNA CARTA PER LA DEREGOLAMENTAZIONE, UN ATTACCO AI POSTI DI LAVORO, LA FINE DELLA DEMOCRAZIA

di John Hilary*

Tutti gli articoliIntroduzione | Che cosa è il TTIP | Non trasparente e antidemocratico | La minaccia ai posti di lavoro | La deregolamentazione della sicurezza alimentare | La deregolamentazione ambientale | L’attacco ai servizi pubblici | La sfera privata a rischioUna crescente resistenza


Che cos’è il TTIP?

Associazioni d’imprese da una parte e dall’altra dell’Atlantico sognavano da tempo un accordo per il commercio e gli investimenti tra l’UE e gli USA, che favorisse il grande capitale. Il TransAtlantic Business Dialogue (Dialogo del commercio transatlantico) un gruppo con ammissione solo per invito, costituito da amministratori delegati provenienti dalle società più potenti di Stati Uniti ed Europa, venne istituito nel 1995. Esso rappresentava una lobby per l’eliminazione di regolamenti che creavano impedimenti alle società transnazionali operanti nell’UE e negli USA, e fu instancabile sostenitore di un accordo di vasta portata che consentisse di raggiungere tale obiettivo. 1

Nel 2007 la creazione del Transatlantic Economic Council (Consiglio economico transatlantico) diede al TransAtlantic Business Dialogue una nuova opportunità di fare pressione a favore di una zona di libero scambio, basata sulla deregolamentazione dei mercati sia europei che statunitensi. La Commissione europea e i funzionari americani risposero a questa pressione annunciando nel novembre del 2011 che avrebbero istituito un gruppo di lavoro altamente specializzato per “identificare e valutare le possibilità di un rafforzamento degli scambi USA-UE e le relazioni d’investimento”. Poco tempo dopo la Commissione europea avviò una serie di oltre 100 incontri a porte chiuse con singole compagnie e lobbisti aziendali al fine di migliorare la loro posizione negoziale. Incontri, questi, tenuti segreti finché la Commissione fu costretta a rivelarne l’esistenza sotto la pressione di rivendicazioni per la libertà d’informazione. 2

Il TransAtlantic Business Dialogue si riunì con la US Business Roundtable e la European Round Table of Industrialists per richiedere un’ambiziosa cooperazione di commercio e investimenti tra l’UE e gli USA. (3) Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dal canto suo, ha provveduto debitamente ad annunciare il lancio di negoziati miranti ad un Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) nel suo discorso sullo stato dell’Unione nel febbraio 2013. Il primo ciclo di negoziati ebbe luogo nel luglio 2013 con la speranza, espressa dalle due parti, che le trattative potessero essere accelerate e concluse entro due anni (evitando così una sovrapposizione con la campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali, che comincerà ufficialmente nel corso del 2015). A fronte dell’elezione di un nuovo Parlamento europeo e della formazione di una nuova Commissione europea nel 2014, l’intenzione di portare a termine un corpus così complesso e controverso di negoziati relativi a “un serbatoio di benzina” (per dirla con gli stessi termini dei negoziatori americani) presenta rischi notevoli.

Il TTIP non è un accordo di scambio tradizionale, concepito principalmente per ridurre le tariffe sulle importazioni tra partner commerciali, poiché le tariffe tra l’UE e gli USA sono già a livelli minimi. Funzionari di ambedue le parti riconoscono che l’obiettivo primario del TTIP è piuttosto di abbattere le “barriere” normative che limitano i profitti potenzialmente realizzabili da società transnazionali nei mercati USA e UE. Ciò comprende l’eliminazione o la riduzione di standard sociali fondamentali e normative ambientali, come ad esempio: i diritti dei lavoratori, le norme di sicurezza alimentare (comprese le restrizioni in materia di OGM), le disposizioni sull’uso di sostanze chimiche tossiche, le leggi sulla protezione dei dati e le nuove garanzie bancarie introdotte per prevenire una crisi finanziaria come quella del 2008. Il mandato negoziale della Commissione europea (classificato come riservato in base alle norme UE e quindi disponibile solo come documento trapelato) vede nell’eliminazione degli ostacoli normativi una delle priorità maggiori del TTIP. Esso contraddice quindi le affermazioni successive della Commissione stessa, secondo le quali la deregolamentazione non è in programma. (4) Il governo statunitense ha inoltre indicato normative e standard fondamentali dell’UE da eliminare nel corso dei negoziati, come precisato nel resto del presente resoconto.

Il TTIP mira altresì a creare nuovi mercati attraverso l’apertura dei servizi pubblici e dei contratti per appalti governativi alla concorrenza di società transnazionali, minacciando in questo modo di dar via ad un’ulteriore ondata di privatizzazioni in settori chiave come la sanità e l’istruzione. Funzionari del governo britannico hanno confermato che per loro uno dei tre obiettivi principali del TTIP è “completare il mercato unico” all’interno della stessa UE, in particolare attraverso l’apertura dei servizi pubblici e dei contratti d’appalto a compagnie private di altri Stati membri dell’UE. 5

La cosa più preoccupante è che il TTIP sta cercando di conferire agli investitori stranieri un nuovo diritto di citare in giudizio i governi sovrani davanti a tribunali arbitrali e creati ad hoc, per rifarsi della perdita di profitti eventualmente causata da decisioni di politica pubblica (vedi sotto). Questo meccanismo di “risoluzione delle controversie tra investitori e stato” eleva di fatto il capitale transnazionale ad uno stato equivalente allo stato nazionale stesso e minaccia di far crollare i principi più elementari della democrazia, sia europea che statunitense.

Per la precisione, il TTIP dev’essere inteso non come una negoziazione tra due partner commerciali concorrenti tra loro, bensì come un attacco alle società europea e statunitense, sferzato dalle società transnazionali desiderose di abbattere le barriere normative che ostacolano le loro attività da un lato e dall’altro dell’Atlantico. In un documento riservato, trapelato e pubblicato nel dicembre 2013, la Commissione europea ha confermato che tra le normative messe a rischio dal TTIP ci sarebbero la legislazione primaria dell’UE (sia i regolamenti che le direttive), provvedimenti esecutivi, atti delegati e anche norme introdotte dagli Stati membri dell’UE; e per gli Stati Uniti, leggi varate dal Congresso, norme e regolamenti federali adottati da singoli stati americani. 6 Il Commissario europeo per il commercio Karel De Gucht ha confermato che l’obiettivo del TTIP è l’eliminazione delle regolamentazioni da una parte e dall’altra dell’Atlantico, in modo tale che il commercio abbia libero corso: “È più complicato abbattere le barriere normative che non le barriere degli scambi tradizionali … Non sarà facile, ma ne varrà la pena”. (7)


 

Il saggio di John Hilary capitolo per capitolo nei prossimi numeri de La Città invisibile: Non trasparente e antidemocratico | “Dilazionata nel tempo ed effettiva”: la minaccia ai posti di lavoro | La deregolamentazione della sicurezza alimentare | La deregolamentazione ambientale | L’attacco ai servizi pubblici | La sfera privata a rischio | La ISDS: una minaccia per la democrazia | Una crescente resistenza


 

Note
(1) Mark A. Pollack, “The Political Economy of the Transatlantic Partnership”, Fiesole: European University Institute, giugno 2003.
(2) “European Commission preparing for EU-US trade talks: 119 meetings with industry lobbyists”, Bruxelles: Corporate Europe Observatory, 4 settembre 2013.
(3) “Forging a Transatlantic Partnership for the 21st Century”, dichiarazione congiunta all’US Business Roundtable, al TransAtlantic Business Dialogue e alla European Round Table of Industrialists, 18 aprile 2012.
(4) “Directives for the negotiation on the Transatlantic Trade and Investment Partnership between the European Union and the United States of America”, Bruxelles: Consiglio dell’Unione europea, 17 giugno 2013; un appello per rendere pubblico il mandato è stato respinto dal Consiglio europeo dei Ministri durante l’incontro del 18 ottobre 2013 nel Lussemburgo.
(5) Per ulteriori dettagli sull’obiettivo del governo britannico di “completare“ il mercato unico all’interno dell’UE, vedi “The economic consequences for the UK and the UE of completing the Single market”, Londra: Department for Business, Innovation and Skills, febbraio 2011.
(6) “TTIP: Cross-cutting disciplines and Institutional provisions; Position paper – Chapter on Regulatory Coherence”, Bruxelles: Commissione europea, 2 dicembre 2013.
(7) “Transatlantic trade and Investment Partnership (TTIP) – Solving the Regulatory Puzzle”, discorso del Commissario UE al commercio Karel De Gucht all’Istituto Aspen, Praga, 10 ottobre 2013.


*John Hilary è il direttore esecutivo di War on Want. Negli ultimi 20 anni è stato autore di pubblicazioni su una grande varietà di argomenti relativi al commercio e gli investimenti. Nel 2013 è stato nominato Professore Onorario presso la School of Politics and International Relations dell’Università di Nottingham.

Si ringrazia per la pubblicazione l’ufficio di Bruxelles della Rosa-Luxemburg-Stiftung, oltre che Attac Italia. Il testo integrale è disponibile nell’ebook scaricabile qui.

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