Piombino verso la manifestazione nazionale dell’11 marzo 2023

Mentre Snam fa trapelare la notizia che la Golar Tundra, il rigassificatore destinato al porto di Piombino, è salpata da Singapore dipingendo così l’immagine di una gigantesca prua diretta contro il nostro promontorio, noi organizziamo la prima manifestazione nazionale contro i combustibili fossili e a favore delle energie rinnovabili.

11 marzo 2023 ore 14.00 in Piombino, con partenza dal cavalcavia acciaierie

Però è bene fare chiarezza: la Golar, oggi 27 febbraio, è quindi ripartita, ma in direzione est, dove stia andando non si sa. Di fatto da molti mesi questa nave gira il mondo senza motivo apparente e senza mai avvicinarsi all’Europa. Quindi è puro terrorismo psicologico dire che è partita in direzione di Piombino.

Ma parliamo della nostra lotta: a giugno dello scorso anno noi Piombinesi abbiamo iniziato a protestare contro questo scellerato progetto perché abbiamo avuto paura di un incidente più o meno rilevante, dell’inquinamento, della metamorfosi che avrebbe potuto interessare il nostro territorio. Di gas, rigassificatori, energie rinnovabili non sapevamo molto. Da giugno però abbiamo iniziato a leggere, studiare, fare incontri, convegni, ascoltare. Ci siamo fatti una cultura su queste materie e abbiamo capito che il nostro problema, cioè un mostro nel nostro piccolo porto commerciale, non era affatto isolato e non nasceva dal niente. In tutta Italia ci sono situazioni drammatiche come la nostra, per motivi uguali o diversi; è in atto un attacco sistematico al territorio accampando l’emergenza.

Grazie a Nadia di Bologna e a Luigi di Piombino siamo entrati in una rete – la Rete no gas – che copre buona parte del territorio nazionale, e in rete abbiamo potuto confrontare iniziative, esperienze e lotte. Dopo il primo congresso nazionale della Rete, è stato così deciso che la prima manifestazione nazionale si svolgerà a Piombino, scelta come città simbolo per la strenua resistenza a questo progetto.

Cosa abbiamo capito in questi mesi?

Bisogna partire da almeno un decennio fa, quando la decretazione d’urgenza, sistema tanto incostituzionale quanto caro a ogni governo praticamente da sempre, ha buttato giù ogni argine.

Con la motivazione di una presunta emergenza il Governo può fare tutto; basta nominare una infrastruttura come “strategica” per violare normative nazionali ed europee, violare i diritti civili e le libertà costituzionali, passare sopra le istituzioni locali. Non importa quale sia l’emergenza e se esista davvero, basta asserirla.

Questo, a mio parere, è lo strumento alla radice di tutti i nostri problemi, ed è un problema di democrazia, perché si viola la Costituzione.

Trovato il giochino, tutto si può far passare: da un impianto come quello piombinese, privo di VIA, a una sistematica distruzione di boschi, a una gigantesca discarica, a un aeroporto e così via. Oggi si invoca l’emergenza energetica, che diventa impellente necessità di gas, che diventa indispensabilità del rigassificatore a Piombino.

Sullo sfondo, la guerra in Ucraina, che l’ Italia aiuta inviando armi da un anno, con le sanzioni alla Russia e una riduzione dell’importazione del gas russo. Per andare poi a legarsi all’Algeria o al Qatar. Ma è emergenza energetica quando l’Italia esporta sempre più gas verso altri Paesi e alla soglia della primavera ha gli stoccaggi pieni al 70 per cento? Non esiste questa emergenza. Esiste la necessità di energia, certo, come esistono 600 progetti di energie rinnovabili fermi nei Ministeri da 10 anni e più.

E allora cosa è questa storia che ci vuole travolgere? È una storia che dovrebbe finire con l’Italia centro di stoccaggio e distribuzione dei combustibili fossili per tutta Europa e oltre, in un mondo in cui la Russia sia ampiamente ridimensionata a favore della NATO, perché la Russia è guerrafondaia e pericolosa, ed è vero, ma la NATO no? È una storia dove neanche i Governi nazionali contano nulla, manovrati da poteri molto più forti di loro.

È in questa storia che si è ritrovata Piombino, cittadina fino a giugno sconosciuta ai più e oggi conosciuta anche in Giappone.

È contro tutto ciò che lotteremo e vi invitiamo a lottare l’11 marzo.