Le zuppe dei demoni: l’imposizione dei rigassificatori e una cronologia degli incidenti

Un indimenticabile maestro e amico come Cesare Vasoli raccomandava agli storici di partire dal presente per andare nel passato. Facciamo questo percorso storico -anche come iscritto alla History Science Society- andando a ritroso nel tempo. Prima di tutto una premessa: il GNL (o LNG) è un gas altamente esplosivo e, in caso di fuoriuscita accidentale innesca il “bleve” o nuvola di fuoco che può, sospinta dai venti, colpire il centro abitato. La scienza su questo punto è concorde: “LNG is highly flammable and explosive substance with ignition point of 650, rapid flame propagation, large mass burning rate about 2 times more than gasoline, high flame temperature, so the burning is of strong radiant heat, easy to form large area of fire, with characteristics of recrudescence, re-explosion and difficult to stamp out” (cit. da Fire and Explosion Risk Analysis and Evaluation for LNG Ships, in “Procedia Engineering”, 45 (2012), pp. 70-76, ivi p.71).

Lo studio legale Abraham Watkins degli Stati Uniti  ha reso disponibili i dati degli incidenti di cui si è occupato tra il 1970 e il 2010: una lunga serie di incidenti che hanno coinvolto anche impianti di LNG e LPG talora con distruzione di edifici e morti. Già perché non si può trascurare l’incidente di Viareggio del 2009 quando un solo carro cisterna, con LPG, esplose provocando 32 morti e 200 feriti. Ma le altre 13 non sono esplose dirà qualcheduno; basta che ne sia esplosa una per preoccuparsi.

La Storia ci ha insegnato che vi sono state tragiche illusioni sul mito dello sviluppo che offre minestra e benessere in cambio dello scempio ambientale. Basti vedere il filmato sull’abbattimento degli olivi nati prima di Aristotele e Platone per far posto all’Italsider poi Ilva, documentario intitolato la “Zuppa del demonio” e redatto, nel 1962, da un grande letterato come Dino Buzzati. I cittadini di Taranto attendono ancora -dopo 60 anni- una soluzione al tragico e colpevole errore. I cittadini di Piombino aspettano ancora l’intervento dello Stato per l’industrializzazione che ha inquinato la città.

Vediamo la successione cronologica degli eventi verosimilmente incompleta:

2022: giugno, l’impianto di Freeport negli U.S.A. ha una perdita di gas; pertanto si produce una palla di fuoco di un centinaio di metri, l’impianto è distrutto e tuttora è fermo; nonostante la fama della ditta sarebbero stati riscontrati gravi errori di manutenzione in un impianto praticamente nuovo.
2022: luglio, l’Istituto Superiore di Sanità dichiara che il rigassificatore di Portovesme è dannoso per la salute dei cittadini (documento originale): “il progetto presentato <rigassificatore> non è condivisibile ai fini della tutela della popolazione residente nell’area” (p. 6). Questo perché Portovesme è soggetta a molte altre fonti inquinanti. Forse la Storia di Piombino non ci trasmette una lunga sequenza di attività industriali inquinanti?
2022: agosto il rigassificatore di Piombino è esentato dalla procedura di Valutazione d’Impatto ambientale; eppure l’incidente di Freeport avrebbe dovuto indurre cautela.
2019: Alyaga, Turchia, esplosione di una nave gasiera con 1 morto e 15 feriti.
2015: aprile, la Regione FVG ricorre contro il rigassificatore progettato a Trieste perché incompatibile con le attività portuali. Invece a Piombino è compatibile!
2015: giugno, una nave gasiera perde parte del carico nel porto di Barcellona.
2014: giugno, diverse autorità statunitensi pubblicarono il Final Enviromental Impact Statement (corrispondente alla nostra VIA, ma più severo) relativo all’impianto GNL di Freeport nel sud del Texas; 979 pagine in cui si considerarono ogni tipo di rischio (avifauna, acqua, sismi, alluvioni, uragani); nonostante tanta precisione l’incidente avviene nel 2022.
2014: gennaio, la Capitaneria di Porto di Livorno emise un’ordinanza che prevede attorno alla nave gasiera tre zone di limitazione della navigazione: 1) interdizione totale 2 miglia di raggio; 2) limitazione 4 miglia; 3) preavviso 8 miglia. Pertanto come è stato rilevato: “Se facciamo un paragone con le aree di interdizione previste intorno alla nave gasiera di Livorno – spiegano le consigliere Irene Galletti e Silvia Noferi– sono talmente vaste che se proviamo a proiettarle sulla carta nel porto di Piombino risulta chiaro che dovrebbe essere interdetta un’area che oltre alla città di Piombino comprenderebbe Baratti e l’estremità nord dell’Isola d’Elba, in un tratto di mare dove di solito transitano i traghetti turistici per l’arcipelago toscano”.
2012: lo studio (LNG ship Fire Explosion Fatalness Risk evaluation) afferma che -in caso di incidente- si muore nel raggio di centinaia di metri (Through the boiling liquid expanding vapour cloud explosion (BLEVE) quantitative evaluation model, it can be drawn that, when exposed to the fireball radiation after 15s and within 1400 m from the LNG ship, more than 50% of the people would die; within 1600m more than 50% would be second degree burn; within 2300m more than 50% would be first degree burn).
In particolare nel saggio si afferma: “in city planning, the LNG shipping routes should not lay in places or units of high density of person or property; when the LNG ship accident occurs, people and valuable materials should be evacuated to safe areas in time, avoiding great staff and property damage”.
Dunque in un contesto urbano un rigassificatore non ci può stare!
2012: settembre, esplosione all’impianto LNG di Pemex nel Messico con 26 morti e 46 feriti (video: https://www.youtube.com/watch?v=ZW9sW_fJqOo )
2010: settembre California, Pacific Gas and Electric Co. Natural Gas Transmission Pipeline Rupture and Fire, 8 morti, 38 case distrutte.
2007: gennaio Mississipi, Rupture of Hazardous Liquid Pipeline with Release and Ignition of Propane, 2 morti 7 feriti.
2004: Skidda, Algeria, esplosione di LNG con 27 morti e 74 feriti.
2004: Ghislenghien, Belgio, esplosione di una condotta con 27 morti.
2000: agosto, New Mexico, Natural Gas Pipeline Rupture and Fire, 12 morti.
1998: Longford, Australia, esplosione di LNG con 2 morti.
1984: novembre, an enormous disaster involving an LPG installation occurred in Mexico City and resulted in the deaths of over 500 people.
1984: San Juan, Messico, fuga di LPG con 12 nuvole incendiarie con almeno 700 morti e 7000 feriti.
1977: è assolutamente necessaria una valutazione indipendente sulla scelta dei sito LNG: “Because LNG has the potential for large accidents, it is imperative that current risk estimates be verified independently and that disagreements among model calculations be understood”; cfr. The potential risks of liquefied natural gas. Available.
1973: Texas Eastern’s LNG storage tank, 40 morti.
1972: Montreal, Canada explosion LNG control room.
1971: La Spezia, fuga di 2.000 tonnellate di LNG.
1964: Feyzin, Francia, fuga di LPG con 18 morti, 84 feriti, 1475 edifici distrutti.
1944: Cleveland, Ohio, esplosione LNG con 128 morti, 300 feriti, 80 case e 10 impianti industriali danneggiati.

Sono riportati 21 incidenti tra il 1944 e il 2005.

I dati e le date offrono una visione storica inquietante: l’idea di collocare un rigassificatore all’interno del porto di Piombino solleva molte, troppe e fondate, preoccupazioni.

Prof. Piero Morpurgo